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Il Tour de Suisse risale a Carì: ‘Corteggiati da anni’

Il 13 giugno la 5ª tappa del Giro della Svizzera finirà in cima alla salita del villaggio leventinese. Gendotti: ‘Giornata di festa e grande visibilità’

3 aprile 2024
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A distanza di otto anni, la carovana del Tour de Suisse giungerà nuovamente a Carì, località di arrivo, giovedì 13 giugno, della quinta tappa della 87esima edizione. In un periodo di grande entusiasmo per il pedale (i record di ascolti televisivi sono lì a dimostrarlo), gli organizzatori di uno degli eventi più importanti del panorama ciclistico professionistico per quanto riguarda le corse a tappe della durata di una settimana, confermano anche quest’anno l’interesse per il Ticino, dove passeranno ben tre frazioni sulle otto totali.

Il giorno prima si arriva sul San Gottardo

Quella del 13 giugno sarà tuttavia l’unica che si svolgerà interamente sul nostro territorio. Il giorno prima ci sarà l’affascinante arrivo sul passo del San Gottardo ma dal versante urano (partenza dal comune zurighese di Rüschlikon), mentre la frazione numero sei scatterà da Locarno con destinazione Blatten (Vallese). A Carì l’entusiasmo è grande e i preparativi fervono per un appuntamento mirato anzitutto a promuovere il potenziale paesaggistico e turistico locale. «Naturalmente, in questi casi, ci si aspetta un grande ritorno a livello di immagine, visto che per diversi giorni si parlerà di Carì, di Faido e in generale dell’Alto Ticino», afferma Gabriele Gendotti, presidente del comitato organizzativo dell’arrivo della tappa che partirà dalla Gottardo Arena di Ambrì. «Nel 2016 abbiamo visto l’interesse generato da un evento in grado di portare tanti ciclisti amatoriali a Carì, prima, durante e soprattutto nei mesi successivi alla gara. Oltre alla visibilità (data ovviamente anche dalla diretta televisiva, ndr), c’è poi l’indotto economico diretto per la regione, basti pensare ai pernottamenti e alla fornitura dei prodotti enogastronomici da parte di realtà locali». Ancora Gendotti: «L’esperienza del 2016 ci ha stimolato a metterci nuovamente in gioco. Già negli scorsi anni, gli organizzatori del Tour avevano manifestato l’interesse di tornare a Carì, visto che hanno bisogno di arrivi di tappa attrattivi come il nostro. Ma il lavoro da fare è grande, e va quindi trovato il momento e la motivazione giusta».

L’organizzazione della tappa per quanto riguarda logistica, trasporti, sicurezza, attività e gastronomia (il budget richiesto è di 180-200mila franchi, garantiti da sponsor, BancaStato in primis, e sostenitori) è affidata all’associazione Carì Events. Fanno parte del comitato organizzativo anche rappresentanti dei Comuni di Faido e Quinto, oltre che dell’Organizzazione turistica regionale. Per il 13 giugno saranno necessari circa 100 volontari, facendo capo alle associazioni che ruotano attorno alla realtà di Faido e Carì.

Si passa anche dalla Riviera, Valle di Blenio e Bellinzonese

Gendotti svela in anteprima il percorso della quinta frazione, che si annuncia come una delle più impegnative del Tour. Un percorso di 148,8 chilometri, per un dislivello in salita di 3’200 metri, che andrà a toccare tutte le zone delle Tre Valli e anche il Bellinzonese: partenza dalla Gottardo Arena di Ambrì, passaggio sui monti sopra Quinto passando da Altanca e Ronco, discesa del Piottino, salita a Carì dal versante di Osco e discesa verso Faido dal versante di Molare, Campello e Calpiogna. Dalla Leventina la carovana scenderà a sud, attraversando la Riviera e giungendo ad Arbedo-Castione passando dalla sponda di Lodrino, Preonzo e Gorduno. Da Arbedo-Castione si risale a Biasca dalla sponda di Claro e Cresciano. A Biasca si devierà in Valle di Blenio fino a Semione, ritorno a Biasca, salita a Faido e rampa conclusiva fino a Carì dal versante di Calpiogna, Campello e Molare: il gran finale da circa 12 chilometri con una pendenza media all’8,1% e picchi al 13, per un dislivello verticale di quasi 1’000 metri, passando dai 715 metri di altitudine di Faido ai 1’650 di Carì. Un’ascesa molto impegnativa che non darà fiato ai corridori eccetto per il tratto di falsopiano all’altezza del paese di Campello (quando al traguardo mancheranno ancora quasi quattro chilometri all’8-9% di pendenza).

Se il fascino dell’arrivo sul Passo del San Gottardo (la montagna più battuta nella storia del Tour de Suisse) è ovviamente un grande colpo per la corsa, la salita di Carì dal versante di Calpiogna, Campello e Molare – già percorsa quale ultima asperità della quinta tappa dell’edizione del 2016 – può vantare il prestigioso parallelismo con la mitica scalata dell’Alpe d’Huez, ascesa iconica della storia del Tour de France. Il paragone a qualcuno potrà far sorridere. Eppure, cifre alla mano, regge. Oltre a svilupparsi lungo 21 tornanti (22 quelli sulla strada per Carì) presenta una lunghezza e una pendenza media simile a quella della località leventinese, peraltro anch’essa meta sciistica, seppur non delle stesse dimensioni della stazione situata nel cuore delle Alpi francesi.

Doppia salita a Carì (anche da Osco)

Per il pubblico, il doppio passaggio da Carì rappresenta un bel incentivo per salire in quota e godersi l’atmosfera di festa. «Come otto anni fa, prevediamo di allestire delle zone di parcheggio a Faido dove si potrà lasciare la macchina. Gli spettatori potranno quindi salire a Carì esclusivamente con dei bus navetta. Nella zona dell’arrivo, dove ci attendiamo la presenza di 800-900 persone, saranno piazzati tre capannoni con buvette, attività, musica e intrattenimento durante tutta la giornata. All’altezza dell’ospedale di Faido organizzeremo inoltre una zona riservata agli allievi delle scuole. Il ciclismo è ancora uno sport popolare, in grado di avvicinare e appassionare un po’ tutti, dai più piccoli alle persone più anziane. Penso che sono in tanti a ricordarsi del passaggio del Tour de Suisse da bambini, quell’emozione di esserci anche solo per accaparrarsi qualche gadget».