Agenti di Polizia e Scientifica sono al lavoro nella sede di una società della regione. ‘Sono in corso accertamenti’
Una ditta di pompe funebri del Mendrisiotto è finita sotto inchiesta. Da questa mattina, infatti, agenti della Polizia cantonale e tecnici della Scientifica sono al lavoro nei locali e nello spiazzo esterno della sede della società. Giunta una segnalazione sul tavolo degli inquirenti, sono scattate le verifiche del caso. Una attività investigativa, coordinata dalle procuratrici pubbliche Pamela Pedretti e Raffaella Rigamonti, che si è sviluppata nel corso delle ultime settimane.
Cosa si sta cercando? È ancora presto per dirlo. Ciò che ci conferma il portavoce di Polizia e Ministero pubblico è che si stanno effettuando degli accertamenti a tutto tondo per capire se vi siano state o meno delle inadempienze nella gestione dell'attività di pompe funebri della società. Si sono messe in atto, in effetti, una serie di perquisizioni, interrogatori e sequestri di materiale. In particolare, spiegano ancora gli inquirenti, sono state sentite due persone, "la cui posizione è attualmente al vaglio".
Data la presunzione di innocenza, al momento, come si ribadisce in una nota ufficiale appena giunta, si indaga per acclarare se "sussistano i presupposti di reati di natura penale (eventuali inadempienze o irregolarità) nell'esecuzione delle opere in campo funerario e cimiteriale". I reati che si ipotizzano sono quelli di truffa e turbamento della pace dei defunti. Di più, al momento, la Procura non dice, appellandosi alla tutela del segreto istruttorio.
Ad attirare l'attenzione, stamane, sono state però subito le pattuglie e il furgone della Scientifica posteggiati poco distante dalla sede della ditta, preludio all'arrivo poco dopo di un escavatore, che si è messo all'opera in giardino. Lavori di scavo protetti, come il viavai dei funzionari, da un telone steso lungo la recinzione, per allontanare gli sguardi indiscreti.