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Multato il colosso Teva, ‘nessuna ripercussione per Sintetica’

Tra i manager dell'azienda figura l'attuale Ceo della società che ha sede a Mendrisio. L’accusa è aver ostacolato la concorrenza al suo farmaco di punta

‘Nessuna ripercussione’
(Archivio Ti-Press)
5 novembre 2024
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La Commissione europea ha multato il colosso farmaceutico Teva per 462,6 milioni di euro. Tra i manager della società fondata in Israele figura anche l’attuale Ceo della Sintetica Sa di Mendrisio e membro di Farma industria Ticino. «La multa a cui si fa riferimento è stata inflitta a Teva Europa – spiega l’ufficio stampa di Sintetica contattato da laRegione –. Nessuna eventuale responsabilità è in qualche modo riferibile al nostro amministratore delegato che in passato è stato alle dipendenze di Teva Italia. Non sussiste quindi rischio alcuno che vi siano ripercussioni di qualsiasi natura per Sintetica».

Il caso che ha portato alla multa – ripercorso dal portale aboutpharma.com – si era aperto nell’ottobre del 2019, quando le autorità hanno condotto un’ispezione senza preavviso nelle sedi di diverse filiali di Teva. La Commissione aveva poi avviato un procedimento nel marzo del 2021 nei confronti dell’azienda con l’accusa di aver ostacolato la concorrenza al suo farmaco di punta per il trattamento della sclerosi multipla (Copaxone), abusando del sistema di brevetti e delegittimando il prodotto della rivale Synthon (Copemyl) per ritardarne il lancio sul mercato del Vecchio continente.

In un comunicato diffuso il 31 ottobre, l’Esecutivo dell’Unione europea ha spiegato che l’azienda farmaceutica globale Teva avrebbe “esteso artificialmente la protezione brevettuale di Copaxone” e “sistematicamente diffuso informazioni fuorvianti su un prodotto concorrente per ostacolarne l’ingresso e la diffusione sul mercato”. L’indagine della Commissione ha accertato che Teva ha abusato della sua posizione dominante nei mercati del glatiramer acetato in Belgio, Repubblica Ceca, Germania, Italia, Paesi Bassi, Polonia e Spagna. Si tratta della prima volta che la Commissione infligge un’ammenda in relazione a questi due tipi di pratiche. La Commissione ha inoltre rilevato comportamenti anticompetitivi in Italia per una durata di quasi sette anni, durante i quali Teva avrebbe di fatto scongiurato un abbassamento dei prezzi. Interessati anche i mercati di Belgio, Germania, Paesi Bassi, Polonia, Repubblica Ceca e Spagna. La decisione di multare Teva “riafferma l’impegno della Commissione nell’applicazione della concorrenza nel settore farmaceutico” – ha dichiarato Margrethe Vestager, commissaria uscente alla concorrenza –. Con questa decisione la Commissione contribuisce a mantenere i farmaci a prezzi accessibili, a preservare la scelta terapeutica e a promuovere l’innovazione, a vantaggio dei pazienti dell’Ue e dei sistemi sanitari nazionali”. L’Esecutivo dell’Ue spiega che la decisione è basata anche su documenti dei legali interni di Teva che hanno messo in piedi la strategia per proteggere la redditività del Copaxone. L’ammenda tiene conto della gravità e del lasso temporale dell’illecito.