Le sottoscrizioni alla petizione sono state consegnate ai sindaci dei due Comuni, che ritengono la richiesta giustificata e necessario intervenire
Sono 826 le firme raccolte dalla petizione che chiede di posare ripari fonici lungo l’A13 tra Grono e Cama. «Un’ottima adesione, e questo significa che il problema è sentito», ha affermato oggi, 12 marzo, Nora Damonti Noi, prima firmataria del testo, consegnando le sottoscrizioni raccolte tra il 12 giugno e il 31 ottobre 2023 ai sindaci dei due Comuni mesolcinesi, di fronte al Municipio di Cama. Comuni che con i loro esecutivi ora si attiveranno in particolare nei confronti dell’Ufficio federale delle strade (Ustra), ritenendo che un intervento a protezione dai rumori generati dai veicoli che transitano sull’autostrada sia necessario, così da evitare problemi della salute agli abitanti. Una richiesta in questo senso era già stata portata avanti in passato dal sindaco di Grono, nonché granconsigliere grigionese, Samuele Censi, ma Ustra aveva indicato che, stando alle sue misurazioni, il rumore non era tale da giustificare un intervento. Tuttavia, il traffico sull’A13 è in costante aumento e «le preoccupazioni degli abitanti sono dunque più che giustificate», ha sottolineato Censi. Anche secondo il sindaco di Cama Davide Nollo «la problematica è nota e attuale e tocca un’ampia fascia della popolazione. Ora porteremo avanti congiuntamente questa richiesta».
«I dati pubblicati recentemente da Ustra, mostrano che dal 2021 al 2023 il traffico sull’A13 è aumentato di circa il 16%, raggiungendo quasi i 5 milioni di passaggi annuali», ha rilevato Damonti Noi. Traffico che dagli anni 70 «è triplicato». Inoltre, «durante l’estate del 2022 sono stati riscontrati aumenti fino al 130% rispetto alla media giornaliera annuale, che corrisponde a più di 29mila passaggi in un solo giorno, con picchi di 40 veicoli ogni minuto». E non si tratta di un caso isolato: «Durante i weekend tra giugno e settembre, sia nel 2022, sia nel 2023, i passaggi giornalieri hanno spesso superato le 20mila unità». Di conseguenza durante l’estate, «quando si può stare di fuori sulla propria terrazza o in giardino, il rumore diventa insopportabile, in particolare nei fine settimana quando le persone vorrebbero rilassarsi dopo la settimana lavorativa». Non da ultimo anche con il rilancio di San Bernardino e la riapertura degli impianti di risalita ci si aspetta un ulteriore aumento del traffico.
Oltre a dare molto fastidio, il rumore – e questo è il punto – «genera problemi alla salute, come ipertensione, malattie cardiovascolari, disturbi della concentrazione e, nei casi più gravi, perfino l’infarto», precisa Damonti Noi. «Lo dimostrano svariati studi». Insomma, sono parecchie le persone, non solo di Cama e Grono, che ora chiedono dei ripari fonici sulla tratta che parte dal semisvincolo Pascolet e che poi costeggia Leggia (frazione di Grono) e Cama, fino all’altezza di Norantola (frazione di Cama). Ripari che, stando ai promotori della petizione, dovrebbero essere posati in entrambe le direzione, essere efficaci anche in altezza (vi sono infatti diverse abitazioni sul versante della montagna) e non impattare sul paesaggio (utilizzando ad esempio piante rampicanti sempreverdi per ricoprire i pannelli).
Da parte sua Censi ha ricordato che lo scorso ottobre la consigliera di Stato grigionese Carmelia Maissen (direttrice del Dipartimento infrastrutture, energia e mobilità), rispondendo a un atto parlamentare dello stesso granconsigliere, aveva affermato che il governo è preoccupato dal costante aumento del traffico. E «questo dimostra che la nostra preoccupazione è giustificata, in particolare su questa tratta dove l’autostrada passa a ridosso delle abitazioni». Inoltre, «a giustificare un intervento vi è anche il fatto che negli ultimi 5-10 anni è stato riscontrato un importante incremento demografico». Sempre più persone sono dunque confrontate con la problematica del rumore generato dai veicoli. Concretamente i due Comuni chiederanno a Ustra di «prendere sul serio questa problematica, eseguendo ulteriori misurazioni e posando ripari fonici a favore del benessere degli abitanti».
Da noi contattato, Marco Fioroni, direttore della filiale di Bellinzona di Ustra, conferma che, in base alle misurazioni effettuate sul tratto in questione, «i limiti definiti dall’Ordinanza contro l’inquinamento fonico sono rispettati. E lo saranno almeno fino al 2030». I mezzi finanziari a disposizione impongono di fare delle scelte, «dando la priorità a investimenti in zone dove questi limiti vengono superati».