Significativo aumento (+1’211, +1,8%) di abitanti nel 2022, che al 31 dicembre erano 67’797. Saldo naturale sempre negativo, netta ripresa degli arrivi
La popolazione di Lugano torna ai livelli del 2018. Al 31 dicembre scorso, gli abitanti erano infatti 67’797: 1’211 in più di dodici mesi prima e 150 in più del 2018 e circa 200 in meno del 2017. Dopo un timido segnale di ripresa già nel 2021, l’anno scorso dunque si è significativamente confermata l’inversione di tendenza, dopo un lustro di calo durante il quale la più grande città ticinese aveva perso oltre 2’000 residenti. Un’inversione, che permette così a Lugano di allinearsi con gli altri principali centri urbani del cantone, tutti in crescita, e in particolare con Bellinzona e Locarno, città dove la popolazione era in crescita nel periodo di decrescita luganese.
L’aumento dell’1,8% è tutto dovuto al saldo migratorio. Mentre le partenze sono leggermente aumentate (5’505 in totale, +2,9%), a incidere sono i numerosi arrivi: 6’916 in totale, ossia 1’373 (+24,8%) in più rispetto al 2021. Resta invece ampiamente negativo il saldo naturale. Mentre le nascite sono state stabili, ossia 479 (una sola in più del 2021), sono ulteriormente cresciuti i decessi (754, +19,9%). Forte l’aumento dei matrimoni (488, +23,9%) e ben più contenuto quello dei divorzi (255, +2,4%), mentre le naturalizzazioni sono aumentate (476 in totale, +12,3%) dopo un periodo di calo.
Come visto, la sostenuta crescita è dovuta essenzialmente agli arrivi. Ma, a differenza di altri comuni più piccoli, questa non è causata (soltanto) dall’afflusso di rifugiati ucraini. Certo, questi sono nettamente aumentati: 571 nuovi cittadini di nazionalità ucraina, corrispondente a un +410,8% che fa balzare la comunità al quinto posto spodestando i serbi (659, -1,9%). Al primo posto restano naturalmente gli svizzeri (40’567, +61 rispetto al 2021), che pur essendo leggermente aumentati (+0,2%), sono diminuiti come quota totale di popolazione (59,8%, ossia l’1% in meno). Saldamente in seconda posizione gli italiani (16’377, +2,5%), che rappresentano il 24,2% (+0,2%) del totale. Stabili anche la terza e la quarta posizione, rispettivamente: portoghesi (1’124, -1,2%, ossia l’1,7% del totale) e tedeschi (930, +3,1%, cioè l’1,4% del totale). Delle altre comunità straniere, da segnalare l’aumento dei rumeni (435, +10,1%) e degli spagnoli (415, +15,6%) e la diminuzione di croati (256, -5,5%) e francesi (391, -4,2%).
Come sottolineato dal sindaco Michele Foletti, l’inversione di tendenza c’è stata «anche al netto dei profughi ucraini». Senza considerare i cittadini di questa nazionalità, gli arrivi sarebbero stati comunque 857 in più delle partenze. Interessanti anche i dati relativi ai singoli quartieri. Tornano infatti a crescere i quartieri più popolosi della città, dopo un periodo in rosso. Molino Nuovo torna saldamente al primo posto (9’662, +3,3%), mentre a Pregassona l’aumento è più contenuto (9’400, +1,2%) e Viganello risupera i 7’000 abitanti (7’021, +1,3%). Interessante poi il cospicuo aumento dei residenti in Centro (5’404, +2,9%), seguito da Breganzona (5’364, +2,9%) e Besso (5’193, +0,5%). I tre quartieri con la crescita più elevata sono stati Caprino (83, +6,4%), Pambio-Noranco (803, +5,9%) e Cimadera (214, +5,4%). Relativamente pochi i rioni con segno meno: Bogno (220, -3,5%), Valcolla (802, -3,1%), Carona (949, -1,1%), Villa Luganese (557, -1,1%), Aldesago (667, -0,6%) e Brè (405, -0,2%).
Osservando invece la piramide dell’età, si nota che la crescita della popolazione riguarda tutte le fasce d’età. Particolarmente significativi sono gli aumenti in due categorie: i giovani adulti fra i 20 e i 40 anni e i ‘giovani anziani’ fra i 60 e i 69 anni. Gli ultracentenari sono passati da 33 a 40, mentre si registrano comunque 251 abitanti in più sotto i 19 anni.
Infine, un breve sguardo al settore immobiliare e alle attività economiche. Le abitazioni totali a fine 2022 erano 41’989, ossia 259 in più di un anno prima (quando già erano cresciute di 400 unità circa). Relativo status quo invece per quanto riguarda le altre categorie di stabili: Lugano conta sempre circa 3’000 fra commerci e negozi, 3’200 uffici, 521 bar e ristoranti.
E se la demografia torna a sorridere, ancora in difficoltà appaiono le attività economiche, ma meno dell’anno precedente. Se nel 2021 il loro numero si era contratto oltre 430 unità, nel 2022 c’è stata praticamente una stagnazione (-5). I valori differiscono molto settore per settore. In rosso il settore primario (-6,7%) e quello secondario (fra -2,3 e -2,9%), mentre nel terziario spiccano in negativo le attività ricettive, ricreative e della ristorazione (-4,7%), trasporti e logistica (-5%) e il commercio (-3,4% quello all’ingrosso e -2,6% quello al dettaglio). La crisi della finanza sembra aver subito una battuta d’arresto (‘solo’ -0,1% di attività), mentre il settore maggiormente in espansione è informatica e telecomunicazioni (+2,4%). O meglio, l’aumento più significativo, e impressionante, è il +77,7% della categoria ‘altro’ nel terziario, che verrà probabilmente definito meglio con la pubblicazione dell’ottava edizione di ‘Lugano in cifre’.