Ogni anno centinaia di migliaia di giocattoli regalati per beneficenza. Nei meandri del programma occupazionale... più simpatico che ci sia
Ci piace pensare che la sera, quando si chiudono le porte e si spengono le luci, nell’ampio locale stipato di giocattoli usati possa succedere qualcosa di magico, di imprevisto, visibile però soltanto agli occhi di un bambino: il vecchio soldatino che scricchiolante si rimette in piedi e raggiunge la principessa sul ripiano soprastante; un piccolo tornado di tessere del puzzle che in un batter d’occhio si posizionano da sole, formando l’immagine del laghetto stampata sulla scatola; l’orsacchiotto che sbadigliando borbotta un “insomma, qui non c’è proprio rispetto per chi vuole riposare un po’?”.
Dà questa impressione, la sede del GiocaSolida di Muralto: un mondo fantastico cui manchi solo la scintilla di un sorriso per riaccendersi e tornare a sprigionare tutta la gioia che vi è custodita. Il sorriso è quello del nuovo piccolo proprietario che fra un giorno, o una settimana, prenderà fra le braccia il suo nuovo bambolotto, farà volteggiare per aria il suo astronauta o accarezzerà la testolina di una Barbie pensando che è il più bel regalo mai ricevuto prima. Non sappiamo se a uomini e donne del programma occupazionale dell’Ocst capiti spesso di fantasticare sul destino dei giocattoli affidati alle loro cure. Ma una risposta ce la può suggerire la concentrazione che regna qui dentro, l’attenzione con cui viene compiuta ogni singola riparazione, l’impegno implicito a lavorare in un silenzio quasi da biblioteca, che ad ascoltarlo bene parla di complicità, collaborazione, o più semplicemente piacere di mettersi all’opera.
A organizzare il lavoro degli impiegati temporanei, e a vigilare – con la collaboratrice Vanessa Bonetti – che tutto funzioni a dovere, troviamo Fabio Akai, responsabile quasi per antonomasia, vista la sua presenza fin dall’inizio: «Era il 1996 – dice –, ricordo ancora il caffè di quel mattino di dicembre, in un bar di Piazza Castello a Locarno, a pochi passi dalla prima sede. Da allora abbiamo cambiato luogo (nel 2006, accasandoci in via San Gottardo a Muralto), dato lavoro a circa tremila persone, ma soprattutto effettuato centinaia di spedizioni in tutto il mondo».
L’elenco delle consegne riguardante gli invii all’estero è impressionante: Egitto, Tunisia, Bolivia, Repubblica Ceca, Russia, Nicaragua, Santo Domingo, Spagna, Senegal, Iraq, Kenya, Zimbabwe, Ruanda, Cile e decine di altri Paesi in tutti i continenti. «Ogni anno gli oggetti trattati fra giochi e capi d’abbigliamento sono circa 50mila – spiega Akai –: tolto un 10 per cento circa che non può essere recuperato, 10mila giochi (tutti quelli elettronici e a batteria) vanno all’Ospedale del giocattolo di Lugano, ovverosia l’altra metà dell’Associazione gruppo di solidarietà di Ocst cui sottostiamo anche noi; e 35mila vengono donati gratuitamente, tramite enti e associazioni senza scopo di lucro, attive in tutto il mondo, che devono presentare richiesta scritta, indicando specificità del progetto e numero di bimbi beneficiari».
Il GiocaSolida è strutturato su tre reparti di lavoro: falegnameria e meccanica (giochi in legno e plastica, giochi all’aperto, generalmente di prima infanzia); cellulosa (puzzle e giochi di società, nonché materiale scolastico e libri); e, da una quindicina d’anni, sartoria (bambole, Barbie, vestiti, giochi di ruolo con i loro accessori). Se ne occupa una squadra formata da non più di 12 persone per volta, inviate dall’Ufficio del lavoro per un periodo massimo di 3 mesi, non rinnovabile onde consentire una più ampia occupazione.
«C’è da dire che durante la loro permanenza i nostri collaboratori dispongono di uno spazio per le ricerche di lavoro, dove, contando anche sulla nostra collaborazione, possono gestirsi liberamente per costruire il loro futuro – sottolinea Akai –. In effetti questa formula funziona, perché le nostre statistiche indicano che una buona metà dei senza lavoro riesce a trovare, nei tre mesi, una nuova occupazione. In questo senso a noi piace pensare che il GiocaSolida porti fortuna…».
I donatori del materiale da rivalorizzare siamo innanzitutto noi singoli cittadini, con gli “esuberi” da cantina e i giochi superati dalla crescita dei nostri figli; il materiale può essere consegnato direttamente suonando alla porta-sportello in via San Gottardo 20 a Muralto. Poi c’è il grande segmento delle scuole, cui si aggiungono enti, commerci e altre organizzazioni, libere di promuovere l’azione di GiocaSolida secondo le loro proprie modalità.
L’entità dell’azione di beneficenza emerge in tutta la sua imponenza dai numeri, accuratamente censiti anno per anno: nel ’96 a Betlemme erano stati inviati poco più di mille giochi. L’anno seguente i Paesi erano già diventati 7, per quasi tremila giochi. Poi la crescita è stata costante e inarrestabile, per arrivare agli oltre 420mila oggetti inviati l’anno scorso.
Il GiocaSolida è aperto dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 12 e dalle 13 alle 17 (consegna giochi fino alle 16). Per informazioni si può chiamare lo 091 751 05 28, scrivere a giocasolida@grupposolidarieta.ch, oppure visitare il sito www.giocasolida.org.