Maltempo

Poco sonno ed emergenze a raffica: giorni bollenti per la PCi

In collaborazione con pompieri, Comuni e Uffici tecnici, la Protezione civile è intervenuta per evacuazioni, trasporti, alloggiamenti e non solo

In sintesi:
  • Ryan Pedevilla: ‘PCi non formata per interventi sollecitati da privati che richiedono specializzazioni, ad esempio sui tetti’
  • Patrik Arnold: ‘Fra i molti interventi, anche quello alla Colonia Pestalozzi per mettere in salvo una sessantina di ospiti, di cui una ventina disabili’

Un solaio “en plein air”, con il tetto in tegole scaraventato via da grandine e vento, e un profluvio d’acqua che si è insinuato nei locali sottostanti tramite il soffitto, complice un’isolazione inesistente o altamente inefficace. Il risultato è un appartamento foderato di asciugamani e costellato da secchielli quali “punti di raccolta”. Oltretutto, a partire dal finimondo che si è abbattuto sul Locarnese venerdì sera (e mentre le autorità ieri poco dopo le 18.30 revocavano l’allerta meteo per forti piogge e temporali violenti), manca l’elettricità.

Sono bastati venti minuti di furia degli elementi per trasformare Giulio, abitante nel nucleo di Solduno, in un senzatetto a casa propria. L’unica consolazione, più fisica che morale, sono i teloni in plastica appoggiati su tutta la superficie del tetto per proteggere quel che resta del focolare domestico dalla pioggia perdurante. «Niente elettricità significa niente riscaldamento, adesso che ce n’è bisogno, né pasti caldi: mangio panini da venerdì. In più – si lamenta con la “Regione” – mancano informazioni su chi ti può aiutare in un caso simile. Ho chiesto alla Protezione civile ma pare che per i privati non intervenga. Non mi resta che sfollare».

PCi fra distaccamenti e compagnia di prontezza

Non è stato l’unico, Giulio: i tetti danneggiati (o distrutti) dalla grandine riguardano decine di proprietari o inquilini con l’acqua in casa, improvvisatisi carpentieri con scale, tegole, assi da cantiere, plastiche, teloni e quant’altro per approntare alla bell’e meglio, non senza grandi difficoltà e rischi di cadute, coperture provvisorie in attesa che le ditte di fiducia, a loro volta sommerse di richieste d’aiuto, possano intervenire con soluzioni realizzate a regola d’arte. Nel Locarnese ferito questa situazione si è ripetuta parecchie volte da venerdì in poi. E qualche proprietario in effetti la fatidica domanda se l’è posta: la Protezione civile non avrebbe potuto mettere a disposizione mezzi e militi? Ryan Pedevilla, capo della Sezione cantonale del militare e della protezione della popolazione al Dipartimento delle istituzioni, premette che «la PCi, su richiesta delle autorità locali, è intervenuta a Locarno, Losone e Arcegno per dar man forte ai servizi comunali tramite mansioni di sostegno generale. Per contro, la Protezione civile non è formata per effettuare interventi sollecitati da privati che richiedano specializzazioni, come nel caso specifico nell’ambito della carpenteria, né dispone di scale mobili in grado di raggiungere più agevolmente i tetti, né materiale per eseguire riparazioni».

Da venerdì, aggiunge Pedevilla, «abbiamo posto in stato di allerta in Ticino sei distaccamenti di venti militi ciascuno, più nel Mendrisiotto una compagnia di prontezza elevata formata da 60 uomini in grado d’intervenire in 90 minuti su richiesta di Comuni, polizia, pompieri e servizi ambulanza laddove ci fosse un bisogno importante». Nel caso specifico del Locarnese «si è provveduto a dar man forte nel momento in cui si è reso necessario evacuare due edifici e un campeggio. Ma, come detto, gli ambiti più specialistici esulano dalle nostre competenze». In ogni caso, «in assenza di una formazione specifica, non manderei mai un milite della PCi sui tetti a posare coperture provvisorie. Anche perché, non da ultimo, in caso di lavoro mal fatto e all’origine di danni ulteriori vi è il rischio di rivalsa sulla Protezione civile medesima».

Momenti di paura alla Pestalozzi

Dalla Sezione cantonale del militare e della protezione della popolazione spostiamoci dunque sul territorio, presidiato come non mai, appunto, dalla Protezione civile di Locarno e Vallemaggia. Reduce da poche ore di sonno in tre giorni e mezzo di intenso lavoro, il vicecomandante Patrik Arnold fa il punto: «La prima chiamata è arrivata venerdì alle 21.15 dalla Colonia Pestalozzi di Arcegno, duramente colpita dal maltempo anche con la caduta di alcune piante e costretta a far evacuare una sessantina di ospiti, fra i quali anche una ventina di disabili. Visto che i loro veicoli erano seriamente danneggiati, abbiamo dovuto occuparci anche del trasporto fino al nostro impianto di Minusio, dove hanno passato la notte. Sabato in mattinata hanno comunque potuto rientrare a domicilio, oltre Gottardo».

Poi, prosegue Arnold, «oltre alle moltissime richieste di aiuto da parte di persone che si sono ritrovate con la casa allagata, è arrivata quella delle Scuole comunali di Losone, dove oltre un centinaio di lucernari è andato in frantumi, causando grossi allagamenti. Da sabato ci siamo dati da fare sul posto, con le autorità e i docenti. Per sgomberare alcune aree dalla grandine abbiamo rispolverato la fresa per la neve». La PCi è intervenuta anche all’Ospedale La Carità di Locarno, dove pure la rottura dei lucernari ha causato problemi «e dove vedevamo arrivare pazienti feriti dalla grandine», nonché al Patologico. Senza dimenticare l’appoggio alla Città di Locarno «per lo sgombero di materiale, alcuni sentieri da sistemare e l’intervento sui tombini otturati dal fogliame».

Evacuate quattro palazzine a Locarno

Ad Arcegno, inoltre, è esondata la Brima, nella cui parte alta si è verificato uno scoscendimento. La PCi è intervenuta a supporto di ditte del genio civile, Comune e tecnici per poi imbastire un monitoraggio delle ore seguenti. Non è finita, perché «sempre sabato c’è stata l’evacuazione di 4 palazzine in pratica “scoperchiate” a Locarno, unitamente a Comune, Servizi tecnici, Polcantonale e Polcomunale. Vista la gravità della situazione sono stati organizzati dei trasferimenti da familiari, e per 4 persone in strutture ricettive. Segnalo inoltre che abbiamo fornito dei sacchi di sabbia ai responsabili del Centro sportivo Lavizzara, a Prato Sornico, per consentire ai pompieri di preparare una barriera di protezione ed evitare che l’acqua entrasse in pista».

Va infine notato che proprio in concomitanza con l’arrivo del maltempo la PCi aveva un corso di ripetizione in Valle di Blenio con una ventina di ospiti della casa di cura Cottolengo di Gordevio: «A noi serve come condotta, a loro per uscire un po’ dalla routine – rileva Arnold –. Il fatto di essere lì ha salvato parte dei nostri veicoli, che altrimenti avrebbero subito anch’essi i danni della grandine. Comunque, questa sorte è toccata ai 5 veicoli rimasti nel Locarnese, cui già sabato si sono aggiunti quelli utilizzati per la trasferta nella Valle del Sole».

Durante la notte su domenica e anche nel corso della mattinata di lunedì le nuove richieste di aiuto al Corpo civici pompieri di Locarno si sono sommate a quelle di venerdì e sabato. Alla quarantina di interventi in prima istanza (su circa 100 richieste) se n’è aggiunta un’altra quarantina o poco meno, su 60 allarmi. Le richieste erano prevalentemente dovute ad allagamenti nelle abitazioni, alla necessità di messa in sicurezza e all’acqua che invadeva i locali. Le rotazioni hanno visto impiegati in due giorni circa 40 militi in totale, fra Corpi di Locarno, Brissago e Tenero.

Fevi allagato, Isole danneggiate

Sono moltissimi i fronti del disagio o dei danni. Vi sono “istituzioni” pubbliche – oltre a diverse scuole comunali e cantonali, anche il Palexpo Fevi allagato e le Isole di Brissago – ma anche importanti realtà economiche come la Diamond di Losone, il cui stabile principale ha subito seri danni. La grandine ha infatti sfondato i vetri dei lucernari e allagato gli spazi della direzione. Ci vorranno sicuramente diversi giorni di lavoro per ripristinare gli uffici (traslocati provvisoriamente altrove) e renderli nuovamente agibili.

Infine c’è la Centovallina, con la sua stazione di San Martino: chiusa da marzo per consentire importanti lavori di miglioria, avrebbe dovuto tornare operativa mercoledì, ma la riapertura è stata rinviata a data da stabilirsi.