Locarnese

Il cibo non è gradito, gli alunni boicottano la mensa

Gli allievi delle Medie di Vira (e non solo) denunciano la situazione creatasi con il nuovo servizio di catering che serve le scuole di Gambarogno

In sintesi:
  • Venerdì gli allievi di prima e seconda media non si sono presentati a pranzo per protesta
  • Il sindaco ammette che il Municipio avrebbe dovuto reagire prima alle tante segnalazioni ricevute
  • Dopo un incontro tra autorità comunali, cantonali, vertici scolastici, genitori e la ditta di catering, la situazione sembra stia migliorando
25 settembre 2023
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Pasti ritenuti praticamente immangiabili perché non buoni, freddi, cotti male (troppo o troppo poco), oltretutto presentati spesso in quantità insufficienti, senza alternative per chi soffre di intolleranze e senza rispettare le normative cantonali.

È la situazione – descritta da diversi genitori e anche in un'interpellanza – nella quale si sono ritrovati dall’inizio dell’anno scolastico gli allievi di scuola dell’infanzia, elementare e media (quelli che frequentano il primo ciclo a Vira, sottosede delle SMe di Cadenazzo) di Gambarogno che fanno capo alla mensa scolastica. O meglio che facevano, perché quanto elencato ha portato progressivamente sempre più genitori ad allontanare i propri figli da tale servizio, tenendoli a casa quando possibile (con tutte le difficoltà del caso) o cercando delle alternative, come preparare loro un pranzo al sacco. Prima di tutto per il loro bene e in secondo luogo in segno di una protesta che ha toccato il suo culmine venerdì, quando tutti gli allievi delle Medie di Vira (quattro classi, due di prima e due di seconda) hanno deciso, supportati dai genitori e secondo nostre informazioni anche da alcuni docenti, di boicottare la mensa non presentandosi a pranzo.

«Un gesto forte, certo, ma necessario, perché non si poteva andare avanti così», conferma Luigi Conforto, presidente dell’Assemblea Genitori Gambarogno, consigliere comunale del Comune affacciato sul Lago Maggiore ma soprattutto papà di un ragazzo che frequenta proprio la prima media a Vira.

La chiusura, il concorso, l’assegnazione e i problemi

Ma come si è arrivati a tale situazione? Fino all’anno scorso, le scuole del Comune di Gambarogno per il pranzo (circa 250 coperti) si affidavano a un servizio catering garantito da due fornitori differenti (la mensa Swisscom di Bellinzona e quella dell’aeroporto di Magadino), eccezion fatta per la sede di Vira, dotata di una propria cucina che serviva una cinquantina di pasti al giorno per gli alunni di scuola media e una ventina per quelli di scuola elementare. Quest’ultimo servizio è stato però chiuso al termine dell’anno scolastico 2022/2023, dopo che l’analisi commissionata dal Municipio a una ditta specializzata ha evidenziato l’impossibilità, in primis per mancanza di spazio, di rinnovare la cucina risalente agli anni 70 e implementare il servizio per coprire internamente tutte le scuole comunali.

A questo punto – come si legge anche in una risposta dell’Esecutivo a un’interpellanza del consigliere comunale Simone Bergonzoli –, per la fornitura di un numero così alto di pasti (circa 45mila per anno scolastico) il Municipio si è orientato a regolarizzare il sistema di catering, ma per farlo, tenuto conto proprio della mole dei pasti e del valore della commessa, si è visto costretto a pubblicare un bando di concorso libero internazionale. Quest’ultimo ha portato all’assegnazione dell’appalto alla Cico Sa, azienda con sede legale a Göschenen e amministrativa a Mezzovico, “attiva da quasi dieci anni in tutta la Svizzera” e nata “dall’unione tra un management con forti competenze nel mondo della ristorazione organizzata e personale e fornitori ticinesi”. Sul sito dell’azienda – che secondo nostre informazioni serve ad esempio anche i cantieri del Gottardo e, in Ticino, la ditta Agie di Losone – si fa riferimento anche a tutta una serie di certificazioni e vengono indicati quali centri di produzione Stabio, Giubiasco e Losone. E proprio da quest’ultima location partono i pasti per il Gambarogno, alimentando anche su questo punto le domande, in questo caso sull’opportunità dal punto di vista ambientale, di chi chiede al Municipio lumi sulla situazione e di intervenire per risolverla, ad esempio il consigliere comunale del Centro Paride Buetti, autore di una recentissima interpellanza sul tema dei pasti scolastici.

Tante le segnalazioni, il sindaco: ‘Saremmo dovuti intervenire prima’

«È stato decisamente un inizio pessimo, ma la ditta alla quale ci siamo affidati si è aggiudicata il concorso in maniera piuttosto netta, per cui proprio non ci aspettavamo tutti questi problemi – spiega il sindaco di Gambarogno, Gianluigi Della Santa –. C’è da dire che non si tratta di un catering semplice da effettuare, per la struttura stessa del nostro Istituto (“spalmato” su sei sedi, ndr), con i piatti che una volta usciti dalla cucina arrivano nelle sedi anche dopo due ore, ma questo non può giustificare quanto accaduto in queste settimane. E mi riferisco anche al compito del Municipio, saremmo dovuti intervenire prima e anche per questo abbiamo deciso di non far pagare (8 franchi per gli allievi delle scuole medie, 5 per le elementari, ndr) alle famiglie i pasti che effettivamente non erano fruibili».

Già perché le segnalazioni sono state tante e tempestive… «Dopo nemmeno tre giorni di scuola avevamo già ricevuto, da allievi e genitori di un po’ tutte le sedi, diverse segnalazioni di tutti i problemi legati al cibo elencati in precedenza – racconta ancora Luigi Conforto –. Segnalazioni che abbiamo prontamente riportato al direttore (Stefano Bello, ndr) e alla capa dicastero (Cristina Zerbola, ndr), i quali si sono a loro volta attivati abbastanza rapidamente e devo dire che inizialmente è sembrato pure esserci un miglioramento, che si è però rivelato un semplice fuoco di paglia. Addirittura alcuni docenti sono arrivati, viste le quantità ridotte di cibo servito a mezzogiorno, a sfruttare la pausa del pomeriggio per andare a comprare del pane per gli allievi affamati. E si è andati avanti così fino ad arrivare all’azione intrapresa venerdì dagli allievi delle quattro classi delle scuole Medie: quando mio figlio mi ha parlato dell’intenzione di boicottare il pranzo per protestare, non ho avuto dubbi nell’appoggiarlo, qualcosa doveva cambiare».

‘Sistemare le cose è l’unica soluzione. E un miglioramento sembra esserci stato’

E qualcosa sembrerebbe che stia finalmente cambiando… «Venerdì ci siamo trovati con i responsabili del Cantone e mercoledì avremo un nuovo incontro con tutte le parti in causa, quindi anche i dirigenti della ditta e l’Assemblea dei genitori. Fortunatamente mi è stato segnalato che un miglioramento c’è stato, quindi anche se la situazione non è ancora ottimale, la direzione è quella giusta e sono fiducioso che la collaborazione tra tutti porterà alla risoluzione dei problemi. Anche perché è l’unica soluzione, trovare un’alternativa a breve termine è praticamente impossibile».

La ditta di catering: ‘Problematiche legate all’inizio del servizio’

Da noi contattato, Roberto Marangoni, Ceo della Cico Sa, ha parlato di «problematiche legate all’inizio di un nuovo servizio», ma che però ora «tutto è rientrato nella normalità, negli ultimi giorni il servizio, come attestato anche dai controlli del personale di Comune e Cantone, è stato soddisfacente. Abbiamo anche ricevuto i complimenti di qualche bambino».