Dai democentristi una mozione a Berna e un’iniziativa parlamentare in Ticino. Il Ps: ‘Stipendi e pensioni più alti, non solo meno imposte’
«È la soluzione migliore per fare socialità mirata ai beneficiari di Avs/Ai che hanno davvero bisogno, e non a pioggia sperperando soldi, per valorizzare il potere d’acquisto degli anziani». E per ‘soluzione migliore’ il presidente cantonale dell’Udc e consigliere nazionale Piero Marchesi intende il doppio colpo sparato oggi dai democentristi, con una mozione a Berna (firmata anche dal consigliere nazionale leghista Lorenzo Quadri) e un’iniziativa parlamentare in Ticino, inoltrata dal deputato Paolo Pamini.
Il discorso è semplice. Bocciato la settimana scorsa dalle Camere federali l’adeguamento integrale delle rendite Avs al carovita, Marchesi, contattato da ‘laRegione’, inverte il discorso. «Ci ispiriamo al modello ticinese che, di fatto, con le deduzioni fiscali per le persone in Avs/Ai che fanno parte del ceto medio basso e basso, lasciano sicuramente più soldi nelle loro tasche». Marchesi la mette anche su un discorso di aritmetica spiccia: «Il progetto bocciato la settimana scorsa, che sarebbe stato costosissimo per le casse statali, avrebbe portato un beneficio di 7 franchi al mese. Con la nostra proposta, invece, il risparmio a livello fiscale tra imposta cantonale, comunale e federale, può variare da 42 a 140 franchi al mese. Che, tradotto, significa dai 500 ai 1’600 franchi l’anno». Il tutto, continua il deputato al Nazionale e firmatario della mozione, «in forma degressiva».
Già, perché l’articolo 34 della Legge tributaria cantonale parla chiaro. E la richiesta è di estendere a livello federale, per i contribuenti tassati per rendite Avs/Ai, una deduzione di 8mila franchi fino a un reddito di 21mila se si è soli; oltre questa soglia, la deduzione si riduce di mille franchi per ogni 3mila franchi di reddito supplementare. Per i contribuenti coniugati, invece, la deduzione di 8mila franchi fino a un reddito di 27mila franchi andrà anch’essa a ridursi di mille franchi ogni 3mila di reddito supplementare.
«Tutti i beneficiari di Avs/Ai che hanno bisogno potranno beneficiarne – riprende Marchesi –, senza sperperare soldi pubblici». D’accordo, ma l’Udc è il partito che più si batte per le finanze sane e i conti in ordine. Se continuano a mancare entrate, però, il discorso si fa duro. È un controsenso proporre in molti ambiti deduzioni fiscali, come sostiene la sinistra? «Questa considerazione la rispediamo al mittente – replica Marchesi –. La politica è fatta di scelte, un governo e un parlamento devono essere capaci di sapere dove mettere le risorse per i sussidi, quando servono, e per una minore pressione fiscale, opzione che noi preferiamo, a sostegno dei nostri anziani. Inoltre, ricordo che abbiamo già detto più volte dove e come si può risparmiare».
Ad animare il dibattito interno alla lista per il Consiglio di Stato Lega/Udc è stato anche il capogruppo e candidato al governo leghista Boris Bignasca, che dopo la decisione del Nazionale non ha tardato a tuonare dicendo che i ‘noss vecc’ andavano invece sostenuti. Come risponde Marchesi? Diretto, manco a dirlo: «Mi pare ovvio che Bignasca non abbia capito su cosa abbiano votato le Camere federali settimana scorsa, e auspico che condivida questa proposta che va nella direzione di una socialità mirata e non a innaffiatoio. Non ci sarà alcun milionario in Avs che beneficerà di questa deduzione».
Ma erano due gli atti parlamentari democentristi, si diceva. Quello cantonale, di Pamini, chiede di alzare le soglie. Quindi, "di dedurre fino a 10mila franchi l’anno (anziché gli attuali 8mila), a decrescere nella misura di mille franchi ogni 3mila di reddito supplementare a partire da 40mila franchi per i contribuenti soli (oggi 21mila franchi), da 60mila franchi per i contribuenti coniugati (oggi 27mila)". A mo’ di esempio, Pamini snocciola i numeri: "Una coppia sposata con un imponibile, prima delle deduzioni, di 40mila franchi avrebbe un’ulteriore riduzione dell’imposta comunale e cantonale di oltre 400 franchi annui; con un reddito di 50mila franchi, di quasi 1’200 franchi; con un reddito di 60mila franchi, la deduzione sarebbe di 1’500 franchi".
L’Udc, afferma il deputato socialista Danilo Forini, «ha sempre la solita ricetta: sgravi fiscali». Ma le persone «vogliono ricevere stipendi più alti e pensioni più alte, non solo pagare meno imposte». Perlomeno stavolta, concede Forini, le deduzioni prospettate dai democentristi «sono sociali e non come quelle sui premi di cassa malati che vanno a fare regali ai super ricchi e ai redditi milionari». In ogni caso, avverte, «non serve a niente togliere soldi allo Stato e poi magari tagliare sulle prestazioni complementari o sui servizi di mantenimento a domicilio per gli anziani, che per funzionare devono essere finanziati dalle tasse».
Il momento preoccupa il Ps. «Già il rincaro non esiste per il Secondo pilastro: le rendite pensionistiche anziché aumentare, diminuiscono e questo da decenni, con la progressiva riduzione dei tassi di conversione». E allora, aggiunge Forini, «almeno l’Avs e l’Ai dovrebbero essere indicizzate completamente al rincaro. Anzi, andrebbero aumentate. Per esempio con la tredicesima Avs». Rilanciata anche dalla Lega. «Ricordo la riuscita dell’iniziativa popolare federale ‘Vivere meglio la pensione (Iniziativa per una 13esima mensilità Avs)’, sostenuta anche dal Partito socialista: è ora sui banchi delle Camere – riprende il granconsigliere del Ps –. Purtroppo il Consiglio federale si è dichiarato contrario, ritenendo che non vi siano margini di manovra finanziari. Noi siamo convinti che i margini vi siano per versare una tredicesima rendita di vecchiaia dell’Avs. Confidiamo nell’approvazione del parlamento».
Parlamento, quello federale, che la scorsa settimana ha detto no all’adeguamento integrale al rincaro delle rendite Avs. Inutile quindi farsi soverchie illusioni. «Tuttavia – osserva Forini – la stessa richiesta negata a livello federale di compensare l’aumento importante del costo della vita, è pendente a livello cantonale per le assicurazioni sociali di nostra competenza: assegni integrativi e di prima infanzia, soglie Laps (Legge sull’armonizzazione e il coordinamento delle prestazioni sociali, ndr), fabbisogno vitale dell’aiuto sociale».
Tre mozioni, inoltrate dal Ps e tuttora sotto la lente della commissione granconsiliare ‘Sanità e sicurezza sociale’ della quale fa parte anche Forini. Che rileva: «Il Consiglio di Stato ha riconosciuto, come il governo federale, il 2,5 per cento di rincaro, ma tutti i dati dimostrano che l’inflazione è stata ben superiore. Almeno il 2,8 per cento se prendiamo i dati ufficiali nazionali, ma ben di più in Ticino, soprattutto considerando i beni di prima necessità e in questo caso le fasce di reddito più basse sono quelle maggiormente colpite. ‘L’inflazione è la tassa dei poveri’, ci insegnano gli esperti di economia. È quindi molto deludente che il Consiglio di Stato inviti a respingere le nostre mozioni negando di fatto la piena compensazione del rincaro». E ora? «Mi auguro – e parlo a titolo personale – che agli inizi della nuova legislatura si possa trovare un compromesso con quei partiti che in Ticino hanno gridato allo scandalo dopo il recente non adeguamento integrale delle rendite Avs al rincaro. Nelle mozioni chiedevamo una compensazione del 7 per cento. Per quanto mi riguarda un 3,5 andrebbe bene. Secondo me si tratterebbe di un buon compromesso».