Il giudice dei provvedimenti coercitivi ha accolto la richiesta della pubblica accusa, predisponendo la carcerazione preventiva per tre mesi
Resta in carcere l’accoltellatore di Vezia. Il giudice dei provvedimenti coercitivi (Gpc) ha infatti accolto la richiesta della pubblica accusa, confermando quindi l’arresto del 39enne italiano fermato lunedì sera dopo il fatto di sangue e arrestato l’indomani. Per lui prosegue dunque il periodo di carcerazione preventiva alla Farera, stabilito dal Gpc in tre mesi. Durante questo periodo continueranno gli accertamenti guidati dalla procuratrice pubblica Valentina Tuoni.
L’arrestato, ricordiamo, è accusato di tentato omicidio, lesioni gravi e semplici, per aver inferto alcuni colpi di coltello alla schiena di un 46enne svizzero, un conoscente residente nello stesso palazzo popolare di via San Gottardo a Vezia dove abita il presunto colpevole. Dalle testimonianze emerse negli scorsi giorni, sembrerebbe che il litigio che ha portato al ferimento sarebbe avvenuto per motivazioni piuttosto futili. I due avrebbero trascorso le ore precedenti ai fatti a chiacchierare, ascoltare musica e bere alcol. A un certo punto la situazione sarebbe degenerata, fino al ferimento, che ha causato importanti macchie sul pianerottolo del palazzo.
Il 39enne è in seguito fuggito, ma è stato poi acciuffato. E forse il rischio di fuga è alla base della decisione del Gpc. Il 46enne invece è stato dapprima soccorso dalla Croce Verde di Lugano e trasportato poi all’Ospedale Civico. La sua vita non è in pericolo, ma le ferite sono state giudicate di una certa gravità, hanno specificato il Ministero pubblico e la Polizia cantonale in una nota. Per l’arrestato – difeso dall’avvocato Fabio Creazzo –, inoltre, è stata predisposta anche una perizia psichiatrica, come spesso accade in casi di fatti di sangue come questo, che possa far luce su un’eventuale scemata imputabilità durante l’episodio.