Locarnese

As Tegna, salvato il campo scompare la squadra

Il club calcistico costretto a ritirarsi dalla Quinta Lega pochi mesi dopo aver vinto la sua partita in Consiglio comunale per salvare il terreno da gioco

8 maggio 2023
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Avrebbe voluto festeggiare gli ottant’anni della sua società in maniera decisamente diversa, Marco Titocci. Invece, all’anniversario del prossimo luglio, il presidente dell’Associazione calcio Tegna non sa nemmeno se il club ci arriverà. Nelle scorse settimane il massimo rappresentante del sodalizio nato nel 1943, è stato infatti costretto a ritirare la squadra dal campionato di Quinta Lega e anche le prospettive a livello societario sono tutt’altro che rosee.

«Fa male, è un passo che non avrei mai voluto compiere, ma non ho avuto altra scelta – ci spiega uno sconsolato Titocci, numero uno del club da ormai una decina d’anni –. Portare avanti l’attività era diventato praticamente impossibile, all’allenamento si ritrovavano spesso in tre o quattro giocatori e pure alle partite erano sempre contati, se non addirittura in meno di undici, tanto che per gli ultimi due match eravamo stati costretti a dare forfait. Non aveva senso andare avanti così». Una situazione non proprio nuova per una realtà piccola ma molto apprezzata a livello locale, anche per le diverse attività extra sportive che propone (su tutte il carnevale in piazza a Tegna)... «Effettivamente in questi dieci anni mi sono reso conto che non è per nulla evidente portare avanti una società di queste dimensioni. Non tanto dal lato finanziario, perché in un modo o nell’altro i soldi necessari li abbiamo sempre trovati, grazie al nostro impegno nell’organizzazione di eventi (e non solo) e anche al sostegno di qualche sponsor e del Comune. No, lo scoglio più grande da superare è sempre stato quello di trovare i giocatori. Di certo la categoria, la Quinta Lega, non è particolarmente attrattiva, così come l’infrastruttura non è più di primo pelo. Negli anni però in un modo o nell’altro eravamo sempre riusciti ad andare avanti, anche contando sul supporto dei nostri vicini del Verscio, società con la quale abbiamo una convenzione che ci permette di scambiarci giocatori. Così è stato in alcune partite, ma pure loro non navigano nell’abbondanza e nelle ultime settimane non sono più riusciti a prestarci giocatori. E solo sulle nostre gambe, non siamo più riusciti a reggerci…».

L'idea di una possibile unione delle forze con l'Us Verscio

Sempre all’Unione sportiva Verscio sembrerebbe essere legato l’incerto futuro dell’As Tegna, con il comitato (composto da 4 persone) che nonostante il ritiro della sua unica squadra – allievi (inseriti nel Raggruppamento Melezza) esclusi –, «sta continuando a lavorare, anche perché abbiamo diverse cose da mettere a posto e la speranza di riuscire in qualche modo a ripartire rimane. Sarebbe davvero un peccato veder finire così la storia di questa società, non sono in molte in Ticino a poter vantare di aver compiuto 80 anni. A tal proposito siamo anche in contatto con il Verscio per vedere se finalmente si riuscirà a unire le forze in maniera definitiva attraverso una fusione. Non sarà evidente e ci vorrà del tempo, ma ci proveremo. Di certo, allo stato attuale delle cose, non iscriveremo una squadra al prossimo campionato, non avrebbe alcun senso».

Seppur ridotta a una fiammella, la speranza di trovare una soluzione rimane quindi accesa, tanto che «l’intenzione è di organizzare comunque una festa per gli 80 anni del club, magari abbinandola a un quadrangolare di allievi».

Un animo da lottatore quello del “Tito”, che solo pochi mesi fa aveva vinto un’altra battaglia per la sopravvivenza del club, in veste di consigliere comunale, quando forte anche del suo ruolo nella commissione del Piano regolatore, era riuscito a convincere il Legislativo del Comune di Terre di Pedemonte a bocciare la variante che prevedeva la scomparsa proprio del campo da calcio Ai Gabi di Tegna… «E proprio per questo fa ancora più male. Certa gente, in primis alcuni giocatori, non ha capito tutto quello che ho fatto per permettere loro di continuare a giocare nella nostra società. Mi sono battuto in prima persona per un anno, inimicandomi sindaco, municipali e metà del Consiglio comunale, ma l’ho fatto perché credevo in questa storica società. Evidentemente se avessi saputo che ci saremmo ritrovati in questa situazione, non avrei lottato in quel modo contro il progetto proposto, ma ripeto, ci credevo e per questo non ho rimpianti».

Oltre al danno, anche la beffa

Non sono, come detto, solamente sportive le implicazioni della sparizione, dalla carta del calcio minore, della squadra dell'As Tegna. Vi è infatti anche una componente ‘politica’ nella rinuncia al proseguimento dell'attività del sodalizio. Come qualcuno forse ricorderà, proprio il destino del campo sportivo Ai Gabi, impiegato dalla locale formazione, era finito sotto i riflettori in occasione delle discussioni, nella sala del legislativo, legate alla pianificazione dell'intero comparto. Secondo i piani contenuti nel messaggio municipale oggetto di una assai clamorosa bocciatura (mancanza della maggioranza assoluta) lo scorso mese di dicembre, il terreno da gioco avrebbe dovuto essere sacrificato nell'ambito della compensazione forestale e dell’ubicazione, ritenuta dai più alquanto infelice, del nuovo ecocentro nella campagna di Verscio. Marco Titocci (consigliere de il Centro) aveva difeso con i denti il diritto del sodalizio sportivo da lui presieduto di disporre, anche in futuro, del proprio campo. L'idea di rinunciare ‘ai Gabi’, aveva cercato di far capire il sindaco Fabrizio Garbani Nerini, era frutto di un lungo compromesso col Cantone. Serviva, in pratica, a compensare la sistemazione del posteggio pubblico al Pozzo. Da notare, ancora, che per l'As Tegna la cancellazione del terreno non avrebbe in alcun modo comportato la cessazione dell'attività ipso facto. Il club avrebbe infatti avuto qualche anno di tempo per cercare una sistemazione alternativa.

Logico che a questo punto il Municipio, appresa la notizia, non faccia salti di gioia. Decine d'incontri con i funzionari del Cantone, enti e associazioni locali per cercare di trovare una soluzione alla questione pianificatoria del comparto Maggia/Melezza sono risultati vani. Con annessa, ora, quella che suona quasi come una beffa da... cartellino rosso.

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