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Trump, è l’ora dei dazi: 31% alla Svizzera, 20% all’Ue

Il presidente americano prima della firma: ‘È il giorno della liberazione. Metto finalmente mano a orrendi squilibri’. Per le auto estere tassa al 25%

Trump durante l’annuncio
(Keystone)
2 aprile 2025
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“Oggi è il giorno della liberazione”. Ha esordito così Donald Trump prima di annunciare – dopo un tira e molla durato settimane – i dazi reciproci dal Garden Rose della Casa Bianca. “Ricorderemo questo giorno come quello in cui abbiamo reso l’America di nuovo ricca”, ha proseguito Trump prima di svelare i dazi al 25% sull’import di auto straniere, in vigore da subito. Una mossa fatta per affrontare gli “orrendi squilibri” che hanno avuto un impatto sulla “base industriale del nostro Paese” mettendo “a rischio la sicurezza nazionale”.

“A nessuna delle nostre aziende è consentito entrare in altri mercati. E lo dico ad amici e nemici, sapendo che in molti casi, l’amico è peggio del nemico in termini commerciali”. Il presidente Usa ha però aggiunto che non attribuisce la colpa agli altri Paesi, ma agli “ex presidenti e i leader del passato che non hanno fatto il loro lavoro”. Trump ha accusato in particolare Joe Biden e il trattato Nafta.


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Con l’ordine esecutivo appena firmato

Poi, con in mano una specie di grossa lavagna con i nomi delle nazioni coinvolte accanto ai numeri che le riguardano, Trump ha sciorinato i dazi quasi Paese per Paese. Dazi che non saranno inferiori al 10% per nessuno. Per la Svizzera saranno al 31% (a fronte di controdazi segnalati al 61%, si legge nel grande pannello tenuto in mano dal presidente, che nella riga dell’import contiene una specie di postilla, scritta in piccolo, che tiene conto di “manipolazioni valutarie” e imprecisate “barriere doganali”).

La presidente della Confederazione Karin Keller-Sutter ha risposto in modo stringato su X: “Il Consiglio federale prende atto delle decisioni degli Stati Uniti sui dazi. Stabilirà rapidamente il seguito. Gli interessi economici a lungo termine del Paese sono prioritari. Il rispetto del diritto internazionale e il libero scambio sono fondamentali”.


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I lavoratori invitati alla Casa Bianca assistono all’annuncio

Secondo i dati ufficiali, il commercio bilaterale è molto squilibrato a favore di Berna: le esportazioni verso gli Usa ammontavano nel 2024 a 52,65 miliardi di franchi, ovvero al 18,6% delle esportazioni totali. L’import dagli Usa era di 14,13 miliardi di franchi. Secondo le statistiche di Washington, il deficit bilaterale ammonta a 38,5 miliardi di dollari. La Svizzera smista il 51% delle sue esportazioni verso l’Ue. Ma nel 2021 gli Stati Uniti hanno preso il primo posto, superando la Germania, nella classifica delle esportazioni svizzere.

Per l’Unione europea i dazi sono al 20% (a fronte di un proclamato 39%), per la Cina 34% (contro il 67%). Trump è stato più clemente con il Regno Unito, storico alleato (10%), mentre le più alte sono per Cambogia (49%) e Laos (48%). I dazi al 10% saranno in vigore dal 5 aprile, quelli più alti a partire dal 9.

I dazi “porteranno l’età dell’oro”, rilanceranno il “sogno americano” e “genereranno miliardi di miliardi di dollari per ridurre le nostre tasse e il nostro debito”, ha detto Trump vestito a festa con una sfilza di bandiere a stelle e strisce e alla presenza di quasi tutto il suo governo. Davanti a molti lavoratori dell’industria dell’auto e dell’acciaio, un Trump trionfante ha annunciato la svolta con cui “rimettiamo l’America First” e “rendiamo l’America di nuovo ricca” (“Make America Wealthy Again”). E “se volete dazi zero, venite a produrre qui”, ha aggiunto Trump ribadendo un mantra che gli è caro da mesi, da quando – subito dopo la sua elezione – è intervenuto a Davos.

I dazi non saranno reciproci, oltre che sulle auto, sui componenti delle vetture, sull’acciaio e sull’alluminio. L’annuncio di Trump ha indebolito il dollaro e i titoli di stato Usa, facendo calare il Nasdaq di oltre due punti. Da Bruxelles, per ora, si fa sapere che l’Ue risponderà compatta, colpendo probabilmente le Big Tech. Ursula von der Leyen, in viaggio verso l’Uzbekistan, parlerà alle prime luci dell’alba.

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