La proposta interpartitica di cambiare forma giuridica fa breccia nella Gestione e nel Municipio
Le premesse ci sono tutte. In un futuro prossimo le Aim, le Aziende industriali della Città, potrebbero cambiare ‘pelle’. Da municipalizzate potrebbero trasformarsi in un Ente autonomo di diritto comunale. E questa volta l'idea sembra mettere tutti d'accordo. Lanciata da una mozione interpartitica – sottoscritta da Centro, Plr e Alternativa –, la proposta ha convinto, infatti, la Commissione della gestione e ha trovato il sostegno dello stesso Municipio. Esecutivo che, nei giorni scorsi, ha messo nero su bianco il suo parere, che va a corroborare, del resto, il rapporto preliminare dell'ottobre scorso. Cestinato, nel marzo del 2017, dal voto popolare il progetto di convertire le Aim in una Sa, la via dell'Ente, già peraltro percorsa nel 2017 da Bellinzona, potrebbe rivelarsi la risposta alle necessità operative delle Aziende e finanziarie del Comune.
Quando Gianluca Padlina, Luca Pestelacci e Andrea Stephani hanno dato corpo all'atto parlamentare, in ottobre, ancora non si immaginava la crisi di fiducia che di lì a qualche mese (a gennaio) si sarebbe consumata nell'aula consiliare. Crisi sfociata poi nella sospensione (temporanea) del capodicastero Aziende (Massimo Cerutti) e nell'istituzione di un Gruppo di lavoro ad hoc; a innescare tutto il rinvio di un anno del passaggio di mano delle reti Ail. Ora che la gestione delle Aim è diventato uno dei temi in cima all’agenda della Città, ecco che la creazione di un Ente autonomo – che i promotori auspicano possa essere realizzato ancora entro l'anno – potrebbe rivelarsi una soluzione da tenere in debita considerazione.
"Tempi straordinari richiedono misure straordinarie", scrivevano i mozionanti nel perorare la loro causa. E in effetti quelle parole hanno rischiato di essere profetiche. L'autunno scorso, in verità, il pensiero andava soprattutto ai bilanci comunali. "La possibilità di poter procedere al cambiamento della forma giuridica delle Aziende industriali di Mendrisio – motivavano nella mozione – è suscettibile di poter generare risorse straordinarie delle quali mai come in questo momento il nostro Comune avrebbe bisogno". In effetti, alla base del cambio di passo vi sono, come si ricorda nel dossier, "il miglioramento delle linee di conduzione e di controllo sull’azienda" e al contempo, appunto, "ragioni di natura prettamente economica".
Adesso spetterà al Consiglio comunale pronunciarsi e decidere se aderire o meno al principio del cambiamento di forma giuridica, affidando poi a un successivo approfondimento il compito di definire i dettagli dell'operazione. Nel votare il legislativo avrà comunque la consapevolezza, come rimarcato dalla Gestione nel suo rapporto (condiviso all’unanimità), che "la proposta di fare capo a una forma organizzativa di diritto pubblico appare invero consona a raggiungere gli obiettivi che ci si era allora prefissati (nel 2016), fornendo nel contempo un’adeguata risposta e sufficienti garanzie ai timori sollevati da coloro che si erano opposti a una trasformazione delle Aim in Sa". In altre parole, statuire il fatto di avere "un sufficiente controllo democratico e la tutela dei dipendenti". Inoltre, si fa notare, si avrebbe la possibilità di annoverare nel Consiglio direttivo oltre al capodicastero, anche tecnici scelti dal legislativo, "ciò che potrà garantire una migliore supervisione sull’operatività dell’azienda".
Dal canto suo, l’esecutivo "suggerisce di coordinare le eventuali fasi di costituzione del nuovo Ente con i possibili lavori legati alla riorganizzazione dell’amministrazione. Infatti, il Municipio potrebbe affidare alla nuova forma giuridica "dei compiti pubblici aggiuntivi: come per esempio assegnare a un unico soggetto tutto il ciclo di gestione dell’acqua".
Certo di tematiche in sospeso ne restano ancora. È il caso, si osserva, del completamento degli statuti di alcuni punti sensibili. E qui l'autorità cittadina evoca "il non assoggettamento ai principi di gestione finanziaria comunale; la definizione di alcuni temi che necessitano di un’ulteriore approvazione del legislativo per attenuare il rischio legato ai diritti democratici". Ma l'esecutivo richiama altresì l'esigenza di "determinare il valore dell’utile netto legato alla rivalutazione degli attivi di Aim", di stabilire "l’importo di dotazione del nuovo Ente autonomo"; e di continuare a garantire "gli attuali flussi finanziari fra il Comune e l’Azienda comunale".
Il dossier sulla futura forma giuridica delle Aziende sarà tema di uno dei prossimi Consigli comunali. Lunedì, però, nell'aula consiliare si parlerà comunque di Aim. A dare il la alla discussione l'aggiornamento dei Preventivi 2023 (peraltro vistati da una Gestione compatta). Bilanci che sposteranno inevitabilmente l'attenzione sul documento finale consegnato dal Gruppo di lavoro, guidato dal segretario comunale Massimo Demenga, sull’‘affaire reti Ail' e riporteranno al centro del dibattito la futura conduzione delle Aziende, e quindi la sospensione calata su Massimo Cerutti. Dall'incarto, che i commissari della Gestione hanno potuto visionare, sono emersi, in effetti, quelli che il presidente Tiziano Calderari su queste colonne ha definito punti di discussione e attenzione. Alla lente tre livelli di comunicazione – tra i vertici delle Aim e il capodicastero e tra il capodicastero e l’esecutivo –, la conduzione politica e la gestione operativa.