Luganese

Sesso da ubriaca, in tre a processo per abusi

Un 31enne, un 27enne e un 24enne sono accusati di atti sessuali con persone incapaci di discernimento o inette a resistere per fatti avvenuti nel 2019

La vittima aveva bevuto parecchio
(Ti-Press)
13 marzo 2023
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Una serata di festa campestre a metà estate, dopo un torneo sportivo, come ce ne sono tante in Ticino. Una serata terminata con un rapporto sessuale consumato ai parcheggi del campo da calcio. Un rapporto per il quale tre giovani del Luganese di 31, 27 e 24 anni – quest’ultimo come complice – sono accusati di atti sessuali con persone incapaci di discernimento o inette a resistere, in quanto la vittima, una 31enne collega di lavoro del coetaneo, era ubriaca. Questi, in estrema sintesi, i contenuti dell’atto d’accusa stilato dal procuratore pubblico Zaccaria Akbas, per fatti avvenuti nel Luganese nel 2019. Fatti per i quali i tre saranno oggi giudicati dalla Corte delle Assise criminali composta da Siro Quadri (giudice), Emilie Mordasini e Aurelio Facchi.

‘Sesso consapevole e consenziente’. Ma lei piange e dice basta

«Durante la serata gli animi si sono scaldati, lei provocava», si è giustificato il 31enne durante l’interrogatorio, precisando che prima dei fatti la ragazza gli avrebbe dato segnali molto espliciti sulla volontà di avere un rapporto sessuale. Presunti segnali che hanno portato i due ad appartarsi, ma non da soli: con il 27enne, considerato correo dall’accusa, e con il 24enne. Con i primi due in auto c’è stato dunque un rapporto, sia orale sia completo, mentre il più giovane faceva da palo a uno-due metri di distanza. «Ho avuto l’impressione che si trattasse di sesso consapevole e consenziente» ha detto quest’ultimo rispondendo a Quadri. L’amplesso è tuttavia terminato con la ragazza che ha detto basta piangendo, secondo l’accusa. A questo punto il 27enne e il 24enne si allontanano e la donna resta sola con il 31enne, con il quale si ripete un secondo rapporto sessuale.

Avances e rapporti tesi in chat

Durante l’interrogatorio è emerso che la 31enne, all’epoca dei fatti, era considerata dal gruppo di amici di costumi facili. E per questo i suoi atteggiamenti, tra battute e palpeggiamenti, non sono stati interpretati come qualcosa di anomalo. «Non sono comportamenti così inusuali in determinati ambienti, come Carnevali e feste» hanno detto gli imputati incalzati dal pp. Dalle chat delle settimane precedenti ai fatti è pure emerso l’interesse del 31enne nei confronti della collega, un interesse che non sarebbe stato ricambiato. Sempre dai messaggi, risulta che la donna avrebbe replicato con un insulto al 31enne che le chiedeva se fosse rientrata a casa. «Magari si è pentita, perché ero fidanzato» la risposta del 31enne al giudice. Tuttavia, la donna nei messaggi ha anche aggiunto "non c’è niente da ridere, proprio nulla", ha ricordato Quadri, a un imputato che più volte ha affermato di non ricordare i fatti di quasi quattro anni fa.

Gli imputati sono difesi da Niccolò Giovanettina (il 31enne), Sandra Xavier (il 27enne) e Massimo De Sena (il 24enne).