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L’accoltellamento di un minorenne approda in tribunale

La magistrata dei minorenni ha firmato l’atto d’accusa per tentato omicidio intenzionale: imputata una ragazza che ha ferito un compagno di scuola

(Ti-Press)
13 novembre 2024
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Il fatto di sangue avvenuto il 19 aprile 2023 all’esterno delle Scuole medie 2 di Bellinzona approda in tribunale. La giovane – oggi 17enne e allora 15enne – che aveva accoltellato all’addome un ragazzo di 17 anni comparirà davanti al Tribunale dei minorenni per rispondere del reato di tentato omicidio intenzionale, in subordine di tentate lesioni gravi. L’atto d’accusa è stato firmato recentemente dalla magistrata dei minorenni Fabiola Gnesa. L’imputata è accusata di aver intenzionalmente tentato di uccidere il compagno di scuola (entrambi frequentavano un istituto di Locarno) dopo averlo invitato via messaggio a presentarsi in serata alle Medie 2 senza specificare il motivo. Giunti sul posto, lo aveva convinto a seguirla dietro alla palestra promettendogli una sorpresa. Dopo avergli chiesto di appoggiarsi al muro, aveva posato la mano sinistra sulla sua spalla destra e gli si era avvicinata chiedendogli di chiudere gli occhi. Lui si aspettava un bacio, ma è stato ferito all’addome con un coltello da cucina lungo 9 centimetri prelevato dalla cucina di casa.

Contatti vietati e centro off-limits

Stando all’atto d’accusa l’intenzione era maturata già nel dicembre 2022: intenzione di ucciderlo, in ogni caso prendendo in considerazione il fatto che avrebbe potuto provocarne la morte. Un’intenzione che era stata da lei esplicitata nei diari che scriveva regolarmente. Trascorsi cinque mesi, il colpo inferto ha provocato alla vittima una ferita nella parte sinistra del basso addome. Allontanatosi correndo, il 17enne è stato ricoverato all’ospedale. L’accoltellatrice è invece stata condotta all’ospedale Civico di Lugano per una valutazione psicofisica e in seguito è stata arrestata. Dapprima alla Clinica psichiatrica cantonale di Mendrisio e poi, una volta riconosciuta carcerabile, alla Farera a Lugano. Nel maggio 2023 due specialiste hanno allestito una perizia psichiatrica e nel giugno successivo la minore è rientrata al domicilio beneficiando delle norme sostitutive alla detenzione preventiva (in caso di non rispetto delle medesime la carcerazione può essere ripristinata). Tra le disposizioni, le è stato vietato di avere contatti con la vittima, con tutte le persone in qualche modo coinvolte nell’accoltellamento e con i compagni di scuola. Le è stato imposto anche di evitare di trattenersi in centro a Bellinzona o nei luoghi frequentati dalla vittima, da altre persone coinvolte e dai compagni, come anche di evitare di uscire la sera. Risulta però che il 6 agosto 2023 la ragazza non abbia rispettato talune misure restrittive recandosi in un ristorante del centro storico assieme a sua madre, dove ha incontrato un’altra ragazza verso cui erano in vigore delle misure di distanziamento poiché precedentemente minacciata di morte.

Le preoccupazioni di una madre

Violazione delle norme restrittive che ha preoccupato la madre della ragazza minacciata. In un nostro articolo pubblicato il 9 ottobre la donna ha evidenziato una serie di criticità riguardo all’operato della Magistratura dei minorenni. A suo dire l’accoltellamento si sarebbe potuto evitare poiché già nel giugno 2022 lei aveva segnalato alla polizia un primo fatto avvenuto in presenza di una testimone: “Da aprile sto pensando come ucciderti”, aveva detto a sua figlia colei che un anno dopo sarebbe diventata l’accoltellatrice. Inoltre, da uno scambio di messaggi con un’amica avvenuto a inizio aprile 2023, era emerso che la 15enne da alcuni mesi stava pianificando di ferire un altro ragazzo. Ossia quello poi infine aggredito. La madre della ragazza, avendo letto i messaggi inquietanti aveva contattato l’ispettore di polizia incaricato del caso avvertendo che, oltre a sua figlia, la giovane sembrava intenzionata a ferire qualcun altro. Ricevuta la segnalazione, l’ispettore aveva spiegato che avrebbe segnalato questa indicazione al fine di monitorare la ragazza. Alcuni giorni dopo vi è stato l’accoltellamento. «Bisognava considerare grave anche la minaccia di morte segnalata nel giugno 2022, soprattutto alla luce del fatto di sangue», rileva la madre. A settembre 2023 la madre ha quindi presentato querela per minacce di morte una seconda volta, riscontrate in uno scambio di messaggi in cui appare il nome della figlia assieme a quello del ragazzo accoltellato. Minacce che, ci ha spiegato la donna, non sono state considerate poiché ritenute soltanto ‘un racconto’ via messaggio della giovane di quanto intenzionata a fare in precedenza. La madre parla quindi di “un grave errore di valutazione da parte della Magistratura dei minorenni”, per aver a suo avviso sottovalutato l’aspetto psicologico e la gravità dei fatti.

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