Ticino

‘Dovete osare, la possibilità di fare bene è concreta’

Le elezioni cantonali e il Congresso del Centro, il presidente Dadò sprona candidati e candidate a scendere in campo. Ovvero, a fare campagna

Fiorenzo Dadò
(Ti-Press/P.Gianinazzi)
28 gennaio 2023
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«Si vince unicamente se ci crediamo!». E allora «dovete osare, perché la possibilità di fare bene è concreta». Fiorenzo Dadò, alla testa di quello che fino a sette mesi fa si chiamava Partito popolare democratico, sprona i candidati e le candidate del Centro a scendere in campo e a giocare con impegno e convinzione la partita. Le elezioni cantonali sono imminenti, il 2 aprile si avvicina: è tempo di fare campagna. Che ancora stenta a decollare, al centro come a destra e a sinistra. «Da domani sarete tra la gente per cercare di convincerla a sostenervi e a sostenere il nostro partito – dice ai suoi Dadò, parlando nel pomeriggio a Castione nella sala Eventica, sede di un seguitissimo Congresso cantonale –. Il talento, così come la passione e la motivazione, sono cose che vi sono state donate e di cui avete la completa responsabilità. Spesso è solo la paura che vi impedisce di esprimere il meglio di chi siete. La possiamo sconfiggere soltanto mettendoci in gioco, cioè facendo». Candidandovi, prosegue il presidente del Centro e deputato al Gran Consiglio, «avete colto un’occasione straordinaria, che potrà rivelarsi un’esperienza utilissima per tutta la squadra, ma soprattutto per la vostra vita».

‘Affiniamo insieme due o tre progetti faro per il futuro delle nuove generazioni’

Il tempo stringe e il timoniere invita a remare, a mobilitarsi. La sfida d’altronde è impegnativa, in particolare nella corsa al parlamento. E non solo per il «Partito della concordanza», come Dadò definisce il Centro. Alcune (nuove) formazioni politiche potrebbero pure rosicchiare voti qua e là. Il presidente guarda però anche al dopo elezioni. Auspicando un avvio di legislatura con «i dirigenti dei movimenti e dei partiti» seduti «a un tavolo di lavoro» sul quale «condividere proposte e conoscenze, in compagnia di chi là fuori ha le competenze, con l’obiettivo di affinare due o tre progetti faro che fungano da traino per garantire un futuro prosperoso alle nuove generazioni. Lo dobbiamo agli elettori e al nostro Paese!».

Lo slogan di De Rosa: ‘Io ci sono’

Dal futuro prossimo al recente passato. A quel sabato 25 giugno dello scorso anno, quando il Congresso dell’allora Ppd, svoltosi a Cadempino, decise di cambiare il nome del partito: da Ppd a il Centro. Un nome, sottolinea Raffaele De Rosa, che «riassume quei valori e quelle idee che abbiamo sempre perseguito» e che «ci ricorda, sì, dove siamo collocati, ma soprattutto dove vogliamo arrivare: a quel centro, a quell’obiettivo che deve sempre essere chiaro ai nostri occhi. Da stasera saremo di nuovo in corsa. Insieme scenderemo in campo per centrare il bersaglio e migliorare la vita delle persone», afferma il direttore del Dipartimento sanità e socialità. Consigliere di Stato uscente, titolare dell’unico seggio del Centro in governo, e in lista per essere confermato. «Il mio slogan – spiega De Rosa – è ‘Io ci sono’, tre semplici parole, che si pronunciano ad esempio quando si offre un sostegno vero e sincero a una persona». E, detto politicamente, «voglio esserci anche domani» nell’Esecutivo cantonale, in cui De Rosa è stato eletto nel 2019, «per continuare il lavoro, a volte improbo e complicato, che mi avete chiamato a svolgere».

Le tre priorità di Agustoni: ‘Potere d’acquisto, scuola, mobilità’

Al Congresso elettorale di Castione, oltre a De Rosa, prendono la parola gli altri quattro candidati nella lista del Centro per il Consiglio di Stato. Maurizio Agustoni indica «tre priorità» della prossima legislatura. A cominciare dal potere d’acquisto del ceto medio. Un potere d’acquisto che, secondo il capogruppo in parlamento, «è urgente sostenere, non solo tramite sgravi fiscali, ma anche attraverso altre misure: un aumento degli assegni famigliari sui livelli di altri Cantoni, per esempio, potrebbe portare una famiglia con due figli ad avere circa 1’800 franchi all’anno di reddito in più». Altra priorità, la scuola: il Consiglio di Stato che uscirà dalle urne il 2 aprile «dovrà proporre una visione equilibrata, che sappia valorizzare talenti personali e che sappia essere in sintonia con il mondo del lavoro». Terza priorità, la mobilità. «Mi sembra che continui a mancare una visione di insieme: diversi attori cercano, in buona fede e con buona volontà, di risolvere il loro ‘pezzo di problema’, ma non sempre in modo coordinato», rileva Agustoni. E a mo’ di esempio cita il progetto PoLuMe: «È probabilmente una risposta tecnicamente sensata alla saturazione dell’autostrada in alcune fasce orarie, ma difficilmente potrà essere sostenuta dalla popolazione locale senza convincenti misure di accompagnamento sulle strade cantonali».

Caroni: ‘Serve un gruppo coeso e numeroso’

Bilancio e prospettive nelle considerazioni di Paolo Caroni. Nella legislatura che sta per concludersi, tiene a rimarcare l’attuale granconsigliere, «abbiamo fatto, in molte occasioni, la differenza. Siamo stati determinanti in talune scelte politiche e abbiamo cercato di sostenere i valori alla base del nostro partito. Come in passato, anche oggi non dobbiamo temere di esprimere i nostri principi, i nostri valori e dobbiamo andarne fieri, perché solo così sapremo distinguerci dalle altre forze politiche. Tuttavia per fare ciò – avverte il già vicesindaco di Locarno – abbiamo bisogno di un gruppo coeso, indipendentemente dalle sensibilità di ognuno. E anche numeroso».

Fonio: ‘Una comunità forte si occupa anzitutto degli ultimi’

Giorgio Fonio accenna alla propria infanzia e alla propria adolescenza, momenti per lui tutt’altro che facili. «Quanto vissuto – evidenzia il deputato e vicepresidente del Centro – mi ha però rinforzato e insegnato che le difficoltà sono opportunità per crescere». "Costruire insieme": uno slogan, e un obiettivo per Fonio, sindacalista dell’Ocst. "Costruire insieme" un Ticino «attento alle fasce più deboli della società, perché una comunità forte e vincente deve anzitutto occuparsi degli ultimi». Costruire un Ticino che «garantisca a tutti i bambini di studiare e formarsi a prescindere dal ceto sociale al quale appartengono». Un Ticino che «sappia agire tempestivamente nell’affrontare la transizione energetica». Che «riconosca il diritto di lavorare a tutti, perché come dice Papa Francesco "Il lavoro è dignità"». E che «sani le disparità salariali tra uomo e donna, riconoscendo anche nella realtà uguali diritti».

Tarchini: ‘Un patto di paese per risanare le finanze cantonali’

Già consigliera comunale a Lugano ed ex presidente della sezione luganese del Ppd, Laura Tarchini è l’unica donna nella squadra del Centro in corsa per il governo. Tema giovani: «Occorre rispondere in modo concreto al loro bisogno di aggregazione», afferma Tarchini. Finanze cantonali: per il raggiungimento del loro equilibrio andranno fatte scelte che «necessiteranno di un’ampia condivisione in materia di contenimento della spesa pubblica, un patto di paese che toccherà inevitabilmente anche i Comuni». Ambiente: «Puntare maggiormente sulle rinnovabili, in particolare sul fotovoltaico». Famiglie: «Aiutare quelle che hanno visto gradualmente erodere il potere d’acquisto in questi ultimi mesi a migliorare le condizioni per conciliare lavoro e famiglia». Anziani: «Smettiamo di parlare di loro solo in relazione all’aumento dei costi della salute, ma valorizziamoli per quanto di utile fanno per l’intera società». Applausi dalla sala.

In mattinata il documento programmatico

Nel pomeriggio la parte politica del Congresso, la mattina quella programmatica. Con la discussione e l’approvazione, con qualche modifica, delle ‘Linee guida del Centro’. Presentato da Dadò e dall’altro vicepresidente del partito, Marco Passalia, il documento si compone di dodici capitoli riguardanti "principi" e "valori" nei quali il Centro si riconosce. Capitoli (Dadò: «Sono la sintesi delle sensibilità presenti nei vari gruppi di lavoro che si sono occupati delle ‘Linee guida’») che trattano fra l’altro della solidarietà, della famiglia, del referente cristiano, dell’economia di mercato e della sua sostenibilità ambientale e sociale. Ma pure del federalismo, che passa anche dalla "difesa" dei Comuni e, come da aggiunta suggerita durante il dibattito da Gianluca Padlina, della loro "autonomia".