Natura e finalità

Nel primo paragrafo della Critica del Giudizio, Kant scrive: “non ci sono che due tipi di concetti che permettono altrettanti principi diversi della possibilità dei loro oggetti: cioè i concetti della natura e il concetto della libertà”. Questa distinzione sembra portare a risultati che, se non sono contraddittori, sembrano comunque rinviare a una tensione straordinariamente problematica. Quando Kant mostra nella prima Critica (Critica della Ragion Pura) quali sono i fondamenti essenziali della nostra conoscenza scientifica del mondo, arriva a un risultato che si può definire naturalistico. Quando però, nella seconda Critica (Critica della Ragion Pratica), Kant si concentra sull'azione umana e quindi sulla sfera della realtà non soggetta alle leggi della natura, ma alla libertà, egli giunge a un risultato che può essere letto come antinaturalistico. La Critica del Giudizio è in un certo senso l'opera in cui Kant cerca di uscire da questo dualismo. E questo implica una sorta di revisione del concetto di natura rispetto alla Critica della Ragion Pura. In particolare, nella discussione della finalità naturale Kant apre la strada a una concezione della natura che non è semplicemente una oggettività che sta di fronte a un soggetto. Con il concetto di fine naturale, Kant pensa qualcosa che potremmo chiamare una soggettività della natura o, per usare un termine oggi molto usato, un'agency naturale.

Info Evento
07.10.2024
dalle 18.00
Per tutti
Indirizzo
Liceo cantonale, Aula multiuso
Bellinzona
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