Ticino

Norman Gobbi si autosospende dalla conduzione della Polizia

Così il direttore del Dipartimento istituzioni, dopo l’apertura di un procedimento penale sul suo incidente e la procedura che ne è seguita

In sintesi:
  • Dopo la richiesta della sinistra di ieri, oggi lunga discussione in governo
  • La competenza passa temporaneamente a Claudio Zali
  • ‘Ribadisco con forza la mia totale estraneità a qualsiasi ipotesi di comportamento pur solo scorretto’
La decisione è presa
(Ti-Press)
27 marzo 2024
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“Ho deciso a malincuore di autosospendermi temporaneamente dalla responsabilità politica della Polizia cantonale sin tanto che le inchieste in corso, amministrativa e giudiziaria, non siano terminate”. Sono queste le parole che il direttore del Dipartimento istituzioni Norman Gobbi affida al proprio legale, l’avvocato Renzo Galfetti, prima ancora che il Consiglio di Stato abbia inoltrato una nota alla fine della lunghissima riunione straordinaria del collegio che ha avuto luogo ieri pomeriggio. Un incontro iniziato poco dopo pranzo e terminato definitivamente alle 17.44, quando il governo ha lasciato la sala al primo piano di Palazzo delle Orsoline.

Sempre nel testo diffuso da Galfetti, Gobbi afferma di fare questo passo “con lo spirito di servizio e senso dello Stato che mi contraddistinguono, col rispetto che porto nei confronti delle istituzioni e del collegio governativo (ingiustamente tirato in ballo) e soprattutto a tutela dei miei affetti familiari che in questo momento subiscono attacchi inauditi”. Il direttore del Dipartimento istituzioni conclude la nota affermando di tornare “a ribadire con forza la mia totale estraneità a qualsiasi ipotesi di comportamento pur solo scorretto”.

La competenza passa temporaneamente al supplente Claudio Zali

La nota ufficiale del Consiglio di Stato arriva dieci minuti dopo quella dell’avvocato Galfetti. Una stringatissima nota nella quale il governo scrive che “nella sua seduta odierna (di ieri per chi legge, ndr), ha accolto la richiesta del Direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi di cedere temporaneamente la responsabilità politica della Polizia cantonale. La decisione non avrà effetti sull’operatività della Polizia cantonale – che continuerà a essere garantita secondo le consuete modalità organizzative – e rimarrà in vigore fino al termine del procedimento penale aperto dal Ministero pubblico”.

La responsabilità politica della Polizia cantonale “è stata temporaneamente affidata all’altro ‘ministro’ leghista Claudio Zali, Consigliere di Stato supplente per il Dipartimento delle istituzioni”.

Il Consulente giuridico del Consiglio di Stato, infine, “è stato designato dal governo quale suo rappresentante nell’esercizio del diritto di accesso agli atti nell’ambito dell’inchiesta penale che vede coinvolto un agente della Polizia cantonale”.

Il presidente del governo Raffaele De Rosa, che abbiamo tentato di contattare, ha fatto sapere di non avere nulla da aggiungere a quanto scritto dal Consiglio di Stato e di rimettersi quindi alla nota dell’Esecutivo cantonale. È quindi impossibile sapere se la questione dell’attribuzione temporanea della Polizia cantonale a un altro Dipartimento sia stata posta dal governo o se sia stata una decisione presa autonomamente da Gobbi. Quest’ultimo, nel comunicato diramato dal suo assistente legale Renzo Galfetti, sostiene di aver deciso lui la autosospensione. Lasciano comunque perplessi le modalità di comunicazione. Ci si sarebbe aspettati una conferenza stampa del governo. Nulla. Segno, probabilmente, di mancanza di coraggio (politico): insomma, meglio sottrarsi alle domande dei giornalisti.

La richiesta di autosospensione, lo ricordiamo, era giunta dal copresidente del Partito socialista Fabrizio Sirica martedì, subito dopo la notizia giunta dalla Procura dell’apertura di un incarto sull’incidente. Più tiepidi e sfumati erano stati Alessandra Gianella per il Plr, Fiorenzo Dadò per il Centro e Piero Marchesi per l’Udc: tutti e tre avevano affermato che era semplice competenza del governo.

Sirica: ‘Passo nella giusta direzione’

Raggiunto da ‘laRegione’ per un commento, Fabrizio Sirica sottolinea che «sebbene si tratti di un passo che doveva essere fatto prima, accolgo la notizia con una soddisfazione non politica né partitica, ma per il rispetto delle istituzioni». Per Sirica «quello che è importante è soprattutto questo, adesso si continui a cercare di ritrovare la fiducia persa perché è chiaro che situazioni come questa la fiducia la fanno perdere e portano a spaccature nel sentimento di equità». Adesso, per il copresidente del Ps «serve fare chiarezza su tutte le zone grigie che restano e anzi, aumentano sempre di più. È un passo nella giusta direzione, attendiamo l’esito dell’inchiesta penale e vedremo se si riuscirà a ottenere tutta la trasparenza necessaria: ogni singolo aspetto della vicenda e ogni punto della dinamica dovrà essere ricostruito e le responsabilità attribuite».

Dadò: ‘Anche il comandante Cocchi rifletta se non sia il caso di autosospendersi temporaneamente’

«Affinché l’inchiesta penale possa svolgersi nella più totale indipendenza e trasparenza, anche chi all’interno della Polizia cantonale ricopre funzioni dirigenziali e si è occupato della vicenda dovrebbe riflettere se non sia il caso di autosospendersi temporaneamente. Una riflessione che deve fare pure il comandante Matteo Cocchi», afferma da noi contattato il presidente e deputato del Centro Fiorenzo Dadò (autore della dettagliata interpellanza sull’incidente stradale occorso a Gobbi), ribadendo in sostanza quanto dichiarato al ‘Corriere del Ticino’.

Lega: ‘Non era necessario’

In serata è arrivato anche il comunicato della Lega dei Ticinesi. “Questa decisione non era affatto necessaria. Norman Gobbi non ha assolutamente nulla da rimproverarsi”, scrivono i suoi quattro vicecoordinatori Alessandro Mazzoleni, Daniele Piccaluga, Antonella Bignasca e Roberta Pantani. “A provocare questa decisione è infatti una vicenda che, non lo si ribadirà mai abbastanza, è soltanto una sordida montatura politico-mediatica a scopo elettorale, fondata sul nulla”. La Lega afferma che “è solo e soltanto questa ‘shitstorm’, e dunque coloro che l’hanno orchestrata, a danneggiare la credibilità delle istituzioni: di questo, i responsabili dovranno rendere conto”.

Una sordida montatura politica-mediatica? Uella! Mazzoleni e cofirmatari dimenticano che per fare piena luce sulla vicenda è stato aperto un procedimento penale. A dettare i tempi sarà ora l’inchiesta penale aperta dal procuratore generale Andrea Pagani nei confronti di un agente della polizia cantonale e di ignoti. Le ipotesi di reato sono abuso di autorità e favoreggiamento. Il Consiglio di Stato ha infatti comunicato che in attesa dell’esito del procedimento penale sono sospesi gli atti parlamentari sul caso. Non ci sarà quindi probabilmente nessuna risposta il prossimo 15 aprile, durante la seduta del Gran Consiglio, alle interpellanze pendenti. Tra cui quella di Dadò, che aveva reso pubblico il caso dell’incidente leventinese.