Shock in Curia e al Collegio privato asconese, dove l'uomo è stato prelevato mercoledì mattina all'alba. Fra i reati anche la coazione sessuale
Atti sessuali con fanciulli, coazione sessuale, atti sessuali con persone incapaci di discernimento o inette a resistere, pornografia. Sono le pesantissime ipotesi di reato che gravano sul cappellano del Collegio Papio di Ascona, don Rolando Leo, prelevato dalla polizia in collegio mercoledì mattina all’alba. Un procedimento penale è stato aperto dal Ministero pubblico, con la procuratrice pubblica Valentina Tuoni, che chiederà l’incarcerazione preventiva dell’uomo. Sarà poi il giudice dei provvedimenti coercitivi a valutare se vi siano i presupposti per concederla.
Stando a un comunicato diramato dalla Curia vescovile di Lugano – che peraltro non ha specificato le generalità dell’uomo, né fornito indicazioni riguardanti funzioni religiose né luogo di lavoro, ma ha parlato unicamente di “un Presbitero incardinato nella Diocesi di Lugano” – le indagini scaturite nel fermo ad Ascona erano partite da una segnalazione giunta direttamente all’Amministratore apostolico mons. Alain de Raemy. Alla segnalazione aveva fatto seguito “un attento esame e accompagnamento da parte della Commissione di esperti in caso di abusi sessuali in ambito ecclesiale, trasmessa agli organismi giudiziari competenti, d’accordo con la vittima e secondo quanto previsto dalle normative vigenti”.
Ovviamente, prosegue la Diocesi, “nel frattempo sono stati compiuti i passi previsti in ambito canonico e il Presbitero in questione è stato sospeso cautelativamente dall’esercizio del ministero, in attesa che vengano chiarite le sue responsabilità a livello penale”. La stessa Diocesi si dice “fiduciosa che l’opera dell’autorità giudiziaria possa giungere in tempi rapidi a determinare l’esatta fisionomia dei fatti accaduti”.