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Zali: ‘Lasciate laRegione fuori dall’aula penale’

Un'istanza del consigliere di Stato chiede che il nostro giornale non riferisca del processo che lo vede coinvolto come vittima di tentata estorsione

La data del processo non è ancora stata fissata
(Ti-Press)
13 agosto 2024
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laRegione non deve poter riferire del dibattimento – pubblico – che vedrà comparire davanti alla Pretura penale di Bellinzona la donna imputata, secondo quanto ipotizza l’atto d’accusa del procuratore generale Andrea Pagani, di tentata estorsione, tentata e consumata coazione, diffamazione e ingiuria ai danni del consigliere di Stato Claudio Zali e dell’allora sua compagna, la deputata del Plr in Gran Consiglio Simona Genini. A formulare la richiesta che il nostro giornale non possa scrivere del processo, in un’istanza di conciliazione inoltrata alla Pretura del distretto di Bellinzona l’8 agosto, è lo stesso Zali, che chiede anche la rimozione dal nostro sito web e dall’archivio online del giornale dei due articoli che hanno riferito del caso. “Questa spiacevole vicenda – scrive il consigliere di Stato motivando quella che secondo lui rappresenta una violazione del diritto alla personalità – riguarda solo ed esclusivamente fatti privati e dunque la sfera privata delle persone coinvolte, essendo incontrovertibile, e si suppone anche incontestato, che la fattispecie non concerne invece, in alcun modo, i ruoli e le attività istituzionali delle parti lese”.

Il procedimento penale, lo ricordiamo, era scattato in seguito alla denuncia presentata nel giugno del 2023 da Genini. Della vicenda avevamo scritto per la prima volta nell’edizione del 20 luglio dello stesso anno, dopo che l’imputata aveva pubblicato sul suo profilo aperto di Instagram la propria versione dei fatti. La donna, che è stata anche oggetto di una perizia psichiatrica disposta dal procuratore generale, avrebbe inondato di chiamate, messaggi ed e-mail dai toni forti la compagna del direttore del Dipartimento del territorio per chiedere a quest’ultima, stando alla versione dell’imputata, un confronto dopo aver saputo che stavano condividendo lo stesso partner, cioè Zali.

La tesi del direttore del Dipartimento del territorio, in estrema sintesi, è che “l’indicazione del suo nome e cognome sulla stampa, concernenti una vicenda di diritto penale minore che riguarda un ambito strettamente privato, e la comunicazione di suoi fatti estremamente privati quali le sue relazioni sentimentali, non siano giustificate né dalla notorietà né dalla funzione pubblica”.

La difesa dell’imputata rappresentata dall’avvocato Ivan Marci respinge integralmente le accuse di coazione ed estorsione. Il dibattimento non è ancora stato fissato. Per questo motivo Zali fa sapere tramite la propria istanza alla Pretura che, se il dibattimento dovesse essere fissato prima dell’udienza di conciliazione calendarizzata per lunedì 16 settembre, “si riserva la presentazione di un’istanza cautelare o supercautelare, non soggiacenti alla procedura di conciliazione, per evitare che si verifichi l’ulteriore aggravio della sua personalità”.