I legali dell'uomo condannato all'ergastolo per aver ucciso a martellate la moglie e la figlia 16enne insistono sul vizio mentale al momento dei fatti
Avrà un seguito nel terzo grado di giudizio la vicenda penale della strage di Samarate, in provincia di Varese, della notte tra il 3 e 4 maggio 2022, quando un 58enne uccise a martellate nel sonno la moglie e la figlia sedicenne ferendo in modo gravissimo il figlio 21enne, che porta ancora i segni dell'aggressione.
L'uomo, a cui il tribunale d'appello ha confermato la condanna all'ergastolo lo scorso febbraio, ha depositato il ricorso in corte di Cassazione. L'opposizione verte sempre sul non riconoscimento dell'incapacità di intendere e di volere al momento del fatto da parte dell'omicida reo confesso. Un vizio mentale già escluso dalla perizia super partes discussa in primo grado. "Continua a firmare ricorsi, a noi sembra capacissimo di intendere e di volere – commenta brevemente Stefano Bettinelli, avvocato di parte civile per la famiglia della moglie – I miei assistiti non commentano, ma non capiscono. Intendiamo, sta esercitando un suo diritto e nessuno vuole negarglielo, ma per i miei assistiti, in particolare per il figlio, è un continuo calvario".