Infastiditi dal continuo tubare e dal guano, un gruppo di residenti in Cima Piazza punta il dito contro chi foraggia i volatili. Interviene il Cantone
Quello che apparentemente sembra un gesto nobile, a favore degli animali, sta creando non pochi problemi ad alcuni abitanti di Cima Piazza a Giubiasco. Stiamo parlando di una persona che foraggia i piccioni dando loro del pane. Un gruppo di una quindicina di residenti della zona sono esasperati dallo stormo di uccelli: «Siamo stufi, veniamo quotidianamente molestati da oltre sessanta piccioni che vengono abbondantemente nutriti da un abitante del quartiere, malgrado questa azione sia vietata dalla legge e soggetta a multa», ci racconta una donna.
E questi uccelli, si sa, vanno dove trovano cibo. «I piccioni tubano dalle 5 del mattino fino a sera, per non parlare del continuo rumore dello stormo che si alza in volo e si posa un istante dopo poiché disturbato da qualcuno di passaggio. E non da ultimo è ormai diventata anche una questione di igiene pubblica», aggiunge la residente della zona. La nostra interlocutrice fa presente che il problema sussiste ormai da anni e malgrado gli innumerevoli reclami degli abitanti del quartiere «le autorità hanno fatto solo qualche timido tentativo per risolvere le cose e più che altro si passano la palla una con l’altra. Però, ribadiamo, c’è una legge e la possibilità di multare», indica il gruppo di abitanti in una lettera inviata alla nostra redazione. Il fatto che il nucleo di Cima Piazza sia caratterizzato da stradine e case vicine tra loro non fa che peggiorare la situazione – sottolineano i residenti esasperati – perché il tubare rimbomba tra gli edifici.
La persona che ha l’abitudine di foraggiare i piccioni all’esterno di una casa abbandonata, è stata richiamata all’ordine un anno fa dall’Ufficio cantonale della caccia e della pesca, che dando seguito ad alcune segnalazioni l’ha resa attenta che ai sensi dell’articolo 52 lettera d del Regolamento sulla caccia e la protezione dei mammiferi e degli uccelli selvatici è vietato foraggiare qualsiasi animale selvatico. Nella lettera viene spiegato come sia fondamentale precludere ogni tipo di foraggiamento poiché esso “porta a numerose conseguenze negative, spesso anche per gli stessi volatili”. Tra queste viene fatto notare che la concentrazione di molti uccelli in pochi punti di foraggiamento favorisce il rapido diffondersi di numerose malattie, talvolta letali per la fauna selvatica”. Altro aspetto problematico che viene sottolineato nella missiva è il fatto che “numerosi uccelli vengono catturati dai predatori perché si concentrano dove viene messo a disposizione cibo in maniera artificiale”. E non da ultimo: “L’addensarsi di piccioni foraggiati in prossimità di stabili, abitazioni e vie di comunicazione, ha quale indesiderata conseguenza l’accumulo di guano e il conseguente peggioramento delle condizioni igienico e sanitarie (causando anche onerose spese di pulizia) dei luoghi toccati da questa”. L’Ufficio della caccia e della pesca rammenta infine che il mancato rispetto di quanto indicato può comportare una contravvenzione. Nonostante questo richiamo da parte dell’Ufficio cantonale, a detta del vicinato la situazione non è cambiata. «Sono costretta a dormire con i tappi antirumore nelle orecchie, ma talvolta non è abbastanza. Speriamo vivamente che questo problema possa essere risolto al più presto», conclude la vicina esasperata.
Chi passeggia nei pressi di Piazza del Sole avrà facilmente notato che anche in centro a Bellinzona vi è un numeroso gruppo di piccioni. Sono un centinaio e hanno come base la piccionaia che si trova nei pressi dell’ex Stallone ed è gestita dalla Società protezione animali di Bellinzona (Spab) da oltre trent’anni. Gli animali vengono foraggiati lì e dunque si radunano in quel luogo dove nidificano e depongono le uova. Questo permette alla Spab di tenere sotto controllo il numero di esemplari. «Il grosso problema è che i piccioni sono stanziali: dove trovano cibo si riproducono anche, quindi se le persone danno loro da mangiare in un determinato luogo, poi loro deporranno lì le uova ma nessuno le toglierà. Il numero di esemplari crescerà dunque in maniera incontrollata», spiega Emanuele Besomi, presidente della Spab.
Laddove si creano delle colonie, «queste possono essere fastidiose per gli abitanti». A Bellinzona «ve n’è qualcuna in zona San Paolo dove un abitante continua a foraggiare gli uccelli». Besomi ricorda che fino una ventina d’anni fa veniva impiegato un mangime sterilizzante che aiutava a contenere il numero dei piccioni. Tuttavia a un certo punto è stato proibito perché veniva ingerito anche da altri uccelli che poi non si riproducevano più. Dato che ora non vi sono altri metodi per controllare il numero di esemplari, Besomi invita a non lasciare scarti alimentari nei giardini o sui balconi: questo per evitare di attirare piccioni ma anche topi, altro fronte su cui la Città sta lavorando da alcuni anni per cercare di tenere la situazione sotto controllo.