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Lite e omicidio fra tifosi, arrestato capo ultrà dell'Inter

Il 49enne ha accoltellato un altro membro della curva nerazzurra che gli aveva sparato. La vittima proveniva da una famiglia 'ndranghetista di spicco

Immagine di archivio
(Depositphotos)
4 settembre 2024
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Una lite fra due elementi di spicco del tifo organizzato dell'Inter è finita con l'omicidio di un 39enne e il ferimento di un 49enne. È accaduto nella mattinata di oggi, 4 settembre, a Cernusco sul Naviglio, nel Milanese.

La vittima presenterebbe lesioni da arma da taglio, il ferito, attuale capo degli ultras nerazzurri, da arma da fuoco. Quest'ultimo è stato arrestato. Non ci sono altre persone coinvolte.

Secondo le prime informazioni la lite tra i due ultrà sarebbe scoppiata all'uscita della palestra, una scuola di pugilato dove si erano andati ad allenare. Al culmine dell'alterco, dentro una vettura parcheggiata a ridosso del cortile, il 39enne avrebbe sparato con una pistola al 49enne che, nonostante fosse stato ferito a una gamba, avrebbe a quel punto accoltellato l'aggressore alla gola, uccidendolo. Soccorso, il ferito è stato portato in codice giallo all'ospedale San Raffaele di Milano.

La vittima dell'omicidio era considerata l'erede di una famiglia 'ndranghetista, basata a Rosarno, in provincia di Reggio Calabria. Era il nipote del boss storico, e il figlio di un altro elemento di spicco morto nel gennaio scorso nel carcere di Opera dove si trovava detenuto in regime di 41 bis. Egli stesso aveva precedenti per reato di crimine organizzato. Il suo arrivo, da circa un anno, nel direttivo ultrà, avrebbe creato malumori nella gestione della curva, attriti che potrebbero essere alla base della lite terminata con l'omicidio.