L'Ufficio federale conferma al Dipartimento del territorio che non sospenderà il progetto. Fonio: ‘Sono deluso’
Niente da fare. L'Ufficio federale delle strade (Ustra), va avanti dritto per la sua... strada. I piani per la corsia Tir tratteggiata fra l’area di servizio di Coldrerio e il viadotto di Bisio a Balerna non verranno modificati. Non come sperava il parlamento che, il dicembre scorso, compatto, aveva fatto sue le perorazioni di due petizioni e si era schierato con il Mendrisiotto. Ovvero un Distretto che attraverso più voci e atti formali ha fatto capire che quell'area di sosta a cielo aperto lungo la carreggiata nord-sud dell'A2 proprio non la vuole. Non a caso si è domandato al governo cantonale di farsi portavoce presso le Autorità federali della richiesta di sospendere subito la procedura.
L'Ustra l'ha scritto, però, in modo chiaro nella missiva recapitata nei giorni scorsi al Dipartimento del territorio. Le intenzioni federali vengono riaffermate. Sta tutto nelle poche righe finali della lettera: "Pur comprendendo le preoccupazioni espresse dal Gran consiglio ticinese – si legge –, a causa degli evidenti problemi di sicurezza derivanti dalla situazione attuale, dobbiamo purtroppo confermarvi che non è possibile sospendere il progetto in corso".
In alte parole, non si potrà fare a meno di questa opera. Non a caso a Berna si è pronti a spendere quasi 56 milioni per l'intero progetto, e circa venti per la sola corsia per centrare l'obiettivo. Agli occhi dell'Ustra e dei suoi tecnici, del resto, né il Centro di controllo a Giornico, né l'avvento della digitalizzazione delle pratiche doganali - pur riconoscendo i "risultati promettenti" del progetto pilota in atto in entrata in Svizzera e l’intenzione di lanciare una sperimentazione simile in uscita verso l'Italia - basteranno, nel prossimo futuro, a gestire il traffico dei mezzi pesanti alla frontiera. E soprattutto, a garantire la necessaria sicurezza. Anzi, l’infrastruttura - capace di stoccare fino 130 camion - è "appena sufficiente – si annota – per accogliere gli autocarri che in quell'istante hanno oltrepassato il Centro di controllo dei veicoli pesanti di Giornico e fino all'organizzazione da parte della Polizia - entro circa un'ora - di aree di stoccaggio alternative".
La risposta giunta dall'Ustra rappresenta un duro colpo per i momò. «Evidentemente c’è delusione – confessa Giorgio Fonio, granconsigliere del Centro e tra i firmatari di una delle due petizioni (assieme a quella promossa dal già sindaco di Chiasso Moreno Colombo) –. In ogni caso, resto convinto che questa corsia non farà altro che peggiorare la situazione, non rispettando né il territorio, né la qualità di vita dei cittadini».
A questo punto quale potrà essere la prossima mossa? «Prossimamente come deputati del Mendrisiotto incontreremo il Municipio di Chiasso – ci conferma Fonio –. In quella occasione intendo chiedere ai colleghi di Gran consiglio di discutere di questa problematica. È molto importante che venga condivisa dalla deputazione momò al completo».
Difficile dire ora quali margini di manovra ci saranno ancora visto la determinazione di Ustra a portare avanti i lavori da qui al 2028. «In effetti – commenta Fonio –, fa specie constatare come a fronte di una regione intera che contrasta il progetto e un parlamento unanime che chiede di rivedere la decisione, a livello federale tutto ciò non venga tenuto in considerazione».