Per l’Organizzazione non governativa, che ha redatto un nuovo rapporto, ‘esistono prove sufficienti, Israele sta commettendo questo crimine’
Israele sta commettendo genocidio nei confronti dei palestinesi nella Striscia di Gaza. È la conclusione a cui giunge Amnesty International (AI) in un nuovo rapporto pubblicato oggi e redatto dalla stessa Ong. In una nota stampa Amnesty sottolinea che “la giurisprudenza internazionale riconosce che l’autore non deve riuscire nel proprio intento di distruggere un gruppo protetto, nella sua totalità o in parte, affinché sia commesso genocidio. Il fatto di commettere atti proibiti con l’intento di distruggere il gruppo è, di per sé, sufficiente”. Nel rapporto Amnesty documenta come, dopo il 7 ottobre 2023, “Israele abbia volontariamente inflitto ai palestinesi di Gaza condizioni di vita destinate a portare, nel tempo, alla loro distruzione”. Queste condizioni, dice AI, “sono state imposte attraverso tre modelli simultanei che hanno ripetutamente aggravato l’effetto degli impatti devastanti dell’uno e dell’altro: il danneggiamento e la distruzione delle infrastrutture vitali e di altri oggetti indispensabili alla sopravvivenza della popolazione civile; l’uso ripetuto di ordini di ‘evacuazione’ di massa, generalizzati, arbitrari e confusi, per sfollare con la forza quasi tutta la popolazione di Gaza; la negazione e il blocco della fornitura di servizi essenziali, dell’assistenza umanitaria e di altri rifornimenti salvavita a Gaza e al suo interno”.
Secondo Amnesty, “a Gaza Israele ha imposto condizioni di vita che hanno creato una miscela mortale di malnutrizione, fame e malattie, esponendo i palestinesi a una morte lenta e calcolata”, impattando in modo “particolarmente duro sui bambini piccoli e sulle donne incinte o che allattano, con prevedibili conseguenze a lungo termine per la loro salute”. Inoltre, con ripetuti ordini di evacuazione, “Israele ha sfollato quasi 1,9 milioni di palestinesi – il 90% della popolazione di Gaza – in sacche di terra sempre più ristrette e insicure, in condizioni disumane. Tra queste persone alcune sono state sfollate fino a 10 volte. Le ondate di sfollamento forzato hanno lasciato molti senza lavoro e profondamente traumatizzati”.
Amnesty chiede che la Svizzera faccia pressione sul Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per ottenere un embargo sulle armi fornite a Israele e Hamas, che convochi l’ambasciatrice israeliana per chiedere pubblicamente la fine delle violenze e che prenda in considerazione la possibilità di vietare il commercio con gli insediamenti o le aziende associate all’occupazione dei territori palestinesi, nonché di riprendere gli aiuti umanitari attraverso l’Unrwa (i finanziamenti all’Agenzia Onu sono in discussione nella sessione in corso delle Camere federali). ATS/RED