Lago Maggiore

‘È una zona aperta, perciò più pericolosa’

Dopo il naufragio a Sesto Calende, intervista al capitano del Katja Boat, che offre un servizio turistico e che naviga sulle acque del bacino svizzero

In sintesi:
  • Un luce intermittente dalla riva segnala l'arrivo del vento
  • Giubbotti di salvataggio per ogni passeggero
  • L'importanza di un allarme tempestivo
Il natante turistico affondato nel Verbano
29 maggio 2023
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Sono passate poco più di 24 ore dal naufragio di un natante turistico, a Sesto Calende, nella zona più a sud del Lago Maggiore. Pesante il bilancio: 4 morti. Gli altri 21 passeggeri dell'imbarcazione si sono fortunatamente salvati. L'incidente, probabilmente causato da forti raffiche di vento, solleva diversi interrogativi, legati soprattutto alla sicurezza. La Procura di Busto Arsizio (Varese) ha già annunciato di essere intenzionata ad aprire un fascicolo di indagine per ricostruire l'accaduto. Un fascicolo contro ignoti per naufragio colposo, ha anticipato il procuratore Carlo Nocerino.

Una volta recuperato il relitto del ‘Good... uria II’, che si è capovolto prima di inabissarsi (ora giace a circa 15 metri di profondità), gli accertamenti verteranno sulle condizioni dello scafo, sul rispetto delle norme di sicurezza a bordo, e sul numero di persone presenti (a quanto pare erano 25), rispetto alla capienza consentita. Il natante era pubblicizzato per 15 persone. Non è dato di sapere se quella era la capacità massima approvata dal costruttore o una scelta dei titolari del servizio di trasporto privato.

Sul lago le norme di sicurezza sono severe e, nella parte italiana, definite dalla Polizia nautica provinciale. Toccano diversi settori, fra i quali proprio il numero di passeggeri: per i natanti omologati sono definite dal costruttore; per gli altri sono basate sulla lunghezza del mezzo (si va da tre persone per barche fino ai 3,5 metri a 9 persone per quelle di 8,5 metri). Ci sono pure norme relative ai giubbotti e ai salvagenti, ma anche ai mezzi di comunicazione da tenere a bordo per lanciare l’allarme in caso di emergenze.

Nel Locarnese offre un servizio privato per crociere e feste sul lago il Katja Boat. Abbiamo interpellato il capitano, Joao Rocha, per capire quali sono le misure che vengono adottate per garantire la massima sicurezza alle persone trasportate sul bacino svizzero del Verbano.

«Per evitare di venir sorpresi dal maltempo ci affidiamo alle previsioni meteo e agli allarmi che vengono diramati. Ma anche sul sistema di luce lampeggiante che si trova a Minusio, a poca distanza dal nostro attracco. È gestito dalla Polizia lacuale ticinese e, a seconda delle condizioni, ha diverse luci e intermittenze. Se indica tempesta è vietato uscire. Se però siamo già al largo, rientriamo immediatamente o cerchiamo un posto sicuro dove metterci al riparo da vento e onde e per sbarcare i passeggeri. Per fortuna non capita spesso e la nostra imbarcazione è molto stabile e robusta».

Siete obbligati ad avere salvagenti per tutti?

«Sì. Anzi, ne abbiamo anche di più. Il Katja Boat può trasportare 60 passeggeri più due membri d’equipaggio – prosegue il capitano –. Noi disponiamo di circa 80 giubbotti di taglie diverse, per adulti e bambini, proprio per essere sicuri di averne abbastanza in caso di emergenza. Inoltre, il nostro protocollo prevede che, se temiamo che possa succedere qualcosa, preavvisiamo immediatamente la Polizia lacuale e gli altri enti di soccorso affinché tutti siano pronti a intervenire nel più breve lasso di tempo possibile».

Cosa ritiene possa essere successo domenica a Lisanza?

«Difficile dirlo. Sarà l’inchiesta a stabilirlo. Con la nostra barca siamo già stati in quella zona e lì il lago è diverso rispetto a quello che noi conosciamo sul bacino svizzero. La morfologia cambia: laggiù è molto più ampio. Le raffiche di vento possono prendere maggiore velocità e causare onde più alte e più pericolose. Onde che vanno tagliate nella giusta direzione proprio per evitare che la barca le subisca e rischi di naufragare».