Tempo di bilanci: dal risanamento delle finanze ai progetti edilizi. Ma l’aggregazione coi vicini, per il comune da anni un obiettivo, è rinviata.
Le elezioni comunali di aprile porteranno senz’altro una grande novità per gli abitanti di Lamone: Marco Balerna, sindaco da ormai vent’anni, ha annunciato che non si ricandiderà e che, almeno per il momento, lascerà il mondo della politica. «Lascio essenzialmente – spiega a ‘laRegione’ Balerna – perché dopo vent’anni mi sembrava giusto lasciare il posto a qualcun altro. Inoltre mi sento di dire che la nostra lista (della sezione Plr di Lamone, ndr) è forte, per cui ci sarà sicuramente qualcuno di valido da potermi sostituire». Un potenziale sostituto, secondo Balerna, è l’attuale vicesindaco Daniele Franzoni, anche lui del Plr. «Abbiamo lavorato oltre dieci anni insieme, e quindi auspico che sia lui a succedermi, anche per il fatto che è giovane e ha già espresso la sua disponibilità a riprendere lo scettro».
In Municipio dal 2000 e sindaco dal 2004, Balerna è entrato in carica alla giovane età di 32 anni. Negli anni sono molti i progetti portati avanti. E il primo a venirgli in mente non è però un successo politico. «Mi sento di dire – afferma – che ho saputo portare è un clima di lavoro disteso. In passato ci sono stati degli anni in cui si passava il tempo a litigare e a discutere, e da come leggo sui giornali, alcuni Municipi vivono ancora queste realtà. Per me l’impegno era stato quello di cercare di smorzare gli animi di cercare di pensare al bene del Comune, e non tanto ai litigi e ai personalismi».
Ovviamente il sindaco non ha mancato di menzionare i grandi progetti, dei quali alcuni sono ancora in ballo. «Stiamo concludendo la costruzione dell’asilo – dice –. La nuova scuola per l’infanzia è uno di quei progetti sui quali ci siamo impegnati molto. Ci sono poi i diversi investimenti fatti insieme a Cadempino per risanare il bosco attorno al comune, che è un po’ il nostro patrimonio. Un altro bel colpo è stato riuscire a vendere la nostra acqua al Comune di Cadempino. Infine mi viene in mente il risanamento delle finanze: quando sono entrato in Municipio nel 2000, non eravamo proprio in una situazione finanziaria rosea mentre ora va meglio. Abbiamo trascorso degli anni di austerità, e seppure ora la situazione non sia propriamente rosea, quanto meno è solida».
«Un altro traguardo che secondo me è importante – continua – è il nostro ruolo istituzionale: siamo diventati un partner affidabile per gli altri Comuni, che negli anni ci hanno dato diverse responsabilità. Ad esempio quando scriviamo abbiamo sempre una buona rispondenza, segno che negli anni siamo riusciti ad allacciare dei buon rapporti. Facciamo inoltre parte della Commissione Vedeggio Valley, che ha ottenuto diversi risultati positivi, e il nostro vicesindaco è presidente della commissione della Polizia Vedeggio, della quale Lamone è il Comune polo».
Con 24 anni di presenza nel Municipio, si può tranquillamente definire Balerna come un testimone dei cambiamenti vissuti dal Comune. «Lamone è cambiato tanto – dice infatti –. Si è costruito molto e rispetto a 24 anni fa il panorama è cambiato». Ma a cambiare è stato anche il panorama politico, oltre a quello paesaggistico. «Con il tempo l’interesse per la politica è andato scemando, e se un tempo c’era quasi la gara a chi voleva entrare in Municipio o in Consiglio comunale adesso si fa fatica a fare le liste. Noi li abbiamo trovati, e abbiamo riproposto lo stesso numero di quattro anni fa, però non è così evidente. Un tempo era molto più facile, forse anche perché c’erano più occasioni di incontro. Il Covid ha lasciato il segno, e seppur oggi ci siano ancora le manifestazioni, la gente è un po’ più restia a trovarsi. Anche noi ci trovavamo molto più spesso come gruppo. Ora sono cambiati i ritmi, quindi è anche più difficile arrivare a contattare la gente, anche perché appunto si è costruito molto quindi molte persone oggi non si conoscono neanche più e diventa difficile poi raggiungerle. È anche vero che noi usiamo ancora i vecchi volantini, e probabilmente dovremmo aggiornare i metodi per contattare le persone».
Negli scorsi giorni abbiamo parlato di una possibile futura aggregazione tra tre Comuni del Medio Vedeggio, un progetto al quale anche Lamone e Cadempino avrebbero voluto aderire. «Eravamo arrivati a far fare uno studio ai segretari comunali – spiega Balerna –, e l’idea era quella di presentarlo ai cinque Municipi, possibilità che però ci è stata negata. Questo perché Manno, Bedano e Gravesano avevano espresso il desiderio di proseguire con un’aggregazione a tre, motivando che un’aggregazione a cinque gli sembrava troppo grande. Sia noi che Cadempino ci siamo rimasti male, perché saremmo almeno voluti arrivare alla presentazione, poi se non si fosse proseguito con il progetto della fusione lo avremmo accettato».
E che dire di un’eventuale fusione unicamente con il Comune dirimpettaio? «A Lamone siamo molto aperti, e crediamo al fatto che ci voglia un’aggregazione nella valle del Vedeggio. Con il precedente sindaco di Cadempino c’era però sempre stata una chiusura totale, soprattutto per via del loro moltiplicatore d’imposta, mentre ora con Tom Cantamessi la questione si è più aperta. Il discorso è già stato intavolato più volte e se n’è parlato. A noi come Comune andrebbe bene, anche perché la situazione di Cadempino è cambiata, e nella mia visione prima o poi si arriverà a fare le fusioni, come le hanno fatte con successo molte delle nostre associazioni. Penso che anche i Comuni arriveranno a questo passo, anche se poi si fatica a dialogare in questo ambito, perché poi molto spesso gli altri Comuni cambiano idea. Noi siamo sempre stati coerenti fin dall’inizio, ma è un po’ difficile trovare la quadra».
Interpellato sulla questione dell’aggregazione, anche il sindaco di Cadempino Tom Cantamessi – che si ricandiderà alle prossime elezioni – si è dichiarato possibilista. «Qualora se ne parlasse io non mi tirerei indietro. Secondo me sarà sicuramente corretto approfondire il tema – dichiara –, poi non so se si farà l’aggregazione, ma vale la pena fare uno studio per avere dei dati concreti. Nei prossimi anni le aggregazioni saranno ancora un tema, anche solo per ottimizzare la gestione del personale che diventa sempre più difficile. Ma adesso con il cambio degli esecutivi, non mi sembra il caso di parlarne, almeno non fino a dopo le elezioni».