Raggiunto e firmato un accordo tra i proprietari del centro commerciale di Morbio Inferiore e gli eredi dell’architetto che l’ha ideato
Il centro commerciale Serfontana, a Morbio Inferiore, sarà ‘rivitalizzato’ come progettano i proprietari, ma senza ‘tradire’ l‘essenza architettonica di chi l’ha ideato e ha avuto un ruolo di primo piano nella sua realizzazione, all’inizio degli anni Settanta. Lo ‘shopping center’, all’epoca una vera novità per la realtà ticinese, non perderà, insomma, l’impronta di colui che l’ha immaginato, l’architetto Franco Bircher (1925-2005).
Tra i titolari del complesso e gli eredi del progettista a fine gennaio è stato, infatti, raggiunto e firmato un accordo. Una intesa che fa, quindi, cadere l’opposizione, depositata a fine agosto e determinata ad attirare l’attenzione su un maxilifting bollato, in quel momento, come "irrispettoso" delle preesistenze. Una operazione tradotta a luglio da una domanda di costruzione che portava con sé non solo un intervento radicale – dai sotterranei al tetto –, ma pure un investimento imponente di circa 55 milioni di franchi per tre anni di ‘cantiere’ (che entrerà nel vivo, secondo i piani, fra il 2024 e il 2025).
La strada verso un ammodernamento, oggi attento e rispettoso, è dunque spianata. Questa volta promotori e contrari non si sono scontrati, bensì incontrati al tavolo delle trattative e in una manciata di mesi e nel segno della trasparenza hanno individuato i punti di contatto. Tant’è che tutti i nodi della contesa sono stati sciolti, sia sul piano delle tecniche costruttive che delle linee architettoniche e del design. E ciò scongiurando un rischio che gli autori dell’opposizione vedevano in una ristrutturazione ritenuta invasiva, ovvero trasformare un centro con una sua identità in una "qualsiasi scatola commerciale".
Così non sarà, come si è messo nero su bianco e soprattutto tratteggiato nei bozzetti che oggi sono parte integrante dell’accordo stretto tra le parti. E la prima cosa che balza all’occhio è la torre, con in cima la sua ‘corona’ con il logo. Ebbene, nella revisione dei piani non verrà toccata. Anzi, sarà riportata allo stato originario, come l’hanno restituita i disegni primigeni. La novità sarà nella decorazione, a motivi floreali, quasi a richiamare la primavera – motivo ricorrente –, ispirata, ad esempio, agli interventi dell’artista ticinese Mona Caron.
Verrà modificata anche la struttura vegetale della facciata, non più agganciata direttamente allo stabile (né alla torre), da caratterizzare con una scelta ‘verde’ ben precisa – si parla di piante rampicanti – e un’attenzione alla sostenibilità, alle ombreggiature e alla luce; così da veder mutare l’aspetto dell’immagine frontale con il cambiare delle stagioni. Ma c’è di più, davanti all’ingresso principale ricomparirà la fontana, che avrà una duplice funzione. In effetti, zampillerà durante l’estate e diverrà il piedistallo per l’albero di Natale nel corso dell’inverno.
Gettando uno sguardo all’interno, tra scelta di materiali e cromatica, colpisce l’intuizione di creare un contro-soffitto a pannelli colorati e intercambiabili a seconda delle necessità di arredo e del contesto tematico che animerà il centro commerciale. In ogni caso tutte scelte condivise, passo dopo passo, tra i proprietari e gli eredi del progettista.
Non ci si è fermati, però, ai soli aspetti tecnici. La transazione ha dato modo altresì di chiarire uno snodo importante delle censure mosse dagli eredi del progettista, e che evocava una possibile lesione della proprietà intellettuale, appellandosi alla Legge sui diritti d’autore. Tant’è che i titolari del Serfontana si sono impegnati a consegnare agli opponenti "un diritto di consultazione", riconoscendo così la facoltà di visionare il progetto di riqualifica al pari delle "future istanze edilizie essenziali, ove necessario" e di essere informati su ogni cambiamento sostanziale. In cambio, come detto, si è concordato il ritiro delle contestazioni; ciò che non ostacolerà più la concessione dell’autorizzazione a intervenire all’esterno e all’interno dell’edificio.
A questo punto il Serfontana si proietta, dunque, appieno nel futuro, ma senza dimenticare il suo passato. Nell’accordo, infatti, è prevista pure l’istallazione di un museo digitale nell’atrio al piano terrazza. ‘Museo’ attraverso il quale si ripercorrerà la storia dello shopping center. Una sorta di riconoscimento a ciò che è stato e ciò che è questo ‘tempio’ degli acquisti.
Quanto ai contenuti che verranno – quindi ai marchi, alle griffe e ai servizi che popoleranno il complesso – dopo la riqualifica d’immagine e infrastrutturale, restano ancora tutti da (ri)scoprire. In fondo, si parla pur sempre di una realtà attorno alla quale orbitano attività commerciali e amministrative che contano globalmente 160 addetti –150 dei quali nei commerci – e che al giorno in media registra un andirivieni di 8mila visitatori.