Ira delle femministe: ‘Segnale pericoloso, il predatore è lui’. Il caso parte dalla richiesta di togliere la Legion d’Onore all’attore accusato di abusi
Dopo la controversa legge sull'immigrazione, un'altra bufera si è scatenata in Francia sul presidente Emmanuel Macron, reo questa volta di aver difeso Gérard Depardieu, "mostro sacro" del cinema d'oltralpe più volte denunciato per stupro e violenza sessuale da diverse colleghe del grande schermo. E caduto in disgrazia soprattutto dopo la puntata della trasmissione tv Complément d'enquete, intitolata ‘Gérard Depardieu: la caduta dell'orco’, in cui l'attore sembra lasciarsi andare a commenti volgari e sessisti perfino nei confronti di una bambina di 10 anni (circostanza smentita dalla famiglia Depardieu). La ministra della Cultura, Rima Abdul Malak, si era spinta nei giorni scorsi ad annunciare una procedura disciplinare per decidere l'eventuale revoca della Legion d'onore conferita alla star nel 1996.
Al contrario, il presidente si è schierato a favore della "presunzione di innocenza" di Depardieu, "un attore immenso" che "ha reso fiera la Francia", e di cui si è detto "grande ammiratore". "C'è una cosa che non mi vedrete mai fare, sono le cacce all'uomo. Le detesto", ha insistito Macron in un'intervista mercoledì sera su France5, spiegando che a suo avviso l'onorificenza della République non è una patente "di moralità". "Non è sulla base di un reportage o di questa o quella cosa che si toglie la Legion d'onore a un artista. Se così fosse - ha aggiunto il capo dell'Eliseo - l'avremmo già tolta a molti". Le parole del presidente hanno suscitato l'indignazione della gauche e l'ira delle femministe. "Non sono soltanto scandalose ma un pericoloso segnale che invita a continuare a non credere alle vittime", ha commentato la presidente di Fondation des Femmes, Anne-Cécile Mailfert, che ha accusato il capo dell'Eliseo di perseguire la "cultura dello stupro" che "punta a rovesciare la colpevolezza: non è più Depardieu il cacciatore, il predatore. Sono le donne a cacciare gli uomini...". Macron "avrebbe potuto dire che parlare in quel modo delle donne è qualcosa di insopportabile, avrebbe potuto avere un pensiero per le vittime di Depardieu e le donne in generale. Ma non lo ha fatto", ha proseguito.
Dai microfoni di France Inter è intervenuto anche l'ex presidente socialista, François Hollande, che a Macron ha replicato: "No, Depardieu non ci rende fieri". E al contrario del suo successore che ha parlato "del talento" dell'attore, l'ex capo dello Stato ha invece voluto "parlare delle 14 donne aggredite, delle donne umiliate, delle donne sconvolte dalle immagini che hanno visto, di tutte quelle donne che attraverso Depardieu vedono violenza, dominazione e disprezzo". Sono almeno quattordici infatti le donne che hanno accusato di abusi sessuali l'attore dal doppio passaporto francese e russo. Depardieu è indagato dal 2020 per stupro ai danni dell'attrice Charlotte Arnould ed è stato accusato più di recente dall'attrice Hélène Darras, nell'ambito di una presunta aggressione sessuale perpetrata nel 2007, durante le riprese del film Disco. Appena due giorni fa, anche la giornalista spagnola Ruth Baza ha presentato una denuncia formale nei confronti di Depardieu per abusi sessuali risalenti al 1995. A farle decidere di agire dopo tanto tempo sarebbe stato il suicidio dell'attrice Emmanuelle Debever, tra le primissime accusatrici dell'interprete di Danton e Cyrano de Bergerac, quel "mostro sacro che si era permesso delle cose". (ANSA).