Definite le competenze tra i consiglieri e i municipali, che non rinunciano ai loro gettoni
Per rappresentare il Comune di Lugano nelle società anonime da esso possedute (almeno il 50% di azioni) verranno privilegiate competenze, nel campo di attività, o in materia aziendale, finanziaria e giuridica. Sembra un addio al famoso ‘manuale Cencelli’ col quale i partiti si spartivano le poltrone. Potranno essere nominati nel consiglio d’amministrazione di queste società municipali, funzionari del Comune, terze persone ma non consiglieri comunali. Società importanti, peraltro, che muovono milioni di franchi: Aziende Industriali di Lugano (Ail) Sa; Ail Servizi Sa; Avilù Sa; Casinò Lugano Sa; Società Funicolare Cassarate-Monte Brè Sa; Trasporti Pubblici Luganesi (Tpl) Sa; Verzasca Sa. Il nuovo "Regolamento sulla gestione delle entità partecipate della Città di Lugano" è stato presentato a stampa e (il giorno prima) ai partiti cittadini nell’ambito di una riunione interpartitica. Definisce anche un punto delicato, ovvero quando e come la politica può "comandare" in queste società che, essendo di diritto privato, agiscono giocoforza secondo una loro logica pur essendo di proprietà pubblica. Come è stato in tempi recenti per l’aeroporto (la allora Lasa) o il Lac, pur essendo quest’ultimo un ente. Altro risvolto controverso: il Municipio, o meglio parte di esso ha deciso a maggioranza che gli stessi municipali non devono rinunciare ai ‘gettoni’, la (ricca) retribuzione elargita ai membri dei consigli d’amministrazione, mentre nel caso dei dipendenti comunali, questa somma verrebbe incamerata dalla Città. Una scelta che sicuramente farà discutere, il Consiglio comunale probabilmente formerà una commissione speciale per l’esame del messaggio.
Nomine a parte, ciò che ciclicamente solleva polemiche è il rapporto fra queste società e la politica cittadina: accusate di non "rispettare gli ordini", di perseguire obiettivi che non sono necessariamente di interesse pubblico e quant’altro. Un tema complesso, quello della cosiddetta "governance per le partecipate" a cavallo fra il diritto societario e le legittime attese della cittadinanza. Il Municipio risolve la questione distinguendo, citiamo dal messaggio, "tra strategia del proprietario (Eigentümerstrategie) e quella imprenditoriale degli amministratori (Unternehmensstrategie)". Nella pratica, "La strategia in ambito di partecipazioni è stabilita annualmente dal Municipio che esercita la vigilanza sulle partecipate, poi sottoposta al Consiglio comunale per discussione, come previsto dall’art. 8 lett. a del presente regolamento. L’informazione relativa alla strategia in ambito di partecipazioni segue quanto già previsto dall’art. 193 cpv. 3 Loc e completato all’art. 5 RALoc ed è data in sede di messaggi sui conti consuntivi, contestualmente a tutte le altre informazioni che devono essere fornite per legge. Si precisa, evidentemente, che non si tratta della strategia delle società stesse: aspetto questo che per legge è di esclusiva competenza degli organi delle partecipate, bensì della strategia del Comune quale azionista rispetto alle partecipate. Detto altrimenti, l’autorità comunale competente deve definire quelli che sono i propri obiettivi strategici quale azionista delle proprie partecipate, tuttavia non può influire direttamente nella gestione stessa delle partecipate, imponendo mezzi e modalità alle società per il raggiungimento dei loro obiettivi". In pratica, al Consiglio comunale restano le seguenti competenze: "a) discute e contribuisce alla definizione delle linee guida normative e politiche e gli orientamenti di fondo sulla gestione delle partecipate stabilite dal Municipio; b) discute e contribuisce alla definizione dei principi strategici delle partecipate, gli obiettivi nella gestione delle partecipate e discute le informazioni fornite annualmente dal Municipio ai sensi dell’art. 7; c) decide la creazione di nuove partecipate e l’adesione a società esistenti ai sensi dell’art. 3 cpv. 1; d) nomina e revoca i rappresentanti del Comune nell’assemblea degli azionisti delle partecipate e nei consigli d’amministrazione delle partecipate a economia mista (art. 762 Co); e) designa i candidati proposti dal Municipio da sottoporre all’assemblea degli azionisti delle partecipate per la nomina a consiglieri d’amministrazione nelle società anonime ordinarie (art. 620 Co)".
Sono stati i municipali Tiziano Galeazzi e Karin Valenzano Rossi a presentare questo messaggio in una conferenza stampa. Viene sottolineato, appunto, il lungo tempo trascorso nella maturazione dello stesso. Partito da una mozione inoltrata nel lontano 2012 da cinque consiglieri comunali (primo firmatario Giordano Macchi) tra cui l’attuale vicesindaco Roberto Badaracco. "Anni dopo ci siamo accorti che ne avevamo bisogno di un regolamento. Nel 2016 c’è strato un po’ di terremoto sulle nomine per il Lac e la Lasa, Il nostro auspicio è che si possa arrivare a conclusione di tutto l’iter per la prossima legislatura nel 2024. Poi toccherà alle società partecipate revisionare i loro statuti» dice Tiziano Galeazzi. «Uno dei temi annosi era la nomina per colore politico» spiega Karin Valenzano Rossi. «Nel regolamento non ci sarà nulla in questo senso: si è puntato sulla competenza e sulla qualità riprendendo la dottrina della società anonima». «Il Municipio porta la responsabilità a livello giuridico e strategico, il Consiglio comunale quella di vigilare. Abbiamo fatto chiarezza riguardo a chi fa cosa. Per quanto riguarda il conflitto d’interesse, viene specificato nel messaggio e definito l’interesse pubblico come prioritario. Su grande richiesta dal Consiglio comunale, abbiamo inserito il divieto di nominare membri dello stesso. Pensiamo che invece sia impensabile escludere anche il Municipio». Per quanto riguarda le prebende ‘tolte’ solo ai funzionari del Comune, «non abbiamo trovato il consenso politico per fare la stessa cosa col Municipio. Vedremo se il Consiglio comunale sarà della stessa opinione o se emenderà su questo tema».