Luganese

Lugano, ex mercatino Caritas occupato nella notte di Natale

Il Molino torna a farsi vedere e sentire a Molino Nuovo, con la festa temporanea proposta nel sedime di proprietà della fondazione Vanoni

Il segno del passaggio di diversa gente all’ex Caritas di Molino Nuovo
26 dicembre 2022
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"La notte tra domenica 25 e lunedì 26 dicembre abbiamo liberato, occupandolo temporaneamente, lo stabile in disuso dell’ex Caritas a Molino Nuovo lasciato deperire, come tanti altri, da vari anni. Oltre 300 persone sono passate, condividendo una ventata di libertà e ribadendo l’imperante bisogno di spazi d’autogestione e di libertà al di fuori del controllo statale". Comincia così la nota diffusa ai media, stasera dal Soa Il Molino. Secondo nostre informazioni, la polizia non è intervenuta e il tutto si è svolto tranquillamente.

Party temporaneo, nessun ‘problema’

Seppur temporanea, l’occupazione della parte in cui fino a qualche anno fa, prima del trasloco a Pregassona, c’era il mercatino della Caritas, è andata di traverso ai vertici della Fondazione Vanoni, perché la polizia non sarebbe intervenuta. Impossibile conoscere la versione delle forze dell’ordine che, interpellate dalla Regione, non vogliono rilasciare dichiarazioni in merito. Stando alla comunicazione diffusa dal Soa il Molino, "la serata si è conclusa alle prime luci dell’alba, senza nessun problema particolare, tra balli, canti, fuochi pirotecnici e con la vendita delle nuove agende 2023 "Scarceranda", contro il carcere e il suo mondo. Al di fuori dalle vetrate dello stabile si estendeva il grande prato lasciato ormai sgombero dalle macerie dell’ex istituto Vanoni distrutto pochi mesi dopo l’occupazione del maggio 2021".

‘Gli antagonisti si arrangino’

La nota diramata dagli autonomi richiama una dichiarazione del sindaco di Lugano Michele Foletti che disse "Chi vuol fare l’antagonista si arrangi". Una dichiarazione presa alla lettera dal Molino che, per una notte ha voluto dare seguito alle parole del sindaco: "Potremmo anche spingerci a dire di aver adattato in modo originale un brano (sinonimo di arrangiare) che assomigliava ormai a un disco rotto – quello delle proposte e "’dell’autogestione che dialoga’".

‘Fatto quello che facciamo da 25 anni’

Però, in sostanza, continua la nota, "abbiamo semplicemente fatto ciò che facciamo da oltre 25 anni: abbiamo affinato volontà e determinazioni e sì... ci siamo al fine arrangiati, prendendoci uno spazio". Perciò, "abbiamo deciso di occupare un vecchio stabile abbandonato, lasciato vuoto da quelle stesse persone che, su sollecitazione della polizia, lo scorso 29 maggio denunciarono per - violazione di domicilio - l’occupazione temporanea dello stabile dell’ex Istituto Vanoni, raso al suolo poco dopo". Raso al suolo, precisiamo, perché in quel posto si prevede la costruzione del nuovo Polo sociale di Lugano.

E ancora scrive il Soa: "Abbiamo occupato, perché siamo ancora convinti che questa sia l’unica pratica credibile in grado di opporsi al desolante scenario di una città e di un cantone intolleranti ed elitari, in cui qualsiasi possibilità di autogestione dal basso continua ad essere controllata, cooptata e repressa".