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Strage di Erba, si torna in aula a Brescia

Molta l’attesa per l’udienza, fissata il 1° marzo, dei coniugi Rosa Bazzi e Olindo Romano, ritenuti responsabili di quanto accadde l’11 dicembre 2006

I due coniugi parlano tra loro nella cella del tribunale di Como il 17 novembre 2008
(Keystone)
27 febbraio 2024
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C’è molta attesa per l’udienza fissata venerdì primo marzo alla Corte d’appello di Brescia: i giudici della seconda sezione del tribunale bresciano sono chiamati a valutare in punta di diritto, oltre che nel merito, la richiesta di revisione del processo che – nei tre gradi di giudizio che si sono succeduti nel corso degli anni – è terminato con la condanna all’ergastolo di Rosa Bazzi e Olindo Romano, ritenuti responsabili di quanto accadde la sera dell’11 dicembre 2006 in via Diaz a Erba.

A chiedere la revisione i difensori, il sostituto procuratore di Milano e il tutor dei coniugi erbesi

Una mattanza conclusasi con tre donne e un bambino di due anni ammazzati in rapida successione, in quello che è considerato il più grave fatto di sangue compiuto in Italia dal secondo dopoguerra. Le sentenze di primo, secondo e terzo grado hanno stabilito che i coniugi erbesi hanno ucciso a coltellate e sprangate Raffaella Castagna, sua madre Paola, suo figlio Youssef e la vicina di casa, Valeria Cherubini, al cui marito, Mario Frigerio, Olindo (stando all’accusa) tagliò di netto la gola, ma si salvò grazie a una malformazione alla carotide. A chiedere la revisione del processo – richiesta in passato, ma respinta due volte – sono stati i difensori di Rosa e Olindo, il sostituto procuratore di Milano Cuno Tarfusser e il tutor dei coniugi erbesi.

Sette nuove consulenze, rilettura di fatti e circostanze, intercettazioni ambientali, telefoniche e audio

Venerdì si saprà quali fonti di prova saranno ritenute valide e quindi se dare vita a un processo bis, non più a carico di Rosa e Olindo, in quanto immediatamente scagionati. Gli avvocati dei coniugi erbesi, in carcere da diciassette anni, si presenteranno all’udienza di venerdì con sette nuove consulenze, rilettura di fatti e circostanze, intercettazioni ambientali, telefoniche e audio che definiscono “inedite”, delle quali non si hanno anticipazioni. E con una lista di trentatré testimoni (consulenti, giornalisti, ex detenuti), tutti pronti a deporre a favore di Rosa e Olindo.

‘Più picchiavo, più accoltellavo, più mi sentivo sollevata, mi sentivo forte’

Allegati agli atti anche i video di Rosa e Olindo, raccolti all’epoca in diverse sedute dallo psicologo e criminologo Massimo Picozzi, consulente della difesa. I due si soffermano sui rapporti sempre più tesi con Raffaella Castagna: angherie, liti furenti. Rosa, nel video-racconto trasmesso per la prima volta la scorsa settimana dal programma Mediaset ‘Quarto grado’ diretto da Gianluigi Nuzzi, dice in lacrime che quella sera “più picchiavo, più accoltellavo, più mi sentivo sollevata, mi sentivo forte... combatti con me adesso. Fai adesso... dai... reagisci…”. Mentre Olindo, dopo aver confermato che la scintilla che ha armato lui e Rosa è stata la citazione a giudizio davanti al giudice di pace, nel video racconta: “Lì non ci abbiamo visto più. In casa sono entrato prima io... non so se gli ho dato una legnata o una sprangata sulla testa... è caduta a terra secca”.

‘Io sinceramente non provo alcun rimorso… niente, niente. Io la notte dormo tranquillo’

A proposito dei coniugi Frigerio l’ex netturbino dice di aver visto Valeria Cherubino sulle scale: “Per non farci vedere siamo rientrati in casa Castagna. Siamo stati lì per alcuni minuti. Poi, siamo usciti: loro erano lì fuori. L’unica cosa che mi ricordo è che sono saltato addosso al marito”. Rimorso? “Io sinceramente (è Olindo a parlare, ndr) non provo alcun rimorso… niente, niente. Io la notte dormo tranquillo. Anche quando li ho uccisi non è che ho provato dispiacere oppure ho provato disgusto... Per me è stata una cosa normalissima come ammazzare un coniglio. Frigerio? Quando ho saputo che era sopravvissuto ho detto a Rosa ‘speriamo che muoia anche questo’ invece non è morto e siamo qui”. Video che non depongono certamente a favore dei coniugi che, ricordiamo, dopo essersi dichiarati colpevoli hanno poi ritrattato affermando che la loro confessione agli investigatori era stata in qualche modo estorta.