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Irb in prima linea contro malattie trasmesse da zanzare e zecche

Davide Robbiani, direttore dell’Istituto di ricerca in biomedicina di Bellinzona, si aspetta un aumento dei casi, anche in Ticino. Studi in corso

Morsi e punture possono provocare patologie anche gravi
(Keystone)
6 giugno 2024
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Saperne di più sulla diffusione delle malattie legate alle zanzare e alle zecche, così come individuare trattamenti per curarle. In estrema sintesi è questo uno dei campi su cui sta lavorando attualmente l’Istituto di ricerca in biomedicina (Irb) di Bellinzona in collaborazione con altri istituti, fra i quali quello di microbiologia della Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (Supsi) e il Servizio trasfusionale della Svizzera italiana. «Con l’avvicinarsi dell’estate ci attendiamo un aumento importante di alcune malattie trasmesse da questi organismi», precisa a ‘laRegione’ il direttore dell’Irb Davide Robbiani. Malattie che «fino a poco tempo fa erano limitate a regioni lontane, tropicali, mentre negli ultimi anni si stanno diffondendo anche alle nostre latitudini». E in Ticino, a causa della presenza della zanzara tigre (riscontrata per la prima volta nel 2003) dovuta in particolare al clima umido e caldo, «il rischio è più elevato rispetto ad altre regioni della Svizzera». Una situazione che, di conseguenza, incentiva la ricerca scientifica dalla quale possono emergere risultati essenziali per tutte le regioni del mondo toccate da questa problematica.

Dengue e febbre del Nilo occidentale

Una problematica che attualmente tocca in particolare il Sud America: dall’inizio dell’anno in Brasile i casi di dengue – malattia trasmessa dalle zanzare – hanno già superato i 5 milioni, provocando circa 3’000 decessi, il numero più alto mai segnato nel Paese. «Si tratta di una delle epidemie più importanti mai registrate», conferma Robbiani. Questa malattia – che si manifesta con febbre alta, mal di testa, dolori articolari ed eruzioni cutanee – sta ora interessando anche l’Europa: in Svizzera i casi registrati sono al momento pochi e sono solo stati ‘importati’ a seguito di un viaggio. In altre parole, non sono per ora stati segnalati casi di trasmissione locale. Ciò accade quando una zanzara tigre punge dapprima una persona infetta e poi un’altra, trasmettendo la malattia. Casi del genere sono tuttavia stati registrati nel Sud dell’Europa, anche in Italia. Sempre in Italia tra il 2022 e il 2023 sono anche emersi focolai della febbre del Nilo occidentale che pure può essere trasmessa da zanzare. In Svizzera il relativo virus è stato individuato per la prima volta nel 2022 nelle zanzare proprio in Ticino (finora non risultano persone infettate). Se da un lato per la dengue sono disponibili dei vaccini (non ancora omologati nella Confederazione), dall’altro per la febbre del Nilo occidentale l’unica misura preventiva consiste nel cercare di evitare di farsi pungere, utilizzando repellenti, indossando vestiti lunghi, larghi e chiari. Misure che rappresentano ancora la migliore soluzione per evitare di contrarre queste malattie. Le autorità sanitarie, inoltre, raccomandano anche di mettere in atto misure per combattere la diffusione della zanzara tigre, come evitare i ristagni d’acqua in giardino o nei sottovasi.

Borreliosi ed encefalite

Le zanzare non sono però gli unici organismi che possono trasmettere malattie: pure i morsi delle zecche possono infatti provocare problemi, come la borreliosi di Lyme (presente anche alle nostre latitudini) e l’encefalite – infezione al cervello – da zecca. Quest’ultima è diffusa in Svizzera, ma, per ora, non in Ticino e nemmeno nel Canton Ginevra. Il problema è che «si sta diffondendo in zone dove prima non era presente e dove, di conseguenza, la popolazione non è abituata a proteggersi», sottolinea Robbiani. Anche per l’encefalite da zecca è disponibile un vaccino e quale ulteriore misura preventiva si consiglia di coprire le parti esposte quando si cammina nell’erba alta o nel sottobosco, di indossare vestiti lunghi o di utilizzare repellenti. Il direttore dell’Irb segnala inoltre l’applicazione per smartphone ‘Zecca’, sviluppata dall’Alta scuola per le scienze applicate di Zurigo: «Grazie alle segnalazioni della popolazione (è pure possibile far analizzare la zecca per capire se sia fonte di malattie) si può capire quali malattie si diffondono in quali parte della Svizzera».


Photo by Jan Erhart
Zecche che trasmettono il virus dell’encefalite

Fra diffusione e trattamenti efficaci

Insomma, «le conseguenze di una puntura di zanzara o del morso di una zecca possono potenzialmente essere anche molto gravi», precisa Robbiani. Per questo motivo l’Irb sta portando avanti in collaborazione con altri istituti degli studi. «Da un lato vi è l’aspetto epidemiologico: si cerca di capire la diffusione, anche di nuovi virus come quello di Alongshan riscontrato circa due anni fa per la prima volta in Svizzera nelle zecche. Dall’altro vi è l’aspetto traslazionale, ovvero il trattamento una volta contratta la malattia. In questo caso è ad esempio in fase di sviluppo un farmaco sperimentale per combattere l’encefalite da zecca. La fase clinica dovrebbe iniziare già l’anno prossimo. Vi sono poi studi internazionali con i quali si sta cercando di individuare un trattamento che possa essere efficace contro tutti i flavivirus, di cui fanno parte quelli che provocano la dengue, la febbre del Nilo, la Zika e anche l’encefalite da zecca». Studi che permetteranno dunque di aiutare a combattere queste malattie che si stanno diffondendo sempre di più, in concomitanza con l’aumento di zanzare e zecche.

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