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Strada Val Calanca: ‘Impegno immediato, sennò sarà protesta’

Graziano Zanardi (sindaco di Rossa) è deluso dal governo retico, al quale chiede ora di incontrare la comunità per trovare soluzioni efficaci e durature

Massi sulla carreggiata il 22 settembre 2023
(Rescue Media)
9 gennaio 2024
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«Attualmente 500 persone rischiano la vita ogni giorno mentre fruiscono della strada della Val Calanca». Viste le frane sempre più frequenti Graziano Zanardi, sindaco di Rossa, è «estremamente preoccupato per la sicurezza» degli abitanti della valle e auspica quindi «un chiaro impegno e un sostegno da parte del Cantone». In una lettera inviata lo scorso 29 dicembre al presidente dell'esecutivo grigionese Peter Peyer, il promotore e primo firmatario della petizione con la quale 1’719 firmatari chiedevano urgentemente di migliorare la sicurezza della strada cantonale, si dice "profondamente dispiaciuto, indignato e molto deluso dalla risposta che abbiamo ricevuto riguardo alla nostra richiesta". Lettera con la quale chiede al governo di incontrare la comunità «quanto prima possibile» per trovare «soluzioni efficaci e durature». Zanaradi precisa tuttavia che «in mancanza di una risposta chiara e di un impegno immediato da parte del governo, ci vedremo costretti a organizzare manifestazioni forti di protesta», in modo da «far sentire la nostra voce e sottolineare l'urgenza di questa questione cruciale».

Frane che isolano la popolazione e generano insicurezza

Ricordiamo che la strada della Val Calanca – unico collegamento per i Comuni di Buseno, Calanca e Rossa – è stata più volte oggetto di frane anche di grandi dimensioni che hanno più volte danneggiato in modo importante la carreggiata, isolando di conseguenza per più giorni gli abitanti della parte interna della valle che sono ormai afflitti da una costante sensazione di insicurezza e ansia. L'ultimo evento risalente allo scorso 22 settembre (si trattava del terzo in meno di un anno sulla tratta fra il ponte ad arco sulla Calancasca e la galleria nei pressi della segheria di Buseno) aveva generato diverse reazioni: le più concrete sono state l'incarico presentato lo scorso ottobre da Rosanna Spagnolatti, vicesindaca di Buseno nonché granconsigliera, con il quale chiede al governo di realizzare delle gallerie artificiali e la petizione lanciata da Zanardi, le cui firme sono state consegnate alla fine di ottobre. L'atto parlamentare di Spagnolatti (sottoscritto da una sessantina di deputati) è ancora pendente, mentre alla petizione l'esecutivo grigionese ha risposto lo scorso 20 dicembre, ribadendo che alla fine del 2023 le misurazioni tramite interferometria radar per l'individuazione precoce di frane sono state estese ad altre zone; che nel 2024 diverse grandi masse rocciose instabili saranno rimosse o messe in sicurezza e che a partire da questo nuovo anno saranno effettuate modellizzazioni della caduta di massi sulla base delle quali verrà esaminata la necessità di ulteriori misure edilizie di messa in sicurezza. In altre parole al momento non sono previste gallerie a protezione dei punti più sensibili della strada cantonale.

‘Misure non sufficienti’

«Non è abbastanza: serve una premunizione più concreta», sostiene Zanardi, ritenendo che non vi sia nemmeno un «piano d'intervento che permetta di agire rapidamente in caso di ulteriori frane (l'ultima volta i geologi sono arrivati sul posto 11 ore dopo l'evento)». La situazione in Calanca richiede infatti «particolare attenzione, così da non lasciare oltre 500 persone in balia degli eventi». Zanardi ha quindi deciso farsi sentire a Coira con un'ulteriore lettera inviata al governo con la quale chiede «un incontro urgente per discutere di misure concrete che possano migliorare la sicurezza stradale nella nostra valle». Sarebbe anche un modo «per mostrarsi vicini alla popolazione preoccupata per l'aumento della frequenza di questi eventi e che si sente ormai poco considerata». Poca considerazione che, se dovesse essere percepita come costante, potrebbe poi portare a proteste. In questo contesto, nella lettera inviata al presidente del governo, il sindaco di Rossa sottolinea come le risposte ricevute dall'esecutivo retico sembrano "riflettere un atteggiamento di indifferenza da parte dell'amministrazione nei confronti delle nostre legittime preoccupazioni". Di conseguenza "la distanza con il capoluogo Coira è aumentata".

‘Maggiore trasparenza e coinvolgimento da parte delle autorità’

Nella missiva Zanardi rileva che la situazione attuale colpisce tutti, ma in particolare "i bambini che percorrono strade incerti per recarsi a scuola o ritornare a casa, i pendolari che affrontano pericoli per raggiungere il lavoro, le aziende che vedono minacciata la loro operatività, i pensionati che hanno investito qui la loro serenità e i turisti che dovrebbero poter godere della bellezza della nostra valle senza timori". Chiede quindi "un sostegno incondizionato verso la popolazione" e "un impegno deciso e concreto, offrendo supporto, risorse e soluzioni per affrontare i problemi che stanno affliggendo la nostra comunità". Comunità che si aspetta "maggiore trasparenza e coinvolgimento da parte delle autorità nella gestione delle problematiche locali". Solo "attraverso la partecipazione attiva degli abitanti locali si possano trovare soluzioni durature ed efficaci".

‘La valle deve rimanere un luogo dove vivere, lavorare e trascorrere le vacanze’

In altre parole, "la situazione di incertezza e insicurezza potrebbe mettere a rischio la possibilità di vivere, lavorare e trascorrere le vacanze nella Calanca". Inoltre, "le aziende del territorio hanno bisogno di sostegno per ovviare alle continue interruzioni viarie". È quindi "fondamentale che il governo comprenda l'importanza di offrire chiarezza e sostegno alla comunità, così da evitare scelte drastiche che potrebbero portare all'esclusione della Calanca dai luoghi in cui le persone possono vivere, lavorare e trascorrere le vacanze. Ciò, sarebbe la fine, e mi chiedo se questo sia il vostro intento", rileva il sindaco di Rossa riferendosi alle autorità cantonali.

‘Un punto di partenza per un dialogo costruttivo’

Insomma, "in questo periodo di incertezza, la mancanza di una pianificazione adeguata per affrontare nuovi eventi" che potrebbero isolare per giorni la comunità "mette a rischio posti di lavoro, l'attrattività della valle e il benessere generale". La popolazione "ha bisogno di sentirsi ascoltata, compresa e supportata". Zanardi spera quindi che "questa lettera possa essere il punto di partenza per un dialogo costruttivo e per un impegno concreto nella risoluzione delle problematiche" che affliggono l'intera valle.

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