Il bus ha fatto un volo di 10 metri da un cavalcavia e poi ha preso fuoco: decine di feriti. Tra le vittime anche due bambini
Una scena apocalittica: la barriera del cavalcavia divelta, un pullman finito giù sulla strada a fianco della ferrovia e che prende fuoco, le urla di chi assiste alla tragedia e di chi a bordo resta intrappolato tra le lamiere accartocciate e in fiamme.
Almeno ventuno morti, tra loro anche due bambini: al bilancio della tragedia si aggiungono 18 feriti, di cui 5 gravi. Le vittime sono di diverse nazionalità, ma è ancora caos sui riconoscimenti. A bordo c’erano anche cittadini ucraini (almeno 5 vittime tra loro), tedeschi (una vittima accertata), francesi e croati. L’autista era un italiano originario di Treviso e anche lui risulta tra le vittime.
Tra le prime ipotesi sulle cause forse un malore di chi era al volante. “Dai primi rilievi non ci sono segni di frenata – dice il comandante della Polizia municipale di Venezia, Marco Agostini accorso sul luogo dell’incidente –, il malore del conducente è un’ipotesi”.
Per chi era a bordo difficile avere scampo, il bus si è infatti immediatamente incendiato: le fiamme si sono propagate dopo il terribile impatto, forse generate dall’esplosione del serbatoio del pullman che conteneva metano e poi alimentate dallo stesso gas.
I vigili urbani locali parlano di ‘bus elettrico’, dunque il mezzo probabilmente era ibrido. Un bus Ncc nuovo di zecca, noleggiato per un servizio di navetta dal campeggio Hu di Marghera per i suoi ospiti, che trasportava una quarantina di turisti. I Vigili del fuoco hanno lavorato contro il tempo per spegnere le fiamme che non hanno reso più agevoli i soccorsi, nonostante la situazione disperata.
Sul posto sono subito state fatte convogliare le ambulanze di tutto il territorio, decine le auto delle forze dell’ordine. L’Usl 3 di Venezia ha attivato il protocollo delle “grandi emergenze” che prevede la messa a disposizione di tutti i Pronto soccorso degli ospedali e il richiamo al lavoro di personale di rinforzo.
La dinamica è ancora da accertare, ma dai primi rilievi emerge che il bus è precipitato da oltre dieci metri, un volo dopo avere urtato violentemente la doppia barriera di protezione del cavalcavia della bretella che da Mestre porta verso Marghera e l’autostrada A4. Il pullman ha sfondato la prima protezione fatta da un guardrail e la seconda barriera in metallo che delimita il passaggio pedonale. Poi si è schiantato giù, capovolgendosi, e finendo tra un magazzino e i binari della stazione di Mestre incendiandosi.
“È appena caduto un autobus da un ponte, è appena caduto un autobus da un ponte, mamma mia, è un disastro guarda che roba”. È stata questa la prima reazione di una donna che subito dopo l’incidente del pullman ha ripreso con il suo telefonino le immagini di quanto avveniva. Il mezzo brucia con tanto fumo, e si vedono anche i bagliori delle fiamme, è rovesciato di lato con i finestrini dalla parte del guidatore verso l’alto.
Nelle primissime immagini affidate ai cellulari dei testimoni, tanto che non sono ancora arrivati i soccorsi, ma si sentono le sirene di decine di mezzi che stanno convergendo sul luogo dell’incidete, si vedono alcune persone che sono attorno al pullman ma non si possono avvicinare per le fiamme e per il calore sviluppato dalle lamiere incandescenti.
Sulla soprelevata si vede bene il punto dell’impatto con il guardrail e la barriera di metallo a protezione del parapetto divelti: c’è chi urla di fare presto e chi si sbraccia verso i primi soccorritori. In particolare i Vigili del fuoco. “Ci sono tanti morti, troppi”. Sono proprio queste le prime parole di un vigile del fuoco che si è allontanato per qualche minuto della zona di operazioni di recupero del pullman precipitato a Marghera.
I poliziotti della Stradale hanno subito recintato la zona dell’impatto, per allontanare le persone che avevano assistito all’incidente e per fare subito i primi rilievi, decisivi per stabilire la dinamica di quanto accaduto.
La tragedia scuote anche la politica. Il presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella ha telefonato al sindaco di Venezia Brugnaro per esprimergli il suo cordoglio. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni esprime “il più profondo cordoglio per il grave incidente avvenuto a Mestre”.
Il sindaco Brugnaro proclama il lutto cittadino per “l’immane tragedia che ha colpito la nostra comunità e in memoria delle numerose vittime che erano nell’autobus caduto. Una scena apocalittica, non ci sono parole”. Intanto gli inquirenti sono già al lavoro per capire le cause. La Polizia stradale sta effettuando i rilievi: c’è da verificare la traiettoria della caduta, le condizioni del manto stradale. Segni di frenata sull’asfalto pare non ce ne siano. E per ora il malore sembra l’unica spiegazione a una tragedia inspiegabile.
Numerosi i precedenti simili in Italia. Tra i più recenti e tristemente celebri, il 21 gennaio 2016 un pullman con una comitiva di studenti ungheresi di ritorno in patria si schiantò e prese fuoco sull’autostrada A4, in provincia di Verona: sedici vittime. Il 28 luglio 2013, quaranta persone sono morte in un pullman precipitato per 40 metri dal viadotto Acqualonga sull’autostrada A16 nel comune di Monteforte Irpino. Si tratta della più grave tragedia autostradale italiana (se si esclude il crollo del ponte Morandi di Genova).