La Commissione della gestione e delle finanze firma il rapporto favorevole per la concessione di un sussidio massimo di 2,1 milioni
Il progetto di rivitalizzazione dello stabile ex Diantus rappresenta “un'occasione importante per il Comune di Castel San Pietro e per la regione”. Ne è convinta la Commissione della gestione e delle finanze del Gran Consiglio che, all'unanimità, ha sottoscritto il rapporto favorevole alla concessione di un sussidio massimo di 2'145'000 franchi. Come si legge nel rapporto di Matteo Quadranti (Plr) “attraverso un importante investimento di rivitalizzazione e valorizzazione di uno stabile oggi dismesso, Castel San Pietro continuerà il processo di riqualifica dell'area pubblica del centro paese e nel contempo inserirà in quest'ultimo dei contenuti a favore della comunità locale e regionale puntati alle sinergie con l'Accademia di architettura, la preposta Fondazione C.Lab e altri enti pubblici e privati a favore della popolazione e dei giovani che intendono lanciarsi in imprese o microimprese”.
Il Decreto legislativo, che dovrà essere approvato dal Gran Consiglio, specifica che il sussidio sarà diviso in 1'720'000 franchi quale contributo cantonale a fondo perso e 425mila franchi quale prestito cantonale senza interessi rimborsabile in 25 anni. L'investimento complessivo che ridarà vita al complesso ammonta a 4,4 milioni di franchi. Al pianterreno dello stabile ci saranno un micro asilo nido inclusivo gestito dall'Associazione delle famiglie diurne del Mendrisiotto e un Centro del movimento dedicato alle persone più (o meno) autosufficienti, che sarà gestito dall'Associazione centro del movimento Mo-MoVi con sede a Chiasso. Il primo piano, destinato alla Fondazione C.Lab costituita dal Comune, sarà invece destinato a contenuti che mirano a creare un'interconnessione di temi fondamentali come architettura e pianificazione, territorio, paesaggio, viticoltura, agricoltura e innovazione.
Come si ricorda nel rapporto, con il suo acquisto “il Comune ha deciso di far leva sulla versatilità della struttura interna dell'edificio, la cui immagine esterna rimarrà invariata così da permetterne, anche se necessario sul lungo termine, una molteplicità di utilizzi”. L'edificio è dismesso dal 31 marzo 2006. “Temendo speculazioni edilizie in una zona pregiata del centro paese”, ricorda ancora Quadranti, il Comune lo ha acquistato nel 2021 e ha elaborato “un modello imprenditoriale”. Gli obiettivi del progetto “sono frutto di uno sforzo collaborativo, sentiva l'opinione pubblica, coinvolgendo il mondo aziendale e associativo del Comune e gruppi di lavoro interpartitici”.