Il Tribunale amministrativo federale di San Gallo ha concesso l’effetto sospensivo al ricorso contro l’espulsione di madre e figlia decretato dalla Sem
Non è ancora una vittoria, ma comunque un ottimo risultato. Per mamma Khaleda e la figlioletta Satayesh, le due donne fuggite dall’Afghanistan perché vittime di violenza domestica che hanno trovato la loro ‘seconda casa’ in Verzasca, da San Gallo arrivano (almeno per ora), buone indicazioni. Il presidente del Tribunale amministrativo federale (Taf) riconosce, infatti, l’assenza di urgenza riguardo all’allontanamento dalla Svizzera voluto dalla Sem, la Segreteria di Stato della migrazione. Lo fa sapere l’avvocato Palo Bernasconi, che tutela per conto della Fondazione azione posti liberi gli interessi delle due donne, in una nota ai media. Nella stessa, l’avvocato luganese ricorda che "per legge i ricorrenti devono versare in anticipo una somma per tasse e spese giudiziarie che, di solito, può aggirarsi attorno ai 3/5’000 franchi. Poiché la madre qui ricorrente è priva di qualsiasi avere patrimoniale ed è in stato di completa indigenza, abbiamo chiesto che il Tribunale rinunci a chiederle tasse e spese giudiziali. In caso contrario sarà la Fondazione azione posti liberi che, come già avviene in casi simili, anticiperà la somma necessaria. Infatti, in caso di mancato pagamento, il ricorso verrebbe stralciato senza più nessun seguito". Ma non è tutto. "Una volta chiarita la questione dell’acconto, il nostro ricorso verrà notificato alla Sem per la sua risposta: a quel momento la stessa potrebbe anche rispondere che, di sua iniziativa, di fronte ai numerosi nuovi documenti prodotti, revoca la propria decisione di allontanamento e che darà inizio alla procedura formale di asilo". Nella peggiore delle ipotesi, vale a dire se "malgrado i nuovi documenti prodotti e la petizione firmata da oltre 2’700 persone, la Sem dovesse insistere nella sua decisione di allontanamento dalla Svizzera, la procedura di ricorso proseguirà con il memoriale di replica e duplica per poi giungere alla sentenza".
Intanto, però, le cose potrebbero andare per le lunghe, dal momento che il Taf di questi tempi è oberato di lavoro.
A ogni buon conto, "per una sentenza eventualmente negativa del Taf è ammesso ricorso al Tribunale federale, seguendo una procedura simile a quella descritta sopra, fino alla sentenza, che potrebbe intervenire parimenti nel giro di due o tre mesi dall’inoltro del ricorso". Ciò che conta, al tirar delle somme, al momento è che finché la decisione di allontanamento dalla Svizzera non sarà stata confermata fin dal Tribunale federale, non avrà luogo nessun allontanamento delle due donne verso la Slovenia. Nel frattempo è pure stata inviata dall’avvocato Bernasconi alla Sem un’istanza formale di riesame, ampiamente motivata, nella quale chiede di "annullare spontaneamente la decisione di allontanamento sulla base dei numerosi nuovi documenti raccolti in questi giorni. La Sem è quindi liberamente competente di prendere questa decisione. In tal caso verrebbe avviata la consueta formale procedura di asilo per cui il suddetto ricorso al Taf diventerebbe superfluo e privo di oggetto e verrebbe quindi ritirato".