Al terzo giorno di scavi nel terreno della ditta di Mendrisio. Sarà l'inchiesta a dover stabilire provenienza e datazione
Dopo tre giorni di scavi nel giardino della ditta di pompe funebri di Mendrisio, dalla terra setacciata dagli investigatori sono affiorati alcuni frammenti ossei. Pochi centimetri di ossa umane ritrovati in punti diversi del terreno circostante la sede dell’organizzazione di onoranze funebri. Questo quanto emerso dall’inchiesta aperta sull’attività della società secondo quanto da noi appurato. Di fatto si tratta dei primi ritrovamenti. Quale significato hanno alla luce delle ipotesi di reato – di truffa e turbamento della pace dei defunti – mosse nell’ambito del procedimento penale? Qui spetterà all’indagine stabilirne la portata e soprattutto dire se configurano reati di natura penale. Del resto, l’inchiesta, in corso da alcune settimane, si prospetta delicata e ancora lunga.
Come prima cosa, a questo, punto, agli inquirenti – coordinati dalle procuratrici pubbliche Pamela Pedretti e Raffaella Rigamonti – toccherà capire la provenienza di questi frammenti ossei e, di conseguenza, come sono arrivati nel giardino della ditta di pompe funebri. Iniziati lunedì, gli scavi prima avanzati a forza di ruspe e ora di pala e rastrello proseguiranno, comunque, anche nei prossimi giorni alla ricerca di eventuali ulteriori elementi utili a fare luce sulle ipotesi investigative. Stando a nostre informazioni, l’intenzione è di esaminare una dopo l’altra le zolle di terra rimosse sino a una profondità di quasi due metri.
Da noi contattato, il titolare della società ha preferito non commentare a tutela della sua posizione – prevale, è bene ricordarlo, la presunzione di innocenza – e del lavoro stesso degli inquirenti, nei quali l’Organizzazione ripone, come ribadito martedì in una nota firmata dai suoi legali, la sua fiducia.
Allo stato attuale dei fatti di cui si è venuti a conoscenza si può restare solo nel campo delle ipotesi. Tra queste potrebbe esserci quella della presenza negli strati inferiori del giardino di terra utilizzata per livellare il terreno e proveniente da un vecchio cantiere che avrebbe interessato il campo di un cimitero della regione. Campo già oggetto in precedenza di un lavoro di spurgo, che potrebbe non essere stato effettuato a regola d’arte. L’origine dei frammenti potrebbe quindi essere datata, riportando a periodi in cui le leggi del settore non erano così stringenti come quelle attuali.
Dal canto suo la Magistratura sta procedendo nei suoi accertamenti “finalizzati a comprendere se sussistano i presupposti di reati di natura penale (eventuali inadempienze o irregolarità) nell’esecuzione delle opere in campo funerario e cimiteriale”. Attività che ha portato, oltre a scavare nel giardino della ditta, anche a una serie di perquisizioni, interrogatori e sequestri di materiale. Focalizzando l’attenzione sul titolare e un suo collaboratore. Responsabile che a ‘laRegione’ ha confermato di avere la coscienza tranquilla. Non a caso questa inchiesta ha suscitato stupore e incredulità nella regione. Tanti i messaggi di solidarietà espressi personalmente e tramite la rete social al suo titolare, in attività dal 1976, e ai suoi collaboratori.