Locarnese

Delitto di Aurigeno, manette ai polsi anche per una donna

Arrestata la 33enne che fornì al 42enne accusato dell’assassinio del bidello l'arma da fuoco. Si attende anche l'esito della perizia psichiatrica

31 agosto 2023
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Il delitto di Aurigeno si arricchisce di una nuova pagina. Stando alla Rsi, negli scorsi giorni sono scattate le manette ai polsi anche per una donna. Si tratta di una 33enne che lavorava nel negozio di telefonia mobile di proprietà dell’omicida, in zona Locarno-Sant'Antonio. L'arrestata avrebbe funto da tramite tra lui e chi gli fornì la pistola poi utilizzata per uccidere, a bruciapelo, il custode delle Scuole ai Ronchini di Aurigeno.
L'arma, una pistola Glock, era stata in precedenza rubata in un’abitazione del Locarnese. L’autore del furto era stato arrestato alla fine di maggio. Stessa sorte è quindi toccata, nelle scorse settimane, all’impresario kosovaro presso cui soggiornava, a Bellinzona. Una persona nota alle cronache per lo scandalo dei permessi falsi. La dipendente del negozio, ottenuta l'arma da fuoco, l'avrebbe poi consegnata all'amico 42enne per il suo folle gesto. Il ruolo esatto avuto dalla donna è però ancora da chiarire. La sua versione diverge infatti da quella resa dall’imprenditore balcanico. La 33enne è accusata di complicità in assassinio. Sulla sua carcerazione preventiva dovrà esprimersi ora il giudice dei provvedimenti coercitivi. Intanto si è sempre in attesa della perizia psichiatrica disposta sull’imputato principale, che l’11 maggio, accecato dalla gelosia, si presentò all'interno dell'istituto valmaggese, raggiunse il compagno dell'ex moglie, lo aggredì e lo freddò con tre colpi. Le indagini sono coordinate dal procuratore pubblico Roberto Ruggeri.

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