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Governo ‘disattento’. E il docente Spai non è più sospeso

Con la sentenza del Tribunale cantonale amministrativo il professore sente di avere avuto ‘un po’ di giustizia’. Il Cantone ne discuterà in seduta

Roberto Caruso oggi è più sereno
(Ti-Press)
20 agosto 2024
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A volte una "disattenzione" può costare cara. Potrebbe, infatti, avere degli strascichi legali e civili la sentenza pronunciata martedì scorso dal Tribunale cantonale amministrativo (Tram) che, di fatto, ha cassato la decisione presa dal Decs, il Dipartimento educazione, cultura e sport, e controfirmata dal Consiglio di Stato. Un provvedimento che esonerava e sospendeva con effetto immediato il docente di elettrotecnica della Spai di Mendrisio dalle sue funzioni. E la misura, firmata all'inizio del giugno scorso – quindi a pochi giorni dalla fine dell’anno scolastico –, di fatto, rappresentava l'anticamera del licenziamento. Ebbene, per i giudici Flavia Verzasconi, Matteo Cassina e Fulvio Campello la sanzione va annullata. In questo caso, insomma, la ragione è dalla parte del ricorrente – l'insegnante, appunto –, privato a suo tempo della possibilità di dire la sua. Il Tram nel suo dispositivo, in effetti, è stato chiaro: a scardinare la risoluzione dipartimentale è l'acclarata "violazione" del diritto di essere sentito di cui godeva il professor Roberto Caruso. Una conclusione che fa cantar vittoria al Sindacato Ocst, che sta affiancando Caruso fin dall'inizio. E che ha convinto altresì il Decs, sin qui silente (per prassi) sulle singole vicende, a prendere posizione. Da parte sua il Cantone ha ora la possibilità di appellarsi con un ricorso sussidiario in materia costituzionale al Tribunale federale di Losanna.

Una sentenza da ‘prendere sul serio’

Il Dipartimento, interpellato da laRegione, ci ha confermato in una breve nota di aver preso "atto della decisione del Tribunale cantonale amministrativo di annullare l’immediata sospensione di un docente; sospensione che rientrava nell’ambito di una procedura di “disdetta del rapporto d’impiego per giustificati motivi”, tuttora aperta sul piano sostanziale". Il Decs ci ha ribadito altresì di prendere "sul serio le considerazioni espresse dal Tribunale, che verranno discusse nel corso della prossima seduta del Consiglio di Stato, e valuterà le procedure adottate in questa specifica circostanza”.

Una decisione ‘coraggiosa’

Non sta letteralmente nella pelle, invece, Roberto Caruso. «Sono molto contento e soddisfatto di questa prima risposta – ci dice a commento della decisione del Tram –. Credo di aver avuto un po’ di giustizia. Sono felice soprattutto per i miei ragazzi che mi hanno sostenuto e mi sono stati vicini in questi mesi. In ogni caso – tiene a far sapere –, il Tribunale ha preso una decisione coraggiosa e penso abbia dato una lezione su come dovrebbe funzionare uno Stato di diritto. Adesso spero vivamente che la riunione di conciliazione – prevista questo giovedì, ndr – possa chiarire la situazione, così da permettermi di tornare a scuola». Sullo slancio della sentenza il docente ha già contattato la sede scolastica e chiesto l'orario delle sue lezioni. Gli è stato risposto che si attendono indicazioni dalla Sezione amministrativa.

Una inosservanza ‘per nulla trascurabile’

Tornando alla sostanza del ‘verbo’ del Tram, l'inosservanza in cui è incappata l'autorità cantonale "non è affatto trascurabile", come osserva il Tribunale. A tal punto da superare persino la richiesta di concedere l’effetto sospensivo avanzata dal patrocinatore legale del docente, l'avvocato Stefano Fornara. Agendo in questo modo il Cantone, si esplicita, ha "privato il ricorrente del diritto di esprimersi prima di adottare la sospensione immediata della funzione". Questo modus operandi, si rincara tra le righe della sentenza, è "suscettibile di influire sulla reputazione professionale" dell'insegnante, da 35 anni nel mondo della scuola e da circa 12 parte del corpo docente del Centro professionale tecnico del capoluogo.

Un principio, un precedente

Davanti alla "gravità della violazione", fa capire ancora il Tram, non si poteva che stralciare la sanzione cantonale. Del resto, si rimarca, non intervenire "finirebbe per tradursi in un incentivo alla sistematica violazione del diritto di essere sentito da parte delle autorità di prima istanza". Tant’è che lo Stato dovrà rifondere al ricorrente 1'500 franchi a titolo di ripetibili. In altre parole, la decisione del Tribunale ribalta quella del Decs, che aveva per contro sanzionato il docente per il suo comportamento ritenuto inadeguato e irrispettoso nei confronti dei suoi superiori. Una vicenda che nel corso dell'estate non solo ha mobilitato colleghi e alunni di Caruso, ma che è finita pure sul tavolo della politica. È di questi giorni, infatti, l’interpellanza dell'Mps di cui ha riferito laRegione di ieri.

Il Dipartimento nel suo agire aveva fatto pesare, come ripercorre lo stesso Tribunale, due precedenti ammonimenti (nel 2012 e nel 2023), una segnalazione del direttore del Cpt e un rapporto della Divisione della formazione professionale, ritenendo così inopportuna la permanenza in servizio dell'insegnante "sia nell’interesse dell'Istituto scolastico coinvolto, sia del docente stesso". Argomentazioni contestate dal professore nel suo ricorso: per Caruso l'autorità, come ricorda anche il dispositivo del Tram, "avrebbe deciso sulla base di una semplice segnalazione, senza esperire una indagine, né accertamenti dei fatti"; giungendo a una sospensione "sproporzionata".

Sospensioni e diritti

E qui, come spiegato in precedenza, sta il punto. Un dipendente, fa memoria il Tram, può essere sospeso provvisoriamente "se l'interesse dell'amministrazione o della procedura lo esige". Ma il diritto di essere sentito "deve essere rispettato anche in materia di provvedimenti cautelari". Infatti, si chiarisce, nel caso di una sospensione immediata, alla persona interessata non è data la parola "soltanto se vi è pericolo nell'indugio o se un'audizione preventiva può vanificare lo scopo della decisione". In effetti, la dispensa dall’obbligo di sentire le parti è "applicabile soltanto in situazioni eccezionali", laddove l'interesse di adottare una sanzione supera quello del diritto di essere sentiti. E qui, ribadiscono i giudici, "non si intravvedono circostanze atte a giustificare una rinuncia alla preventiva audizione del ricorrente"; infatti il governo "non invoca alcuna situazione di pericolo".

L'Ocst: ‘Estrema soddisfazione’

Il Sindacato Ocst ha accolto con "estrema soddisfazione" il pronunciamento del Tribunale cantonale amministrativo. Una decisione, si sottolinea in una nota, che non solo annulla la sospensione dal servizio del professore, ma riabilita "il buon nome del docente e la sua seria professionalità e dedizione all’insegnamento". Tutto ciò, come detto, ha il sapore della vittoria per il Sindacato che dal febbraio 2023 sta accompagnando Roberto Caruso in questo suo difficile cammino; sin da quando "era stata avviata una sommaria procedura a suo carico, scaturita in un ammonimento che il nostro Sindacato ha già impugnato e per il quale è ancora pendente un ricorso al Tribunale cantonale amministrativo". La battaglia, si fa capire, non è ancora conclusa: ad oggi "un primo risultato importante è stato raggiunto, ma il Consiglio di Stato non ha ancora ritirato la propria decisione di prospettato licenziamento". Giunti sin qui, si annota, "Ocst auspica che il Consiglio di Stato e il Decs tornino finalmente sui propri passi e annullino ogni procedura nei confronti del docente, il quale non si è macchiato di alcuna colpa, se non quella di manifestare il proprio disagio e quello della sede ai funzionari dirigenti di riferimento". Si confida altresì che a livello cantonale si rispetti la decisione del Tram, riammettendo immediatamente in servizio il docente in vista dell’inizio delle scuole.

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