mostra

La grafica di Orio Galli fra rigore e libertà espressiva

Il m.a.x. museo di Chiasso dedica al designer ticinese la prima antologica con oltre trecento lavori esposti. Dal 30 aprile all’8 ottobre prossimo.

Orio Galli Energia (“Energia 2000”) 1995
(© Collezione m.a.x. museo, Chiasso / ph. Carlo Pellegrini, Roberto Sellito)
27 aprile 2023
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È stato vedendo alcuni manifesti sulla cancellata dell’ospedale di Mendrisio – oggi parte dell’Accademia di architettura – che un Orio Galli ragazzo si è detto che quel lavoro gli sarebbe proprio piaciuto farlo.

Nell’immaginario comune

Curiosità, studio (anche della tradizione e dei saperi tecnici del passato), sperimentazione, manualità, cultura, territorio lo hanno accompagnato per più di cinquant’anni di produzione grafica; che è immane. Basti pensare al nutrito archivio che Galli, schietto e senza peli sulla lingua, ha donato al m.a.x. museo di Chiasso, punto di riferimento a livello nazionale e internazionale per la ricerca sulla materia grafica.

Degli oltre diecimila lavori – fra manifesti, schizzi, bozzetti, disegni acquarellati, carte intestate, cartoline, pubblicazioni e libri d’artista – ne sono stati criticamente selezionati oltre trecento per allestire la mostra ‘Orio Galli, grafica e grafismi’ curata da Mario Piazza (designer e docente universitario) e Nicoletta Ossanna Cavadini (direttrice del museo chiassese e dello Spazio Officina). L’esposizione, presentata oggi in conferenza stampa (occasione in cui lo stesso Galli ha raccontato l’aneddoto di gioventù), verrà aperta domenica 30 aprile e sarà visitabile fino all’8 ottobre prossimo. L’inaugurazione si svolgerà sabato 29 aprile al Cinema Teatro, alle 18.

L’allestimento che si inaugura nel fine settimana è la prima antologica dedicata all’opera di Orio Galli, graphic designer che ha contribuito a plasmare soprattutto l’immagine cantonale con i suoi lavori divenuti emblematici e diffusi in lungo e in largo, creando un immaginario peculiare che non attinge per forza ai luoghi comuni sul Ticino e ai suoi attributi (uno su tutti: il boccalino), ma che si riferisce alla storia e alla cultura della regione, passata e contemporanea. Questo dagli anni Settanta all’altro ieri (si pensi al manifesto dei Campionati mondiali di ciclismo su strada a Mendrisio del 2009). Le quattro sale del museo intendono proporre l’iter creativo (di ricerca estetica) e professionale di Galli – la sua cifra – esponendo oltre ai manifesti, anche corporate identity, loghi per imprese, ma pure stemmi comunali (Bioggio) e stampati per la Confederazione, La Posta. In particolare, nella presentazione, si è posto l’accento sulle grafiche realizzate per enti turistici, da quello cantonale – come non pensare al logo rossoblù ‘Ticino’ – ai regionali (non a caso, l’esposizione ha il patrocinio morale di Ticino Turismo), oppure per manifestazioni culturali (il Locarno Film Festival), organizzazioni e partiti. Senza dimenticare i libri d’artista e le sovraccoperte per case editrici (Armando Dadò Editore, Edizioni Ulivo). La lista delle committenze (molte delle quali illustri) è assai lunga, basterebbero appena queste righe per contenerla tutta.


© Collezione m.a.x. museo, Chiasso / ph. Carlo Pellegrini, Roberto Sellito
Orio Galli Elezioni del Consiglio nazionale 1995

Griglia e gesto

L’operare di Galli è fatto di due linee apparentemente distaccate fra loro, ma che descrivono il dualismo della sua ricerca, caratterizzata da un vivace cromatismo. Per dirla (bene e incisivamente) citiamo le parole della direttrice Ossanna Cavadini, autrice di uno dei saggi pubblicati nel catalogo bilingue (italiano e inglese): “La grafica di Orio Galli si articola da un lato su modalità care alla ‘scuola svizzera’ in cui sono leggibili griglie modulari, la grammatica della Concrete Kunst, l’uso della diagonale anche per il lettering (Treccani: “Nel linguaggio della pubblicità e della grafica, l’operazione di scegliere, secondo opportuni criteri, i caratteri con cui comporre il testo che accompagna un annuncio pubblicitario, o che in genere serve di commento e integrazione a un’immagine, a un disegno o serie di disegni”, ndr), aspetti capaci di creare effetti dinamici di forte impatto percettivo; dall’altro su un’impostazione a composizione visiva libera, basata sul gesto creativo con forme di scrittura espressiva; altra e ultima pista indagata da Galli è la giustapposizione fra la emozionale immagine fotografica e lo slogan tipografico”.


© Collezione m.a.x. museo, Chiasso / ph. Carlo Pellegrini, Roberto Sellito
Orio Galli Galligrafia Festival internazionale del film di Locarno 2007

Nella ‘terra d’artisti’

Il concetto d’allestimento è basato su un criterio tematico-cronologico che costruisce una mostra intensa non solo per il numero di oggetti esposti. Anziché passarla in rassegna sala per sala, significativamente ci soffermiamo sul celebre manifesto del 1984 ‘Ticino: terra d’artisti’ (di cui Galli fa parte a pieno titolo), realizzato per l’Ente Ticinese per il Turismo diretto all’epoca da Marco Solari. Quel manifesto, che rappresentò il nostro cantone per lungo tempo e non solo all’interno dei confini nazionali, è stato pluripremiato. Così come altri suoi lavori sono considerati fra i più bei manifesti svizzeri: Caffè Moretto (1970), Ars et musica (1983), Tessiner Frühling - der sanfe Sommer (1986). Fra i riconoscimenti, degno di nota è il premio ‘I più bei libri svizzeri’, di cui Galli è stato insignito ben cinque volte, fra gli altri per ‘I vecchi e la montagna’ di Franco Binda (1983) e ‘Alfonsina’ di Alfonsina Storni (nel 1985).


© Collezione m.a.x. museo, Chiasso / ph. Carlo Pellegrini, Roberto Sellito
Orio Galli Ticino: Terra d’artisti 1984

Apriamo infine una parentesi biografica imprescindibile. Nato a Milano nel 1941 (la mamma – Adele – era natia della città lombarda; il papà – Sergio – era ticinese), Orio Galli si trasferisce con la famiglia a Besazio quando aveva tre anni. Dopo le scuole a Lugano, intraprende l’apprendistato come grafico-vetrinista prima, seguendo i corsi alla Kunstgewerbeschule di Zurigo poi, dove (è l’inizio degli anni Sessanta) conosce Oliviero Toscani, Antonio Tabet e Flavio Rimoldi. Del ’63 è il diploma federale di grafico conseguito a Bienne. Alla fine degli anni 60, frequenta l’ambiente milanese dei grafici svizzeri, entrando in contatto fra gli altri con Max Huber e Heinz Waibl. Come libero professionista, Galli apre il suo studio a Caslano nel 1968 e, oltre alle committenze, ha lavorato anche come docente allo Csia e come vignettista.


© Collezione m.a.x. museo, Chiasso / ph. Carlo Pellegrini, Roberto Sellito
Orio Galli Campionati mondiali di ciclismo su strada 2009

Collaterali

Di là di visite guidate, attività didattiche rivolte a bambini, ragazzi e adulti, segnaliamo il primo degli appuntamenti a corollario della mostra, cioè la conferenza pubblica del co-curatore Mario Piazza, in calendario martedì 23 maggio alle 20.30, al Cinema Teatro. Ulteriori informazioni, così come gli appuntamenti collaterali, sono reperibili sul sito www.centroculturalechiasso.ch.