Basta e avanza per risarcire i nostalgici del Garage Pistoni, ma pure per diventare un nuovo classico della Compagnia Flavio ‘Lele’ Sala. Visto al Sociale
"Andate e spargete il verbo", dice Flavio ‘Lele’ Sala tra gli applausi al termine del debutto. E invece noi diremo poco e niente, per quelli che si sono detti "sì, ma io volevo sapere come andava a finire il Garage Pistoni" e anche quelli che "sì, ma che fine ha fatto il Bussenghi?". Diremo poco o niente anche per quelli che hanno già il biglietto e devono ancora vedere ‘Bonanocc ai Sonadoo’, e per chi invece cercasse un buon motivo per farlo. Al netto di tutto questo, colui o colei il/la quale suonasse in una band o in passato ne avesse avuta una (e nel frattempo non fosse ancora diventato ricco e famoso) potrebbe ritrovarsi nelle vicissitudini dello spettacolo fino ad affezionarsi a Maruska e i suoi Micioni ("Miao"), capitanati dal Lele che sognava di fondare i Gotthard e al massimo poteva suonare nei Monte Ceneris (l’unico spoiler che ci concediamo), e che vorrebbe fare gli AC/DC ma per tirare a campare sono meglio il ballo liscio e le cover della Cinquetti.
‘Bonanocc ai Sonadoo’ ci porta tutti nello stato di frustrazione di chi deve sbarcare il lunario con la musica partendo dalla più vivida ricostruzione di quando un concerto va storto, pochi, azzeccatissimi minuti iniziali che ‘fidelizzano’ il pubblico a Lele e ai suoi colleghi di sventura: l’esistenzialista Mamo al basso (Matteo Carassini, che nel mondo reale è voce e chitarrista dei Trenincorsa), il complottista Nevio al sax (il naturalmente comico John Leemann), Patrizio da Busto Arsizio alla tastiera di Sandy Marton (Moreno Bertazzi, in cerca di un’invenzione che cambi la vita a tutti) e Maruska, Rosy Nervi che pare la Rettore, qui nei panni della cantante che ha una predilezione per il Lele e gli preferirebbe soltanto l’alcol. Succede che Maruska e suoi Micioni, tutti con gli stomaci vuoti anche per via del Covid, sono attesi nel borgo in cima alla montagna per una delle poche date confermate. Là vive Giulia (Mascia Rezzonico Borromeo, la novità della Compagnia Flavio Sala), la ex di Lele, la cui madre Ortensia (Leonia Rezzonico) è quella che in Inghilterra chiamano "a pain in the ass". L’intreccio è più che sufficiente perché il concerto diventi improvvisamente in forse, e così pure il destino dei Micioni. Quindi, per non dire nulla di più, citiamo dal volantino: "Riusciranno i nostri eroi a portare a casa il sudato cachet e a riallacciare antichi rapporti?".
I tromboni della critica dicono sempre "spettacolo da rodare, ma ci sono tutti i presupposti perché diventi un classico". E anche stavolta è vero, perché al Sociale, di mercoledì, era una prima assoluta e perché classico – con predilezione per la prima parte, bella quanto la scenografia progettata da Mario Del Don e realizzata da Elena Sala e Matteo Fantuzzi – ‘Bonanocc ai Sonadoo’ potrebbe divenire. Tanto altro ci sarebbe da riferire, cominciando dal momento rock-mistico del quale diremo solo che il protagonista ieri era in sala a guardarsi e – ci giochiamo la sua chitarra – a ridere anch’egli. E quindi, col Sala a tenere insieme i Micioni e chi vi ruota attorno, bravi "in primis a mia sorella e a Matteo che si sono letteralmente fatti un mazzo a tarallo per realizzare una scenografia super professionale e meravigliosa" – liberamente tratto dalla pagina Facebook ‘Flavio Sala (Bussy)’ –, bravi a Lele, all’autore Gionas Calderari, ai costumi di mamma Sala e a tutti gli altri per due ore di buonumore alla ticinese. Un ‘bravo’, anzi un ‘brava’, in particolare a Mileti Udabotti nei panni di Vittorina la perpetua, che a momenti vien giù il teatro.
Se vi abbiamo convinti, allora si replica da stasera, 2 marzo, a sabato 4 marzo alle 20.45. Domenica 5 marzo, spettacolo pomeridiano alle 17. Se non vi abbiamo convinti, rocchenroll! (www.teatrosociale.ch)