Il quadro economico rende difficile la vita delle giovani aziende, ma non per chi investe. TiVentures: ‘Quelle forti sopravvivono’.
Il mondo delle start-up è in fermento. Anche se creare un’azienda nel quadro economico attuale può essere complicato, c’è interesse nella piazza finanziaria ticinese a investire e sostenere chi ha la giusta idea imprenditoriale legata al territorio. Prova ne è l’evento sul venture capital, il settore economico che si occupa di questo tipo d’investimenti, organizzato giovedì sera a Castagnola da TiVentures, la società legata a BancaStato e alla sua Fondazione del centenario, che ha il compito di selezionare le migliori start-up da finanziare, e da Swisscom Ventures.
«Che il Ticino sia un settore ideale per fare e investire nelle giovani imprese lo dicono i numeri», afferma Lorenzo Leoni, managing partner di TiVentures. Queste le cifre aggregate delle società finanziate da TiVentures in sette anni di attività: 348 posti di lavori creati, 35 milioni annui di massa salariale e 29 milioni di fatturato.
Signor Leoni, il mondo economico negli ultimi anni è sotto pressione: rincari dell’energia, difficoltà di reperire materie prime e diminuzione del potere d’acquisto delle famiglie, solo per citare alcuni esempi. È un buon momento per fare e investire nelle start-up?
Tutto dipende dalla prospettiva. Per chi vuole creare un’azienda innovativa questo è un momento difficile, inutile negarlo. La barriera d’entrata richiesta dai finanziatori si è alzata parecchio e i fondi d’investimento si concentrano sulle start-up che hanno già finanziato. C’è minore predisposizione da parte degli investitori a valutare nuove possibilità di investimento.
Dal punto di vista dei fondi, però, questo è il momento giusto per investire. Essendoci minore competizione tra i fondi, le valutazioni delle aziende sono scese e si trovano opportunità d’investimento di alta qualità. In momenti come questo, la competizione “darwiniana” tra le start-up fa sì che quelle che sono le migliori sopravvivano. Troppo spesso in passato si è romanzato il mondo delle start-up, che rimane estremamente difficile e competitivo.
Perché un fondo d’investimenti o una cassa pensioni dovrebbe scegliere di investire in venture capital e non attraverso sistemi più tradizionali come l’immobiliare, anche estero, o la Borsa?
Il settore del venture capital investe direttamente in giovani aziende tecnologiche con grande potenziale di crescita. Storicamente questi investimenti, se ben gestiti, hanno performato meglio di altri settori d’investimento e sono meno legati all’andamento dei mercati e della situazione macroeconomica globale. Questi investimenti rappresentano un ideale approccio per differenziare la strategia d’investimento. Nel caso di TiVentures, concentrando gli investimenti in Ticino, e investendo nella crescita di queste aziende, si creano nuovi posti di lavoro altamente qualificati e una serie di ulteriori indotti legati alle collaborazioni con le università, fornitori di servizi, e altre aziende. Il settore del venture capital investe capitali direttamente in “economia reale” e in innovazione con un forte indotto sul territorio, che diventa più attrattivo.
La vostra attività come TiVentures si limita ad alcuni settori specifici, una scelta che avete fatto negli ultimi anni. Come mai?
La Svizzera è ai primi posti della ricerca e dell’innovazione mondiale, ed è forte in determinati settori denominati “deeptech”: il biomedicale, il digitale avanzato e l’alta tecnologia industriale. Su questi vogliamo puntare e proporli agli investitori: non vogliamo reinventare il mondo, ma selezionare settori dove anche in Ticino c’è tradizione imprenditoriale e un forte substrato di competenze.
Vi aprite solo ora alla ricerca di investitori privati. Prima la vostra attività era legata a BancaStato e alla sua fondazione del Centenario. Perché?
Gli ultimi anni sono andati molto bene. Da un investimento iniziale di 7 milioni di franchi ne abbiamo già recuperati 5. E gestiamo un portafoglio di aziende che ha un valore complessivo di circa 20 milioni. Ci siamo però resi conto, visto il successo, della necessità di avere un fondo che potesse continuare a seguire le aziende dopo i primi anni di avvio, affiancandosi a TiVentures. Abbiamo perciò creato un nuovo fondo che ha iniziato la raccolta di capitali da investitori privati e istituzionali. Continueremo a gestire TiVentures e il nuovo fondo seguendo e investendo nelle start-up in una fase successiva, quando hanno ridotto il rischio tecnologico e di mercato, ma hanno bisogno di finanziamento per crescere e rafforzarsi.
Verso chi orientate questa possibilità?
Una categoria che vorremmo coinvolgere maggiormente nel venture capital è quella delle casse pensioni. Sono ancora molto legate al mercato immobiliare, che sta entrando in un periodo difficile, e a investimenti tradizionali nei mercati azionari e obbligazionari, che hanno avuto grosse difficoltà nel 2022. L’evento di giovedì ha dimostrato che il settore del venture capital rappresenta una valida alternativa per gestire in modo ottimale i capitali. Inoltre questi investimenti generano un forte indotto economico sul territorio, come ha dimostrato TiVentures in questi ultimi anni. Anche solo dedicando una minima percentuale dei loro capitali a questo settore, le casse pensioni potrebbero dare un contributo importante alla crescita economica del cantone.
Perché non avete aperto prima alla possibilità di fondi privati?
Nel ramo del venture capital per poter avere la fiducia degli investitori, bisogna dimostrare di saperci fare, e ci vuole tempo. Se un investitore privato non si fida difficilmente metterà sul tavolo del denaro. Solo lavorando con il massimo della professionalità e con le competenze necessarie, si possono ottenere i risultati che abbiamo presentato alla serata di giovedì. Ora abbiamo anche i numeri che certificano la nostra qualità e siamo pronti a chiedere al settore finanziario i fondi necessari a continuare a investire nelle nostre eccellenze e continuare a fare crescere queste aziende.