Chi le subisce deve poter beneficiare di aiuti rapidi ed efficienti a livello medico e psicologico: è quanto prevede un progetto di revisione della legge
Le persone oggetto di violenza domestica o sessuale devono poter beneficiare di un aiuto rapido ed efficiente, soprattutto a livello medico e psicologico, nonché poter accedere gratuitamente alla documentazione medico-legale.
È quanto prevede un progetto di revisione parziale della legge federale concernente l'aiuto alle vittime di reati (Lav) adottato oggi dal Consiglio federale e inviato in consultazione fino al 24 gennaio prossimo, in cui sono contemplate anche ulteriori richieste ai Cantoni che dovranno assicurare l'accesso a cure specialistiche 24 ore su 24. Le nuove disposizioni potrebbero entrare in vigore non prima del 2028 per lasciare ai Cantoni il tempo di organizzarsi.
L'accento posto sulla violenza domestica e sessuale non è peregrino, ha fatto intendere il consigliere federale Beat Jans, accompagnato per l'occasione dal nuovo portavoce dell'esecutivo, Andrea Arcidiacono – al suo "battesimo del fuoco" davanti ai media – dal momento che solo l'anno scorso ne sono stati registrati oltre 19mila casi.
Episodi che possono sfociare in atti di estrema brutalità, talvolta fatali. In media, ogni mese due persone – soprattutto donne e ragazze – soccombono a causa delle violenze subite fra le mura domestiche, ha rammentato il "ministro" di Giustizia e polizia (Dfgp), che ha accennato anche alle quattro donne morte nel giro di sei settimane nel Canton Zurigo.
La metà degli omicidi avviene in un contesto domestico, ha aggiunto il consigliere federale basilese, giudicando "spaventose" simili cifre tanto che la lotta a questo fenomeno è diventata prioritaria per i suoi servizi.
A livello di Lav, i servizi del "ministro" socialista intendono quindi rafforzare la presa a carico a livello medico e psicologico delle vittime, in particolare per quanto attiene alle componenti medico-legali, l'aspetto nuovo della legge, affinché lesioni e tracce del reato possano essere documentate il più rapidamente possibile per essere eventualmente utilizzate.
Alcuni Cantoni, ha precisato Jans, dispongono già di un simile servizio, ubicato in particolare negli ospedali, come Berna e Zurigo. In futuro, tutti i Cantoni dovrebbero assicurare, nelle intenzioni del consigliere federale, un'offerta sufficiente e l'accesso a cure specialistiche 24 ore su 24.
Su questo aspetto, Jans ha aggiunto – rispondendo ai media – che i Cantoni non sono obbligati ad avere dei centri ad hoc, ma sono liberi di organizzarsi, anche cooperando fra loro. Ciò che è importante, ha detto, è offrire alle vittime un luogo a cui rivolgersi per ottenere aiuto. All'ospedale di Losanna, per esempio, è in funzione un'unità specialistica per casi di violenza sessuale. I Cantoni sono liberi di scegliere altre soluzioni, purché ci siano delle persone formate.
In merito ai costi, Jans non ha fornito cifre, anche se non crede che le prestazioni medico-legali faranno schizzare verso l'alto la fattura per i Cantoni. Attualmente, tutti insieme essi spendono 15 milioni di franchi in aiuti d'urgenza regolati dalla Legge sull'aiuto alle vittime, ha affermato il consigliere federale Ps.
Il governo, ha aggiunto il "ministro" basilese, propone inoltre di accordare alle vittime il diritto di accedere gratuitamente alla documentazione medico-legale, a prescindere dal fatto che la vittima abbia denunciato penalmente o meno l'autore delle violenze.
In questo modo, la documentazione può in seguito essere utilizzata come mezzo di prova qualora la vittima decidesse di adire le vie legali. Beat Jans ha detto di sperare che tale possibilità farà aumentare il numero di denunce e di condanne.