Dalla Germania, dove è stato arrestato dopo la lunga fuga, Filippo Turetta ha accettato di non opporsi all'estradizione
"Turetta viene spesso definito come mostro, invece mostro non è. Un mostro è un'eccezione, una persona esterna alla società, una persona della quale la società non deve prendersi la responsabilità. E invece la responsabilità c’è. I ‘mostri’ non sono malati, sono figli sani del patriarcato, della cultura dello stupro". Lo scrive, in una lettera al ‘Corriere della Sera’, Elena Cecchettin, la sorella di Giulia uccisa a coltellate.
"La cultura dello stupro è ciò che legittima ogni comportamento che va a ledere la figura della donna, a partire dalle cose a cui talvolta non viene nemmeno data importanza ma che di importanza ne hanno eccome, come il controllo, la possessività, il catcalling - aggiunge -. Ogni uomo viene privilegiato da questa cultura. Viene spesso detto ‘non tutti gli uomini’. Tutti gli uomini no, ma sono sempre uomini".
Per la sorella di Giulia "il femminicidio è un omicidio di Stato, perché lo Stato non ci tutela, perché non ci protegge. Il femminicidio non è un delitto passionale, è un delitto di potere".
Nel frattempo "pare che Filippo Turetta abbia accettato di non opporsi all'estradizione" dalla Germania, dove è stata catturato, all'Italia, quindi "potrebbe essere estradato, dopo le procedure burocratiche e la decisione del giudice, nel giro di pochi giorni e rientrare in tempi piuttosto brevi. Se si fosse opposto, sarebbero stati tempi più lunghi".
Lo ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, sottolineando "la collaborazione molto positiva" con le autorità tedesche.