Il legislativo sfiducia il capo dicastero Aziende: ‘Ha omesso delle informazioni sulle reti Ail’. E anche la collegialità del Municipio s’incrina
Più che un dibattito sui Preventivi 2023 delle Aziende industriali (Aim), la serata consiliare di Mendrisio si è trasformata in un duro ‘j’accuse’ nei confronti del capo dicastero Massimo Cerutti e della direzione delle Aim. Tant’è che, divisa sul ritocco verso l’alto del moltiplicatore, in un attimo l’aula si è ritrovata compatta nel chiedere conto dell’agire dei vertici politici e operativi delle Aziende. Sorpresi dalle previsioni annunciate, per la prima volta (a memoria), in rosso nella storia delle Aziende (di oltre 750mila franchi), a spiazzare i commissari della Gestione, prima, e i consiglieri comunali, poi, mercoledì sera, è stata la scoperta che il passaggio di mano delle reti Ail - una operazione da 10 milioni di franchi - non avverrà come dichiarato e assicurato dai responsabili. Il riscatto slitterà, infatti, di un anno, alla fine del 2023.
Un ritardo, quello ammesso in veste ufficiale quanto plateale mercoledì, che non mancherà di avere degli effetti, soprattutto sul piano tecnico-pratico, e che appesantisce una annata (il 2022) già difficile per le Aim, tra caro tariffe e difficoltà di muoversi sul mercato dell’energia. Una impasse che ha innescato uno scambio polemico che ha visto alzare i toni in modo non usuale a Mendrisio, tanto da sfiorare l’imbarazzo generale. E mentre il legislativo sfiduciava il capo dicastero, si è infranta pure la collegialità in seno al Municipio. Quella che è apparsa più di una incrinatura si è palesata nel momento stesso in cui il sindaco Samuele Cavadini ha preso le distanze dal dire del collega (peraltro dello stesso partito, il Plr), che si è ritrovato messo sulla graticola e solo: «La posizione del capodicastero – ha chiarito – non è integralmente condivisa dall’esecutivo: se ne assume lui la responsabilità».
Il dato formale? Alla fine i Preventivi sono stati promossi, ma con una postilla. Entro trenta giorni, come chiesto da un emendamento della Gestione, l’esecutivo dovrà presentare un messaggio aggiornato «sulla base – ha scandito il portavoce Luca Pestelacci (Plr) – della sciagurata novità dei ritardi sulle reti Ail». Un compromesso (avallato dal Municipio) e che garantisce alle Aziende di poter operare. Il dato politico? L’arco consiliare ha, di fatto, come detto, tolto la fiducia al capo dicastero. Un atto che sui banchi del gruppo Lega-Udc-Udf si è spinto sino alla richiesta diretta, rivolta al Municipio, di prendere in mano la situazione e non attendere oltre e mettere all’ordine del giorno della prossima seduta di martedì il cambio di regia delle Aim. A meno che, ha rintuzzato Massimiliano Robbiani, «Cerutti non intenda, lui stesso, fare un passo indietro dal dicastero o, addirittura, dalla compagine municipale».
Dal canto suo, Cerutti ha cercato di mettere in fila date e fatti per giustificare, anche sul piano tecnico, quanto accaduto, arrivando comunque ad ammettere di essere «coscienti di essere arrivati in ritardo e ce ne scusiamo». Riconosciuto pure il fatto di non essere stati «completamente trasparenti con la Gestione». Rassicurando, in ogni caso, che verificati tutti i conti la differenza finanziaria non sarà «così enorme».
A non andare giù, avantutto, ai commissari della Gestione, sono state le varie «omissioni» dei vertici delle Aim sulla tempistica del passaggio di proprietà delle reti, e non solo. Unicamente «dopo molteplici insistenze – ha lamentato Pestelacci – sono giunte le risposte desiderate». Il consigliere non ha potuto passare sotto silenzio neppure il fatto che, da quando Cerutti è alla testa delle Aziende, «in soli 2 anni sono stati bruciati 3 milioni di franchi, ma tanto – ha commentato con toni ironici – è colpa della pandemia e della guerra, salvo poi trovare lo scheletro nell’armadio dello slittamento di un anno delle reti Ail». Quanto basta, da Destra a Sinistra, per esprimere l’esigenza di andare a fondo di quanto accaduto e delle cifre a bilancio. Esame che il Preventivo bis darà modo di fare.
«Da anni – ha dichiarato da parte sua Fabrizio Poma (Centro) – si evidenzia come non sia facile gestire le Aziende. Bisogna riconoscere che l’attuale forma giuridica non aiuta nei vari compiti, visto l’esigenza di assumere decisioni immediate su temi particolari in un momento assai difficile. Una responsibilità – ha smussato – in capo al Municipio e da distribuire in modo equo tra tutte le persone coinvolte. Ben venga, dunque, un cambio formale delle Municipalizzate in un Ente autonomo di diritto pubblico». D’altro canto, ha tenuto a sottolineare Poma, non tutto è negativo nella strategia delle Aim.
Una strategia che, in ogni caso, va riorientata, come invocato dalla Gestione e da più parti. «L’impatto sul borsello di tutti i contribuenti – ha scandito Gabriele Ponti (Plr) – sarà ben superiore ai due punti di moltiplicatore – votati lunedì sera a maggioranza, ndr – e si ripercuote anche su chi le tasse non le può pagare. La strategia che non c’è ci presenta oggi il conto. E ora si aggiunge il rinvio del trapasso delle reti Ail». Ecco che, come gli ha fatto eco il collega di partito Tiziano Calderari, le domande a cui dare una risposta oggi sono svariate.