Il Procuratore straordinario Passini emana un non luogo a procedere per questa fattispecie. Resta aperta l'inchiesta sui potenziali reati contro l'onore
La foto che ritrae una donna seduta tra due peni giganti e la scritta ‘Ufficio penale’ che il presidente del Tribunale penale cantonale, il giudice Mauro Ermani, ha inviato a una segretaria non costituisce reato di pornografia. È arrivata ieri, ed è stata ufficializzata oggi giovedì 5 settembre, la prima decisione di Franco Passini, Procuratore pubblico straordinario sul caos scoppiato in seno al Tpc. Ad ogni modo, “per le altre fattispecie contenute nella querela, legate a potenziali reati contro l'onore, gli accertamenti sono tuttora in corso”.
Una nota diffusa dalla Procura pubblica dei Grigioni – Passini è infatti grigionese – e rilanciata ai media dalla Procura ticinese ripercorre le tappe. “Il 14 agosto 2024 il Consiglio di Stato del Canton Ticino ha nominato un Procuratore pubblico straordinario per trattare la querela e segnalazione presentata da due giudici del Tribunale penale cantonale (Siro Quadri e Francesca Verda Chiocchetti, ndr) contro gli altri tre giudici ordinari (Mauro Ermani, Marco Villa e Amos Pagnamenta, ndr). Trattasi di possibili reati contro l'onore”. Quelli che, insomma, per ora restano sotto inchiesta. “Nei confronti di un giudice (Mauro Ermani, ndr) è inoltre stata segnalata l'ipotesi di reato di pornografia (articolo 197 del Codice penale)”. Ebbene, “per quest'ultima fattispecie, le verifiche sono giunte a conclusione”. Il risultato? Che “sulla scorta delle valutazioni effettuate e di un esame degli atti all'incarto, il Procuratore pubblico straordinario ha nello specifico concluso che non sono dati i presupposti giuridici del reato ipotizzato di pornografia”.
Perciò, “il 4 settembre 2024 ha emanato un decreto di non luogo a procedere”.