Al centro della vicenda vi è un municipale locale. Plr e Centro puntano il dito. La Sinistra fa quadrato. Il legale: ‘Macchina del fango’
In altri tempi e (forse) in altri luoghi la vicenda si sarebbe risolta tra quattro mura. Chissà. Nell'era del web e dei social network, invece, quanto accaduto di recente a Breggia è divenuto un ‘caso’ politico. Non solo, una parte della politica nostrana ha trasformato quell'episodio (o quegli episodi) in una storia da gogna mediatica. Così, almeno, è stata vissuta da chi ci si è trovato in mezzo. Diciamolo subito, il protagonista qui è un esponente politico, municipale socialista, nonché capo dei dicasteri Edilizia privata e Pianificazione del territorio. Il quale si è ritrovato, da una parte, sulle spalle una querela per ingiuria e una segnalazione agli Enti locali, e dall'altra la citazione in tutta una serie di interrogazioni indirizzate al Municipio locale. In tutto ciò il primo a dirsi rammaricato e ad aver riconosciuto di essersi lasciato andare a esternazioni poco consone (vista anche la carica) è stato, però, lo stesso municipale. Il quale si è scusato, anche con l'Esecutivo. A questo punto a definire gli aspetti legali spetterà al Ministero pubblico; a chiarire le ricadute istituzionali all'autorità di Breggia.
Cosa è quindi successo? Il rappresentante politico, in rapporti tesi con i titolari dell'albergo diffuso ed esasperato (per sua stessa ammissione) dalla situazione, avrebbe rivolto alle telecamere della videosorveglianza, sistemate su una delle strutture presenti a Scudellate, insulti e gestacci volgari. Quanto basta, insomma, per far depositare, appunto, una querela in Procura da parte dei proprietari e portare il suo comportamento all'attenzione dell'autorità di vigilanza. Sin qui, però, la faccenda era passata sotto silenzio, pur essendo rimbalzata su un paio di portali. A richiamare l'attenzione, in questi giorni, sono stati, in realtà, gli atti parlamentari firmati da Plr e Centro, di cui ci è giunta informazione e che sono stati recapitati (corredati dai video della sorveglianza) a un media. Atti nei quali, da quanto sappiamo, non si chiederebbero unicamente lumi sugli accadimenti, ma ci si spingerebbe a domandare, di fatto, la testa del municipale in questione. Una richiesta che appare chiara anche leggendo la ‘controinterrogazione’ depositata giovedì da Insieme a Sinistra a firma del consigliere comunale Rolando Panzeri.
Il gruppo, in effetti, ha deciso di fare quadrato attorno al suo municipale e di confermare la sua "piena fiducia" al politico. Tanto da dichiarare, in via cautelativa e in termini generali, la sua "ferma contrarietà a revocare al politico di qualsiasi partito esso sia, un dicastero oppure l’appartenenza a commissioni o ad altri incarichi, strumentalizzando un episodio invece isolato per il quale il politico si è già scusato". Insieme a Sinsitra, in ogni caso, si appella pure all'Esecutivo, esortandolo a "non indugiare oltre su questa vicenda", e a proseguire nella sua strada - come dire, senza un rimpasto dei dicasteri, ndr - e a volere, altresì, "placare e tacitare questo tipo di attività non lecite e impedire che si strumentalizzi l’episodio; evitare che accadano accanimenti per i quali si può venire a propria volta denunciati".
Il riferimento è all'impianto di videosorveglianza privata postato, secondo quanto motivato dai titolari, per tenere sotto osservazione i cervi, e puntato anche sulla pubblica via. Sistema i cui filmati sono stati poi riprodotti e quindi diffusi. "Il fatto che lo sfogo in oggetto, avvenuto senza presenza di pubblico, su suolo comunale, rivolto a una telecamera che non aveva motivo di essere accesa, sia però stato filmato, registrato e reso riproducibile – si annota nell'interrogazione della Sinistra –, costituisce un trattamento illecito di dati personali e un’infrazione penale ai sensi dell’art. 60 LPD". Aspetto, quest'ultimo, che sarà oggetto, come ci conferma il legale del municipale, avvocato Luca Maghetti, pure di una controdenuncia.
Norme federali alla mano, il patrocinatore rende attenti, infatti, su due aspetti. Il primo è legato al fatto che «con ogni verosimiglianza quella videocamera che riprendeva la pubblica via era illegale»; il secondo richiama «l’uso che viene fatto di queste registrazioni, che è illecito e, verrà valutato probabilmente anche coercitivo». In buona sostanza, fa capire l'avvocato, «non vi era alcun interesse, tantomeno pubblico, a svelare una cosa privata».
E qui Maghetti non si fa problemi a parlare di «massiccia strumentalizzazione di una vicenda fondamentalmente da osteria, almeno nelle sue origini». A fronte di una persona, rimarca, che «ha sempre lavorato con zelo, nello stretto rispetto della legalità, e per questo si è fatto dei nemici» e che si è assunto «le proprie responsabilità, sia dinanzi al Municipio che al Ministero pubblico», si è preso a pretesto quanto accaduto per dar vita, sottolinea ancora, a «delle vendette di Valle molto pesanti» e a quello che viene ritenuto un vero e proprio «linciaggio mediatico, mirato a «distruggere il municipale sia come politico che come persona».
Sullo sfondo, si lascia intendere, vi è l'operato del politico come capo dicastero Edilizia privata; il quale è intervenuto in più occasioni a censurare alcuni abusi, anche in territorio di Scudellate. In altre parole, il municipale sarebbe diventato scomodo e quegli episodi, pur censurabili, avrebbero dato lo spunto per trasformare il tutto in un ‘caso’ politico. Tant'è che per Insieme a Sinistra "il Comune di Breggia, dovrebbe tutelare i propri municipali, consiglieri comunali e impiegati, dalla pressione a cui sono esposti quando devono far rispettare le decisioni comunali". La via d'uscita da tutta questa faccenda? La ricusa volontaria, si suggerisce. Soprattutto per "non esacerbare la situazione ed evitare di creare un precedente sproporzionato".