Richieste e odiate allo stesso tempo, sembrano ottenere l’effetto desiderato: rendere più sicure e meno rumorose le strade maggiormente sensibili
Auspicate da molti. Soprattutto nelle aree residenziali. Stiamo parlando delle Zone 30, che stanno spuntando sempre di più nei vari comuni ticinesi. Non fanno eccezione nemmeno quelli di Chiasso e Mendrisio, che sono alle prese con vari progetti volti a migliorare viabilità e sicurezza. Come vengono percepite dalla popolazione queste zone? «Nelle aree residenziali molto bene, spesso sono addirittura richieste a gran voce dai cittadini e dalle Commissioni di quartiere», indica Michele Raggi, direttore dell’Ufficio tecnico di Mendrisio. «A ottenere meno l’unanimità è l’introduzione della Zona 30 sugli assi di scorrimento. In questi casi sembra che ci sia meno accettazione rispetto alla Svizzera interna».
Da quest’anno l’iter per la creazione delle Zone 30 è stato snellito. Fino allo scorso anno era necessario redigere una ‘perizia Zona 30’. Era dunque richiesta tutta una serie di documenti, verifiche, misurazioni, progettazioni con conseguente allungamento dei tempi. «Non bisogna dimenticare che la Zona 30 è quasi sempre accompagnata da ostacoli, restringimenti della carreggiata o misure fisiche – ricorda Raggi –. Anche solo la posa di un totem stradale che supporta il cartello di inizio della Zona 30 necessita di una pubblicazione secondo la Legge sulle strade, in quanto è un ostacolo fisico sulla strada». Inoltre bisogna considerare che gli interventi vanno preavvisati dal Cantone, e quest’ultimo ha la facoltà di richiedere modifiche del progetto. Ora, «con l’allentamento delle condizioni formali, ci si metterà un po’ meno. Soprattutto per quanto riguarda le strade Comunali, per le quali il Cantone pone meno condizioni». Inoltre, «in molte situazioni semplici il costo per implementare una Zona 30 riguardava in gran parte la progettazione e l’allestimento dei documenti per l’approvazione. Da gennaio, dunque, anche gli oneri finanziari potrebbero risultare inferiori». Trattandosi di segnaletica stradale spesso accompagnata da misure di moderazione, «tutto l’iter per le Zone 30 viene trattato in stretta collaborazione tra Ufficio tecnico e Polizia comunale».
Le velocità vengono rispettate? «Fino allo scorso anno, per le Zone 30 era obbligatorio procedere a una verifica delle velocità a un anno dalla messa in esercizio. Era un modo per verificare se era stato ottenuto l’effetto desiderato. In caso contrario si doveva pensare a misure di moderazione, come dossi o restringimenti», spiega Raggi. Sulla base delle zone che sono state finora implementate e controllate, il direttore dell’Ufficio tecnico indica che il generale gli automobilisti hanno adattato le velocità, infatti almeno l’85% di essi transitano vicino al limite di 30 km/h. Da gennaio queste misurazioni non sono più obbligatorie, ma ciò non significa che non verranno eseguite: «Se vedremo che le persone non rispettano i limiti, oltre a sensibilizzare o anche sanzionare, si tratterà di introdurre delle misure di moderazione o di arredo supplementari. A Mendrisio si pensa prioritariamente a introdurre del verde e se possibile delle alberature». Soluzioni che giocano a favore di un rinverdimento della città, di una riduzione del surriscaldamento e di una migliore infiltrazione dell’acqua (concetto di ‘città spugna’) e, se possibile, a favore anche della biodiversità. Dunque «gli obiettivi di rinverdimento e una più facile introduzione di zone 30 permettono di progettare spazi urbani più vivibili».
Aree più vivibili che spesso si ottengono espandendo gli interventi oltre il campo stradale. «Trovo che sia la parte più difficile in un progetto di Zona 30», indica l’architetta Silvia Passiglia, responsabile della Pianificazione del Comune di Chiasso. «A causa delle normative vigenti, spesso il Comune è limitato a intervenire unicamente sulla strada, quando in realtà le riqualifiche che si vorrebbero sviluppare sono a un più ampio respiro. Riguardano magari il recupero di spazi abbandonati della città per aggiungere del verde, il rendere nuovamente accessibili i corsi d’acqua. Tutto ciò darebbe un valore aggiuntivo a un progetto di semplice riqualifica stradale. Si investe tempo e risorse perché l’inserimento della Zona 30 non sia mera segnaletica ma crei un valore aggiunto». Non è però facile. Ci si deve confrontare con proprietà appartenenti a privati e quindi c’è tutto il tema degli espropri. Oppure ci sono zone dove le infiltrazioni d’acqua e le dispersioni superficiali non sono permesse e obbligano a canalizzare le acque. Nonostante le difficoltà, resta importante «avere uno sguardo più ampio. A volte piccoli interventi possono fare la differenza». L’intento, dunque, non è quello di limitarsi al far andare le auto più piano, ma di creare un ambiente più ‘a passo d’uomo’, di «riqualificare gli spazi cittadini che al momento sono dedicati all’asfalto. Progetti come quello dei Vivai diffusi e lo studio commissionato sulle isole di calore che il Municipio sta portando avanti, vanno in questa direzione».
Raggi: ‘Imporre il limite di 30 km/h durante la notte esclusivamente per ridurre il rumore comporta il rischio di sanzioni particolarmente severe anche in caso di una semplice disattenzione’
Spesso il rumore è una fonte di disturbo e rende meno vivibili le città. Alcuni Comuni svizzeri hanno proposto l’implementazione di un limite di velocità di 30 km/h durante la notte come possibile soluzione. Riguardo a questa proposta, Raggi afferma: «Per il momento se ne è solo parlato, ma a Mendrisio non abbiamo ancora approfondito il tema. Personalmente, vedo alcune limitazioni in questa soluzione. Senza dubbio, è un modo facile ed economico per ridurre il disturbo notturno, ma sorge un potenziale problema riguardo alle sanzioni. Con l’introduzione delle misure federali ‘Via sicura’, le infrazioni che riguardano il superamento dei limiti di velocità sono diventate più severe, e questo è stato voluto per migliorare la sicurezza stradale. Tuttavia, imporre il limite di 30 km/h durante la notte esclusivamente per ridurre il rumore comporta il rischio di sanzioni particolarmente severe anche in caso di una semplice disattenzione. Questo avviene già su alcune strade cantonali dove è stata ridotta la velocità (da 80 km/h a 50 o 60 km/h), non più in funzione delle caratteristiche della strada e del grado di edificazione, delle attività, della presenza di accessi, eccetera, ma unicamente per ottenere una riduzione del rumore. In questi casi non è più ragionevole pretendere che l’automobilista che non ha visto un cartello possa comunque rendersi conto di essere in zona abitata (dove di solito il limite è di 50 km/h), o comunque in una situazione dove oggettivamente gli 80 km/h sono eccessivi».
Da non dimenticare, è anche l’aspetto dell’asfalto: «Spesso in alcune zone di paese si vogliono i sampietrini, il porfido, ma causano più rumore», aggiunge Silvia Passiglia. Riguardo al suono del motore, «probabilmente con il graduale passaggio a veicoli elettrici, questo problema scemerà. Cambiamento che piano piano avverrà anche per i bus».
A Chiasso, cosa c’è sul tavolo? «Di tutto il comparto Franscini, inizieremo il cantiere entro fine anno e durerà un paio d’anni. Questo in quanto si approfitterà dell’operazione, per intervenire sulle sottostrutture, come il rifacimento delle canalizzazioni», ricorda Silvia Passiglia. Si tratta di un progetto di riqualifica stradale con l’inserimento della Zona 30 e comprende in sostanza tutta la fascia che và dal comparto anziani al corso San Gottardo. «Lì vicino, è già attiva la Zona 30 che và da via Verdi e via Vela fino alla rotonda di largo Kennedy. Sempre sul lato di via Dante Alighieri e via della Zocca». L’obiettivo della Città è dunque quello di rendere Zona 30 tutta la parte di città compresa tra il corso San Gottardo e via Como e tra la rotonda di largo Kennedy e il confine.
Altro intervento importante è una riqualifica parziale dell’area che và da Largo Kennedy fino a piazza Colonnello Bernasconi. Si tratta di un progetto di arredo urbano con la creazione di alcune piattaforme anche conosciuti come ‘parklet’ dove si potrà sostare e nelle quali verranno inserite le piante in vaso che sono attualmente distribuite in alcune zone della città grazie al progetto Vivai diffusi. Essi consentono di sperimentare un uso diverso degli spazi della città e rivitalizzare la strada che prima era quasi esclusivamente asse di scorrimento. Arredo urbano che sarà terminato per la prossima primavera, indica Passiglia. Il tutto fa parte di un progetto più ampio che nei prossimi anni vedrà diventare corso San Gottardo un vero e proprio ‘boulevard’. Le piattaforme saranno posate sull’asfalto e fungeranno anche da dissuasori di velocità oltre a creare un marciapiede allargato: «Permetteranno al cittadino di poter occupare il campo stradale offrendo un posto dove fermarsi, sedersi, trovandosi comunque in una zona protetta incorniciata dalle piante». Sono inoltre previste panchine e stalli per le bici, un modo per incentivare l’utilizzo di questo mezzo.
In questo caso, avremo un tratto trasformato in una Zona 30, mentre per la parte alta vi sarà unicamente il limite di 30 km/h. «In una Zona 30, invece, non vi sono passaggi pedonali e inoltre vige la precedenza da destra», specifica l’architetta. Quella del limite a 30km/h «è una scelta del Municipio che verrà effettuata anche su via Bossi». Per quest’ultima, per viale Stoppa, per via Puccini e via Camponovo è infatti in corso, fino all’11 ottobre, la pubblicazione all’albo comunale del cambio di limite di velocità. Se non vi saranno opposizioni, «l’implementazione della segnaletica avverrà al termine della pubblicazione. Completando così la realizzazione dei 30 km/h in questo comparto cittadino». Limite di velocità che sarà presto attivo anche su via Bossi e sul corso San Gottardo, da via d’Alberti fino alla piazza Colonnello Bernasconi. L’auspicio, però, è che in un passaggio successivo i 30 km/h diventino Zone 30. In ogni caso, «resta importante avere dei tratti stradali sui quali si possa andare ancora a 50 km/h. In particolare a favore del trasporto pubblico. Và però evidenziato che dalle nostre misurazioni in città far andare i bus a 30 km/h non crea disagi sull’orario. Difficilmente tra una fermata e l’altra riescono ad andare più veloce».
A essere stata realizzata di recente è la Zona 30 in via Soldini. «C’è ancora un margine di miglioramento anche per altre aree della città. Sono però sempre investimenti importanti, in quanto puntiamo a interventi di ampio respiro». Inoltre, ultimamente, anche in via Lucchini è stata realizzata la Zona 30. Non da ultimo, viene data anche attenzione alla situazione nei quartieri. Al vaglio del Consiglio comunale ci sono alcuni messaggi che riguardano il nucleo di Pedrinate. Da notare, riguardo ai nuclei c’è anche l’aspetto percezione: «Nelle strade strette in cui è stata inserita una Zona 30, spesso le persone hanno il sentore che le macchine circolino comunque veloce, le nostre misurazioni contraddicono questa sensazione».
Altri progetti di Zone 30 a Chiasso per il momento non ce ne sono. Questo perché si attendono i risultati di alcuni mandati di studio paralleli per tre comparti considerati strategici dal Programma d’azione comunale (Pac), indica Passiglia. Si tratta delle aree di viale Volta, via Comacini e Crocione. «Dalle risultanze degli studi, il Municipio potrà poi trovare gli spunti giusti per capire in che direzione andare per questi comparti, che sono strategici in quanto essendo centrali e sottosfruttati hanno un grande potenziale. C’è l’intenzione di definire quali possano essere delle aree verdi più ampie, questo però entrando nel merito di alcuni lotti che sono privati». Si parla dunque di una riqualifica di «comparti cittadini che sono fondamentali e mancanti a livello di pianificazione. Questo potrà avvenire attraverso varianti di Piano regolatore o riqualifiche più strutturali, tramite il coinvolgimento dei privati coinvolti».
A Mendrisio sono oggi in vigore otto Zone 30 ripartite su gran parte del territorio del Comune (le aree di colore verde nella cartina). A fine maggio sono stati pubblicati sull’albo comunale (in giugno sul Foglio ufficiale) cinque ulteriori progetti stradali per introdurre nuove Zone 30, o 20 (nella cartina in giallo). Quattro di questi sono stati approvati in agosto dal Dipartimento del territorio (Dt) e questo settembre dal Municipio di Mendrisio. Si tratta, a Mendrisio, di via Diener-via Cattaneo, viale alle Cantine e l’estensione della Zona 30 già presente su via San Martino. Mentre nel quartiere di Genestrerio è interessata via Vallera, anche in questo caso a completamento di una Zona 30 già in vigore. A Meride, invece, il progetto di Zona 30 sugli accessi al nucleo, e una Zona 20 nel nucleo protetto, non è ancora stato approvato.
In fase di progettazione ci sono ora altri cinque interventi che presto verranno trasmessi (Dt) per il preavviso di competenza (in rosa). Questi interventi rientrano in un credito quadro di 900mila franchi che era stato stanziato nel 2018 per creare una ventina di Zone 30. «Non era possibile fare tutto subito, quindi il Municipio aveva proposto di dare priorità alle zone più sensibili. Ovvero i comparti con maggiore conflitto tra pedoni e veicoli, con particolare attenzione alla presenza di bambini sui percorsi per raggiungere le scuole», indica Michele Raggi. Come detto, per una prima fase sono state individuate le aree ritenute prioritarie, «ma questo non vuol dire che non ci siano altre zone residenziali e assi stradali, anche di scorrimento, che in futuro potranno beneficiare della Zona 30. Entro la fine del prossimo anno supereremo a Mendrisio le venti Zone 30, ma potenzialmente queste potrebbero essere introdotte in tutto il tessuto residenziale di tutti i quartieri del Comune».
Verrà quindi chiesto un nuovo credito quadro? «Non lo escludo, ma bisogna ricordare anche che in alcuni casi, la limitazione a 30 km/h potrebbe essere integrata in altri interventi già in programma. Progetti che mirano alla riqualifica di spazi o assi urbani, oppure interventi sulle infrastrutture in generale, per cui viene già stato stanziato uno specifico credito, potrebbero essere completati senza costi aggiuntivi con una Zona 30. Da rilevare infine che l’introduzione di una Zona 30 in zone prevalentemente residenziali dove le condizioni della rete stradale già lo consentono, non comporta costi particolarmente elevati; spesso consiste semplicemente nell’installazione di cartelli all’ingresso e all’uscita dell’area interessata e nella modifica della segnaletica orizzontale».
Come mostrato dalla cartina, tutti i dieci quartieri hanno o avranno delle Zone 30. Oltre a quelle già attive e quelle in fase di approvazione, come detto ve ne sono altre cinque il cui progetto è pronto (in rosa). Riguardano principalmente i nuclei di Tremona, Capolago, Salorino, Somazzo e Besazio. In fase di progettazione (in blu) ci sono invece tre Zone 30: una tra via Rinaldi e l’’incrocio San Grato ad Arzo e due a Mendrisio, il comparto via alla Torre e via Gismonda e la parte di nucleo a est del Municipio. Restando a Mendrisio, ce ne sono altre in fase di valutazione (in rosso) che riguardano anche via Turconi e la zona della stazione. Inoltre ce n’è un’altra in discussione in via Mastri a Ligornetto.
Come detto da Raggi, bisogna però ricordare che le aree indicate nella cantina riguardano unicamente il credito quadro di 900mila franchi e che sono sotto esame altre strade e zone residenziali. Nei prossimi anni il numero di Zone 30 è dunque destinato a salire.