Il Municipio ai parlamentari della regione: ai Comuni si chiede attenzione ai servizi di prossimità... poi si decide misure che mortificano ogni sforzo
Una recentissima mail ai deputati bellinzonesi al Gran Consiglio. Mittente il Municipio di Bellinzona. Oggetto: la riforma fiscale che il parlamento si appresta a discutere. E in particolare quel taglio lineare dell’1,66 per cento dell’aliquota d’imposta sul reddito delle persone fisiche voluto dalla maggioranza della commissione della Gestione del Gran Consiglio (Plr, Lega e Udc), e tradotto nel rapporto oggi sui banchi del Legislativo cantonale, per evitare l’aggravio fiscale derivante dal ritorno al 100 per cento (oggi 97) del coefficiente d'imposta cantonale. Un taglio lineare, che l’esecutivo di Bellinzona chiede di “riconsiderare”, che preoccupa molto gli enti locali, i quali temono pesanti conseguenze, dovute al minor gettito, per i loro bilanci e quindi per investimenti e servizi a favore della collettività. Eloquente in tal senso la lettera spedita il 27 novembre alla Gestione dall'Associazione dei Comuni ticinesi e dai Municipi di Bellinzona, Mendrisio, Chiasso, Lugano e Locarno. Lettera di cui la maggioranza commissionale non ha tenuto conto.
Torniamo alla mail del Municipio di Bellinzona. “ll nostro Comune desidera attirare la sua attenzione quale membro ‘bellinzonese’ del Parlamento cantonale circa le pesanti ripercussioni finanziarie sui bilanci comunali della ‘riforma fiscale’, così come scaturita dalle discussioni in seno alla Commissione della gestione. Una soluzione che non è stata discussa né tantomeno concordata con i Comuni (...). Ci permettiamo di osservare che se l’attivazione (verso l’alto o verso il basso) del cosiddetto ‘moltiplicatore cantonale’ ha effetto unicamente sulle finanze del Cantone (oltre che, ovviamente, per il cittadino) il ritocco delle aliquote impatta direttamente e in modo massiccio anche sui bilanci comunali: nel nostro caso sottraendo già nel 2024 risorse per circa 1,3-1,5 milioni di franchi (e questo a Conti preventivi già chiusi e da tempo presentati all’attenzione del Consiglio comunale). Ai Comuni si chiede da un lato di prestare attenzione ai servizi di prossimità, di adoperarsi per lo sviluppo del proprio territorio, di fare in modo di assicurare equilibrio alla propria pianificazione finanziaria, salvo però poi mortificare con decisioni mai discusse né condivise ogni sforzo di agire in questo senso. Chiediamo quindi di riconsiderare quantomeno il taglio delle aliquote dell’1,66% quale mezzo per l’‘aggiramento’ dei vincoli procedurali e politici relativi all’uso del moltiplicatore d’imposta cantonale”.
Ricordiamo che il Movimento per il socialismo, come da noi riferito nell'edizione di ieri, invita i Comuni a lanciare il referendum, secondo l'articolo 42 della Costituzione cantonale, contro la riforma fiscale in caso di sua approvazione da parte del Gran Consiglio. Una riforma, sostiene l’Mps, che “penalizza” gli enti locali.